Se razzisti e nazionalisti scoprono l’ambientalismo

14468317_704604929691403_7471854923683350599_oIeri ho fotografato degli adesivi fascisti in una strada del centro di Nizza. A differenza di altre campagne propagandistiche di questa gente, stavolta non sono presenti slogan islamofobi o antisemiti, ma ne sono spuntati due “animalisti” e “ambientalisti”. Uno, in particolare, invita a sostenere il “Greenline Front”. Ho cercato informazioni: è un’organizzazione ecologista nazionalista fondata in Russia nel 2010, diretta da una giovane militante russa che ha saputo esportare il suo movimento dapprima nei paesi frontalieri come l’Ucraina e la Bielorussia ed ora sta tentando di entrare anche in Francia e in altri Paesi europei.
Il website ufficiale, ad esempio, è multilingue (russo, inglese, francese, spagnolo, serbo): QUI. Anche su Fb vi sono varie pagine a seconda del paese o dell’idioma: inglese/internazionale, Gran Bretagna, francese, Touraine (Francia), italiano (non c’è ancora nulla, se non la foto del profilo, inserita il 18 settembre scorso).
Per capirne di più, invito a leggere un’intervista in francese (https:// nationalsocialradical [dot] wordpress [dot] com/2015/08/03/interview-avec-la-greenline-front-russie/). Tra le altre cose rivelate, viene detto:

“Le loro azioni costistono nell’occuparsi degli animali randagi, di pulire i boschi, di promuovere i valori dello sport e del vegetarianesimo, ma anche di affermare la loro concezione razziale del mondo e di aiutare i numerosi prigionieri politici russi. […] Tutto è cominciato nel 2010 sui socialmedia con un gruppo su Vkontakt, il Facebook russo, nel quale i giovani estremisti di destra promuovevano delle idee come il vegetarianesimo, la protezione degli animali e un modo di vita sano. Più tardi abbiamo cominciato ad agire al di fuori di internet […]. Il comunismo […] ha dominato i Paesi dell’Est per praticamente un secolo è un’ideologia [criminale] chiaramente votata all’industria e, ovviamente, incompatibile con l’ecologia. […] La maggior parte dei cosiddetti russi […] sono completamente indifferenti [alla natura]. In quest’era di capitalismo e di permissività assoluta, loro fruiscono senza ritegno dei beni della nostra civiltà e consumano le nostre risorse. Pensano che abusare di madre Natura sia normale. Nel corso dell’ultimo secolo la nostra situazione ecologica si è considerevolmente deteriorata, centinaia di specie animali sono state classificate in via di estinzione. Questo ci fa male al cuore. […]
Nell’Europa Occidentale la maggior parte dei gruppi ecologisti radicali sono o anarchici o comunisti, ma raramente nazionalisti. Sembra che in Russia sia il contrario. Ci sono dei confronti con gli antifascisti in quest’ambito? Avete avuto delle minacce?
Per quanto riguarda l’ecologismo di sinistra, naturalmente per la natura e gli animali non è importante da dove venga l’aiuto, ma noi non siamo interessati dagli ecologisti di sinistra. Ci sembra strano che si possa negare le responsabilità (razziali, nazionaliste) e allo stesso tempo considerarsi responsabili della natura e degli animali. La nostra attività provoca tra loro l’impegno e l’incomprensione, ma non ce ne curiamo.
Qual è la vostra visione sulla religione e sul paganesimo slavo?
Noi non sosteniamo le religioni monoteiste. Noi sosteniamo la «rodnoveria», ovvero il paganesimo slavo. Il cristianesimo ha portato molta negatività nella nostra società, ponendo l’uomo al centro dell’universo. La visione del mondo antropocentrica è assolutamente contraria alla visione del mondo pagana”.

Poi l’intervista prosegue con considerazioni sulle politiche di Putin (ritenute fintamente patriottiche) e quelle dell’Ucraina (il cui governo attuale sarebbe altrettanto corrotto); continua con i rapporti bellicosi tra Russia e Ucraina (nell’interesse del Cremlino); poi con (anzi contro) i gay in televisione; quindi con le differenze con gli estremisti greci di Alba Dorata (“loro non sono vegetariani, che per noi è fondamentale, e sostengono il regime di Putin; tuttavia loro si occupano dei boschi greci e li salvano dagli incendi, il ché è un gesto nobile“); infine la loro visione dell’Europa Occidentale e della Francia (che vorrebbero abitate da popoli autoctoni, ma “purtroppo” oggi dominate nello spirito dagli arabi e dai neri).

E’ parecchio che sostengo la necessità di una riformulazione del vocabolario ambientalista, ormai sempre più invaso da approcci razzisti e nazionalisti. Attualmente tali tesi sono portate avanti da gruppi ancora numericamente trascurabili, ma quel che preoccupa è la tendenza generale, perché costoro fanno un gran proselitismo tra gli adolescenti (le fotografie dei canali-web citati qui sopra sono chiare: i militanti sono tutti giovanissimi), per cui è un problema che si mostrerà con maggior evidenza nel futuro. La mia preoccupazione, dunque, è di risignificare le nostre parole e di ridefinire i nostri concetti con urgenza: innanzitutto bisogna riconsiderare il nostro rapporto con la scienza e la tecnologia, perché sono grandi vantaggi rispetto all’ignoranza di queste persone, ma dobbiamo anche sviluppare e sostenere una consapevolezza olistica, unendo sensibilità ecologica (ampiamente intesa), sapere scientifico (deontologicamente prodotto), giustizia (socio-culturale) ed equità (politico-economica).

Informazioni su giogg

Studio il rapporto tra gli esseri umani e i loro luoghi, soprattutto quando si tratta di luoghi "a rischio"
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