«L’ambiguità è quindi un attributo fondamentale del potere. Nella misura in cui esso si fonda su una diseguaglianza sociale più o meno accettata, nella misura in cui esso assicura privilegi a chi lo detiene, esso è sempre, benché a gradi variabili, sottoposto a contestazione. Esso è, allo stesso tempo, accettato (in quanto garante dell’ordine e della sicurezza), riverito (per le sue implicazioni sacrali) e contestato (perché giustifica e mantiene la diseguaglianza). Tutti i regimi politici manifestano quest’ambiguità, che si conformino alla tradizione o alla razionalità burocratica»
(Georges Balandier, “Antropologia politica“)
Ieri, 5 ottobre 2016, è morto a 95 anni Georges Balandier, sociologo, antropologo, etnologo ed africanista francese di fama internazionale.
Autore di una trentina di opere e di innumerevoli articoli e interviste, direttore di circa 200 dottorati, docente carismatico, come ha ricordato Jean Copans su “Le Monde“; co-inventore del concetto di “Terzo mondo”, sottolinea “RFI“; uno studioso dalle idee rivoluzionarie, scrive Jean Paul Colleyn su “Mediapart“; tra i primi ad occuparsi della decolonizzazione dell’Africa e della rivista “Présence africaine” fondata da Alioune Diop, osserva “France Info“; un vero e proprio avversario di ogni luogo comune, specifica Robert Maggiori su “Libération“.
In queste ore viene omaggiato da numerose personalità francesi. Tra gli altri, su twitter hanno scritto di lui il ministro dell’educazione Najat Belkacem, il saggista Jean Birnbaum, gli studiosi Michel Wieviorka e Jean-Loup Amselle.
Un’intervista-video di 1h, registrata nel 2010, è disponibile su YouTube:
Pingback: Contributi sul terremoto dell’Appenino Piceno-Laziale | Paesaggi vulcanici