Il 24 gennaio 2016 è morto improvvisamente a Tolosa l’antropologo francese Daniel Fabre, che ha tenuto stretti e duraturi rapporti di lavoro e di amicizia con l’antropologia italiana, come ricorda Simbdea:
Daniel Fabre, uno studioso francese di grandi capacità analitiche, che ha operato per molti anni anche in Italia è morto pochi giorni fa a Tolosa. Daniel era nato nel 1947, aveva fatto ricerche in provenza e in area pirenaica, ed aveva riaperto l’antropologia francese ai temi delle culture popolari, a lungo estromessi dall’accademia.
E’ stato direttore di studi per il CNRS a Toulouse, e poi a Parigi, ha fondato alcuni centri di studio come quello sull’Istituzione della cultura, dedicato all’antropologia delle istituzioni culturali. Ha insegnato per molti anni all’Università di Roma Due. […]
(Continua sul website di Simbdea)
Naturalmente, Fabre è molto ricordato in Francia, dove è stato omaggiato dal ministro della cultura, dall’AFEA, da istituzioni culturali [Semin’R, Académie des arts et des sciences de Carcassonne, Ecole Française de Rome], da numerosi organi di stampa [L’Indépendant, La Dépêche du Midi, Toulouse 7, France 3] e da altre personalità [Sergio Della Bernardina]:
[…] Personnage aux intérêts très vastes, Fabre a côtoyé de près le domaine de l’anthropologie de la nature. Il l’a fait dans une perspective que j’aime beaucoup – une anthropologie très littéraire, mais rigoureuse, particulièrement sensible à la dimension symbolique […].
– – –
AGGIORNAMENTO del 28 gennaio 2016:
La pagina fb della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale onlus ha pubblicato una foto e un ricordo di Daniel Fabre:
In questa fotografia scattata da Giovanni Santi nel marzo del 1996, Daniel Fabre è accanto a Pietro Clemente nel teatro di Pieve. E’ una delle prime uscite del Comitato scientifico dell’Archivio dei diari. Da lì in avanti l’attività editoriale e scientifica dell’Archivio è accompagnata dalla presenza costante di Daniel che ci ha lasciato qualche giorno fa, improvvisamente. E’ ancora impresso forte in noi il suo ultimo scritto per Primapersona, la rivista dell’Archivio. E’ un numero dedicato alla fine del secondo conflitto mondiale e Fabre introduce alcuni diari parlando di “Carta e penna” ovvero delle corrispondenze reali o ideali che tengono accesi i rapporti dal fronte bellico a casa. Il suo testo inizia con queste parole: “Irrompendo nelle vite umane, la guerra è come un sisma che, sconvolgendo le linee ben tracciate dei paesaggi biografici, fa risalire alla superficie fondamenta silenziose o dimenticate. Più che mai, in queste condizioni drammatiche, anche nel più intimo dei diari la scrittura personale si rivela essere ‘indirizzata’, manifestando la persistenza di un dialogo lontano, incerto, censurato, quasi impossibile, ma ormai vitale. Nel momento stesso in cui la morte impone la sua legge, l’ascolto e la risposta dell’altro diventano una delle più forti ragioni di vivere”.
– – –
INTEGRAZIONE:
Pierre-Cyrille Hautcœur, Presidente dell’EHESS, ha pubblicato un omaggio a Daniel Fabre:
La disparition de Daniel Fabre un choc terrible pour l’EHESS. Choc par le cratère qu’elle ouvre parmi ses collègues et ses étudiants – des doctorants nombreux et enthousiastes, des mastérants aspirant à rejoindre les précédents sous sa férule entraînante. Trou béant à venir dans nos assemblées, où son enthousiasme et sa faconde savaient convaincre et séduire, parce qu’on savait quelle science et quelle intelligence se cachaient derrière. […]
(Continua sul website dell’EHESS)