La settimana scorsa è uscito il bando per un concorso ministeriale, dopo almeno un decennio di assenza, in cui sono richiesti ben 500 nuovi funzionari per i beni culturali. Si tratta di un numero che destava parecchie aspettative per un rilancio dello sterminato e variegato patrimonio culturale italiano, che è unanimemente ritenuto tra le principali risorse del Paese.
Straordinariamente presenti nell’elenco delle professionalità ricercate dal bando, gli antropologi, consapevoli che il loro contributo può essere cruciale per le politiche socio-culturali della nazione, nutrivano una particolare speranza, che tuttavia è stata completamente disattesa dalla lettura del bando: su 500 posti complessivi, solo 5 andranno agli antropologi (sia “culturali” che “fisici”, per non si sa bene quale legame tra due discipline separatesi oltre cento anni fa; 4 nel Lazio e 1 in Sardegna) e altri 5 demoetnoantropologi (tutti nel Lazio, nessuno nel resto d’Italia). L’esiguità del numero di questi funzionari non è dovuta semplicemente alla ridotta percentuale di antropologi rispetto alle altre discipline richieste dal bando, ma è il segno (chiarissimo) di una mancanza di considerazione che può risiedere tanto in una generale inconsapevolezza circa le scienze antropologiche (non mi dilungo, ma ci sono diversi elementi a sostegno di questa tesi), quanto in una assenza di volontà politica («L’antropologia è una disciplina critica che è pienamente in grado di contribuire a un “fare” alternativo. Non a caso è una disciplina sotto attacco da parte dei vari governi neoliberisti, una disciplina che si cerca di confinare e porre in estinzione», hanno efficacemente spiegato qualche mese Franco Lai e Nadia Breda).
Ebbene, oggi le associazioni nazionali degli antropologi (AISEA, ANPIA, ANUAC, SIAA, SIMBDEA) e le due Scuole di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici (dell’Università di Perugia e della “Sapienza” di Roma) hanno inviato una lettera aperta al ministro Franceschini che vi invito a leggere e a diffondere.
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AGGIORNAMENTO del 2 luglio 2016:
Avete inviato domanda di partecipazione al concorso ministeriale per 500 funzionari nei beni culturali? Ieri sono usciti i numeri di quanti si sono proposti: il totale è di 19.479 candidati.
Facendo colazione (c’è chi all’alba condivide su fb comizi politici e chi invece gioca con la matematica) (non so chi stia peggio 😛 ), ho calcolato la percentuale di possibilità che ciascun candidato ha nel rispettivo ambito di concorso, così per dare un ordine di grandezza (non è un principio assoluto, naturalmente, ma potrebbe essere tenuto presente per quantificare il numero di posti messi a disposizione, in un altro futuro concorso):
– Antropologo: 274 candidature (per 5 posti; 1,8%)
– Archeologo: 3.286 (per 90 posti; 2,73%)
– Architetto: 3.623 (per 130 posti; 3,8%)
– Archivista: 2.092 (per 95 posti; 4,5%)
– Bibliotecario: 1.092 (per 25 posti; 2,3%)
– Demoetnoantropologo: 247 (per 5 posti; 2,0%)
– promozione e comunicazione: 4.700 (per 30 posti; 0,6%)
– Restauratore: 1.749 (per 80 posti; 4,6%)
– Storico dell’arte: 2.416 (per 40 posti; 1,6%).
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28 luglio 2016, Fiera di Roma: