7 giugno 2016

Molti siti-web moderano o chiudono i commenti, come sapete, anche perché non di rado sono pessimi da ogni punto di vista. Lo ha fatto anche “Il Post”, che aveva la miglior community di commentatori sul web italiano. Quel gruppo di utenti, tuttavia, non si è dato per vinto e ha fondato “Hookii.it”, ovvero «un aggregatore di notizie proposte, commentate e migliorate dagli utenti». Oggi Hookii ha segnalato un articolo in inglese intitolato «Why do people choose to live in disaster areas?» (che, però, non mi sembra fornisca alcuna risposta e/o interpretazione), nonché il mio editoriale di tre mesi fa per “Labsus” sul rischio Vesuvio, poi ripreso anche da “Lavoro culturale“. La discussione che si è venuta a creare è interessante e sono tentato di parteciparvi, anche se pure qui non manca l’arguto che scrive: «mi sembra un misto di banalità e sciocchezze […] bisogna radere al suolo le case abusive per impedire che della gente muoia. Mi sembra semplice». Ehm.
– – –
AGGIORNAMENTO del 18 novembre 2016:
Oggi i commentatori di Hookii.it si sono accorti di questo post e l’hanno commentato a lungo: a partire da QUI.
Invece di pubblicare un post su una piattiaforma diversa, alcuni mi invitano a partecipare là alla discussione (all’epoca ed oggi; infatti ho commentato), ma come ci si accorgerà girando per questo blog, io uso “il Taccuino dell’Altrove” anche come archivio (aperto e pubblico) dove conservare articoli o appuntare pensieri da sviluppare. E il mio testo qui sopra è, con tutta evidenza, un post-it.
La discussione dello scorso giugno su Hookii.it per me è molto stimolante perché è una finestra sull’elaborazione sociale del rischio, del disastro, della prevenzione; questi temi in genere li sollecito attraverso interviste, invece qui – per i miei interessi di antropologo – sono “spontanei”.
Da parte di qualcuno, nello scambio odierno ho notato un certo insistere sul termine che ho usato qui sopra – “arguto” – per evidenziare il commento che mesi fa più mi colpì: per me sono tutti interessanti, ma quello, oltre ad avanzare proposte (che, però, io reputo semplicistiche), esprime anche un giudizio di valore – legittimo, eh – che qualifica il mio lavoro; ed è per questo che voglio ricordarmelo più degli altri.
Per concludere, a me pare di aver espresso esplicitamente – e anche tra le righe – la mia riconoscenza per essere stato oggetto di riflessione da parte di quella che ho definito “la miglior community di commentatori” del web italiano. Ergo, se gli utenti di Hookii.it dovessero ripassare di qui, grazie di nuovo.
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...
Correlati
Informazioni su giogg
Studio il rapporto tra gli esseri umani e i loro luoghi, soprattutto quando si tratta di luoghi "a rischio"
Mi discutono su Hookii
7 giugno 2016
Molti siti-web moderano o chiudono i commenti, come sapete, anche perché non di rado sono pessimi da ogni punto di vista. Lo ha fatto anche “Il Post”, che aveva la miglior community di commentatori sul web italiano. Quel gruppo di utenti, tuttavia, non si è dato per vinto e ha fondato “Hookii.it”, ovvero «un aggregatore di notizie proposte, commentate e migliorate dagli utenti». Oggi Hookii ha segnalato un articolo in inglese intitolato «Why do people choose to live in disaster areas?» (che, però, non mi sembra fornisca alcuna risposta e/o interpretazione), nonché il mio editoriale di tre mesi fa per “Labsus” sul rischio Vesuvio, poi ripreso anche da “Lavoro culturale“. La discussione che si è venuta a creare è interessante e sono tentato di parteciparvi, anche se pure qui non manca l’arguto che scrive: «mi sembra un misto di banalità e sciocchezze […] bisogna radere al suolo le case abusive per impedire che della gente muoia. Mi sembra semplice». Ehm.
– – –
AGGIORNAMENTO del 18 novembre 2016:
Oggi i commentatori di Hookii.it si sono accorti di questo post e l’hanno commentato a lungo: a partire da QUI.
Invece di pubblicare un post su una piattiaforma diversa, alcuni mi invitano a partecipare là alla discussione (all’epoca ed oggi; infatti ho commentato), ma come ci si accorgerà girando per questo blog, io uso “il Taccuino dell’Altrove” anche come archivio (aperto e pubblico) dove conservare articoli o appuntare pensieri da sviluppare. E il mio testo qui sopra è, con tutta evidenza, un post-it.
La discussione dello scorso giugno su Hookii.it per me è molto stimolante perché è una finestra sull’elaborazione sociale del rischio, del disastro, della prevenzione; questi temi in genere li sollecito attraverso interviste, invece qui – per i miei interessi di antropologo – sono “spontanei”.
Da parte di qualcuno, nello scambio odierno ho notato un certo insistere sul termine che ho usato qui sopra – “arguto” – per evidenziare il commento che mesi fa più mi colpì: per me sono tutti interessanti, ma quello, oltre ad avanzare proposte (che, però, io reputo semplicistiche), esprime anche un giudizio di valore – legittimo, eh – che qualifica il mio lavoro; ed è per questo che voglio ricordarmelo più degli altri.
Per concludere, a me pare di aver espresso esplicitamente – e anche tra le righe – la mia riconoscenza per essere stato oggetto di riflessione da parte di quella che ho definito “la miglior community di commentatori” del web italiano. Ergo, se gli utenti di Hookii.it dovessero ripassare di qui, grazie di nuovo.
Share this:
Mi piace:
Correlati
Informazioni su giogg
Studio il rapporto tra gli esseri umani e i loro luoghi, soprattutto quando si tratta di luoghi "a rischio"