Le tragedie sul lavoro non conoscono feste. Non ci sono pause per quella mano invisibile che spinge dal quarto piano un manovale, per quella betoniera che risucchia un muratore, per quell’impalcatura che collassa sui passanti, per quel bullone che cede senza preavviso.
Ma non fraintendetemi, è solo una metafora. In realtà non c’è alcuna mano nascosta, né destino già scritto. Ai miei occhi c’è solo la voracità di un sistema economico (aggrovigliato a quello politico) sempre più affamato di se stesso – nel micro quanto nel macro – che reputa secondaria la manutenzione degli impianti, nonché la messa in sicurezza di chi vi lavora.
Morti, feriti, macchie di sangue sull’asfalto, lenzuola bianche davanti alla Basilica, famiglie distrutte, intere comunità sotto choc. Secondo le statistiche più recenti, in Italia questa sequenza si ripete più di tre volte al giorno. Stavolta è successo nella mia città, durante la festa dei lavoratori, mentre si allestivano addobbi luminosi per la ricorrenza del Patrono.
Meglio che mi fermi qui, il dolore sta diventando rabbia. E la rabbia rischia di trasformarsi in retorica.
Il Presidente della Repubblica lo sta ripetendo con insistenza e l’intera classe politica non perde occasione per dirsi d’accordo: bisogna interrompere questa scia di sangue, un Paese che ha un tale numero di morti sul lavoro «non è un Paese civile».
E allora perché, ancora, le lacrime di Gragnano, Bari, Brembilla, Messina, Cagliari… e della mia Sorrento?
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E’ da due giorni che penso alle parole adatte. In realtà non ne ho. Mi sembra un crudele scherzo del destino: si ricordano in tutto il paese le morti bianche e contemporaneamente due persone muoiono vittime di un incidente collegato al lavoro. E’ assurdo, grottesco e terribilmente tragico. Mi chiedo: ma quanta altra gente dovrà ancora morire prima di far diventare il nostro paese un luogo sicuro in cui lavorare e guadagnarsi da vivere? Sono addolorata e molto incazzata. Ma a noi chi ci difende?
Gina.
Molti anni fa successe una cosa che non ho più dimenticato… un giorno il figlio della signora che abita al piano di sopra al mio non tornò a casa. Era uscito al mattino per andare al lavoro, una giornata come tante altre, solo che per lui non terminò alla solita ora con il fischio della sirena, ma un po’ prima, con un’esplosione che spero non abbia nemmeno sentito.
Ricordo lo sguardo spaesato dei suoi due figli, quello spento di sua moglie che guardava a terra senza più lacrime, e soprattutto quello della madre. La madre mi impressionò mentre descriveva la tragedia con rabbia, come se anche lei avesse voluto esplodere e diventare una bomba contro l’ingiustizia che le aveva strappato il figlio. Ricordo che all’epoca mi chiesi che senso aveva crescere “bravo ragazzo” in un quartiere molto difficile, fare sacrifici e resistere alla tentazioni di guadagni facili pur di provvedere alla famiglia non solo dal punto di vista economico ma anche da quello morale e poi perdere la vita così, perché certi sistemi di sicurezza costavano troppo.
Nessuno.
Senza dubbio nessun senso.
Ciao Gugg
Se vivi in Penisola Sorrentina sai di essere fortunato. Sai che, nonostante tutto, abiti in un posto bello e vivibile come pochi. Questo, però, non vuol dire che sia un posto necessariamente emancipato.
Cresci sentendo notizie al telegiornale che dicono che fuori dal tuo recinto câè la criminalità , il banditismo, il mancato rispetto delle regole sociali e, soprattutto, una cosa che suona più esotica delle altre: lâomertà .
Poi un giorno compri il giornale e scopri che nellâomertà ci sei dentro fino al collo.
Tra le pagine napoletane del numero odierno di Repubblica câè unâamara (e particolarmente odiosa) denuncia di Diego Marmo, il procuratore di Torre Annunziata che indaga sul tragico incidente del 1° maggio:
IL MAGISTRATO: âSULLE MORTI DI SORRENTO OMERTÃ COME IN UN DELITTO DI CAMORRAâ
A cura di Dario Del Porto
TORRE ANNUNZIATA – «A parole sembrano tutti indignati. Però quando viene loro chiesto se abbiano visto qualcosa, fanno scena muta. Non solo i passanti, anche vigili urbani ei consiglieri comunali. Così, 9 giorni dopo il tragico incidente del primo maggio, quando due donne sono morte schiacciate da una gru nel centro di Sorrento, anche un magistrato esperto come il procuratore di Torre Annunziata, Diego Marmo, allarga le braccia e accusa: «C’è un clima di omertà che rende l’indagine più difficile di un’inchiesta di camorra».
ADDIRITTURA, PRESIDENTE MARMO?
«Sì, perché quando ci si occupa di criminalità organizzata almeno câè là possibilità di trovare un pentito, un collaboratore di giustizia. Qui invece, nonostante Ia gravità dell’episodio e la drammatica morte di due persone inermi, non abbiamo avuto fino a oggi neanche un padre di famiglia che abbia sentito il dovere di contribuire al nostro lavoro. Di solito non parlo delle indagini in corso. Faccio un’eccezione proprio perché spero che, prima o poi, i cittadini si decidano a collaborare Chi vuole, può rivolgersi direttamente alla Procura o agli uffici della polizia».
QUANTE PERSONE SONO STATE SENTITE?
«Più di venti. Siamo partiti dal la polizia municipale e dai consiglieri comunali. Nessuno, dico nessuno, ci ha saputo fornire particolari sull’attività svolta dalla ditta impegnata in quei lavori (stavano installando luminarie per una festa n.d.r.) non nell’arco di un solo pomeriggio ma per più giorni durante i quali, faccio solo un esempio, i mezzi hanno potuto: tranquillamente parcheggiare in una zona di sosta vietata. Francamente mi sembra un po’ troppo. Anche perché, quando si siedono davanti a noi, tutti esprimono sdegno per le due vittime. Poi però non avvertono i dovere civile di raccontare ciò che accadeva sotto gli occhi di tutti. Nonostante, mi dispiace doverlo ricordare, i ripetuti appelli del Capo dello Stato sulla necessità di fermare le morti sul lavoro».
EPPURE NON STIAMO PARLANDO DI UN DELITTO RICONDUCIBILE ALLâATTIVITÃ DELLA CRIMINALITÃ ORGANIZZATA
«Appunto, ecco perché la cosa mi sembra allarmante».
NELLâINDAGINE RESTANO MOLTI PUNTI ANCORA DA CHIARIRE?
«Sì: non sappiamo quante persone ci fossero sul cestello della gru e soprattutto come sia stato possibile che la strada non sia stata transennata neanche negli orari a ridosso della celebrazione della messa nella chiesa della piazza: perché una cosa è certa, il cestello poteva anche cadere ma se nell’area fosse stata proibita la circolazione pedonale, le due donne non sarebbero morte».
CHE PROPORZIONI ASSUME LâEMERGENZA LEGATA ALLE MORTI BIANCHE NEL CIRCONDARIO DELLA PROCURA DI TORRE ANNUNZIATA?
«Enormi, basta guardare i numeri: in un anno ci sono stati otto morti e un caso di lesioni gravi».
LEI STA SEGUENDO DI PERSONA QUESTâINCHIESTA INSIEME AI DUE PM SERGIO RAIMONDI E PAOLO CALABRIA. LE RISORSE SONO SUFFICIENTI A FRONTEGGIARE TUTTI I PROBLEMI DEL TERRITORIO?
«Purtroppo no. La Procura conta 13 sostituti ma da più di un anno è scoperto l’incarico di procuratore aggiunto. E la polizia giudiziaria, che pure lavora con grande dispendio di energie, non riesce a far fronte a tutti i problemi. Come se non bastasse, l’ufficio è dislocato in quattro locali diversi, ai quali forse se ne aggiungerà un quinto tra non molto».
QUALI SONO LE PRINCIPALI EMERGENZE?
«Ripeto spesso, con una battuta, che qui non ci facciamo mancare niente. Da una parte c’è la camorra, di cui si occupa per legge la Direzione distrettuale di Napoli ma quasi sempre con l’ausilio della polizia giudiziaria del nostro territorio. Ma dall’altra abbiamo una criminalità comune estremamente diffusa e un abusivismo edilizio che deturpa alcuni fra i paesaggi più belli del mondo. Non a caso abbiamo già emesso un centinaio di intimazioni a demolire».
IL PIANO DEL VIMINALE PREVEDE COMUNQUE LâAPERTURA DI UN REPARTO DEI CARABINIERI PROPRIO A TORRE ANNUNZIATA.
«Sarebbe un passo necessario, speriamo solo che entri presto in funzione».
(la Repubblica â Napoli, giovedì 10 maggio 2007, p. III)
Quando ho letto lâintervista al procuratore Diego Marmo sullâomertà di Sorrento intorno alla tragedia del 1° maggio scorso, ho pensato che quel grido dovesse continuare, soprattutto nella mia città . Per tale ragione ho deciso che le amare parole del magistrato meritassero più spazio rispetto al mio piccolo Taccuino e le ho proposte anche sul Forum di VirtualSorrento. Ci sono già stati alcuni contributi alla riflessione. Ma uno in particolare merita di essere segnalato: quello che ha inserito oggi gierre, un drammatico episodio personale di un anno e mezzo fa che aumenta lo sdegno verso lâindifferenza dei cittadini e la mancanza di sicurezza sul lavoro.
Qui.
Per dovere di cronaca, aggiungo il testo di una lettera aperta che il Sindaco di Sorrento ha fatto affiggere in giro per la città :
Cari concittadini,
avevo in animo di scrivervi di tuttâaltro, sentivo e sento uno stato di comprensibile angoscia che ci pervade per la dolorosa situazione che sta vivendo in questi giorni la nostra Città , desideravo esortarvi a reagire in modo sano ed operoso senza dimenticare la tragedia che ci ha toccati, traendo da essa insegnamento e memoria: invece sento di dovervi difendere. Difendervi da considerazioni gravi ed immotivate.
Tutto quanto apparso in una intervista pubblicata dal quotidiano la âRepubblicaâ ci sorprende amaramente e non ci appartiene.
Abbiamo messo a disposizione, fin dal primo momento di questa tragedia, le risultanze documentali del sistema di video-sorveglianza della Città : ore ed ore di filmati in grado di offrire di per sé, a prescindere da qualsiasi riferimento, la verità dei fatti su cui far luce.
Al di là di ogni retorica di circostanza, la Città ed i suoi rappresentanti sono a disposizione dellâAutorità inquirente nelle forme ritenute più opportune, certi, però, di non meritare definizioni che meglio si attagliano ad altre realtà .
Confidiamo che gli accertamenti dellâAutorità Giudiziaria si muovano nella direzione equa ed opportuna, con gli accorgimenti tecnici necessari e con chiarezza di obiettivi, commisurata ai fatti.
Il danno di immagine di certe equalizzazioni che ci appaiono spericolate, non può essere supportato dalla nostra Comunità .
Il Sindaco
Marco Fiorentino
Non so voi, ma io vorrei capire meglio quale preciso significato il mio Sindaco attribuisce ai concetti di âdifesa del cittadinoâ e di âdanno di immagineâ.
UN APPELLO
Il Forum di Virtual Sorrento è piccolo e discreto, ma sento che pian piano riesce a costruire qualcosa, quanto meno ad amplificare tanti piccoli sussurri. Poco fa lâutente âemme.elleâ ha postato un appello al ripristino della legalità a Sorrento, questo:
Il primo maggio del 2007, giorno della festa dei lavoratori, era dedicato alla prevenzione delle morti sul lavoro. Quel giorno le immagini che provenivano da Sorrento sono arrivate nelle case di tutti gli italiani, rimasti increduli davanti alla notizia di un incidente tanto assurdo.
La magistratura sta cercando di chiarire i particolari della vicenda rilevanti sotto lâaspetto giudiziario. Alcuni operai lavoravano con la gru (la magistratura stabilirà âse erano autorizzati a farloâ). Il braccio metallico della gru si è rotto (la magistratura stabilirà âperché si è rottoâ) ed è precipitato, uccidendo due donne che uscivano dalla chiesa. Qualcuno (la magistratura stabilirà âchiâ) avrebbe dovuto controllare che quel braccio metallico non volteggiasse sulla testa dei passanti, e perché non câerano transenne o almeno un nastro bianco e rosso.
Qualche giorno fa il magistrato che si occupa dellâinchiesta ha sollecitato una maggiore collaborazione da parte dei cittadini affinché forniscano le informazioni che ancora mancano per ricostruire gli eventi nella loro completezza. à quindi probabile che ancora molti non sappiano che il lavoro dei magistrati è stato finora reso difficile dalla scarsità di testimonianze significative.
A tutti chiediamo ogni collaborazione perché si possa stabilire la verità .
Câè, però, una domanda alla quale la magistratura non potrà dare risposta: âComâè possibile che la vita di cittadini innocenti sia stata messa a rischio con tanta superficialità ?â
A questa domanda possiamo rispondere solo noi sorrentini.
La nostra risposta è che da alcuni anni si sono indeboliti il nostro senso delle regole e la percezione stessa della âlegalità â come valore. Abbiamo smarrito la consapevolezza che dietro lâinfrazione della legge câè sempre un danno per un altro. Si sono affievolite parallelamente anche la severità e la fermezza nel pretendere il rispetto della legalità . Far rispettare la legalità non significa altro che stare dalla parte dei cittadini onesti e di quelli che hanno maggiore bisogno di protezione. Abbiamo, purtroppo, imparato a considerare tollerabili comportamenti offensivi per la città quando non toccano il nostro personale interesse.
Solo oggi, con dolore, ci accorgiamo di quanto la mancanza di attenzione e lâosservanza delle regole si possano tradurre in una tragedia (consumatasi nel cuore del nostro centro, sotto le finestre della casa comunale) tale da infliggere ferite inguaribili alla coscienza della comunità .
Non è in gioco lâimmagine della nostra città quanto la nostra identità di cittadini.
Dobbiamo pretendere da noi stessi, da chi si è assunto lâonore e lâonere di governare la città e dai funzionari pubblici che hanno il privilegio di lavorare al servizio della comunità , di rimettere al centro di ogni operare il valore della legalità . Affinché il sacrificio di due care persone, due donne generose e ricche di umanità , non vada perduto.
***
L’appello parte da
Filippo Ascione
Maurizio Cambi
Anna Pia Ruoppo
Raffaele Cozzolino
Pasquale D’Alessio
Alessandro Schisano
ai quali si sono già aggiunti, per quel tanto che è a mia conoscenza
Marco Russo
Paola De Angelis
Antonella De Angelis
Marina Limone
Joseph Guido Meo
Giovanni Gugg
Per sottoscrivere l’appello non occorre essere cittadini di Sorrento: basta condividerne gli intenti.
I tempi sono stretti perché si vorrebbe far pubblicare su qualche quotidiano il documento con i nominativi dei sottoscrittori il più presto possibile: già entro questa sera si dovrebbero raccogliere le adesioni. Chi è disposto a sottoscrivere l’appello può mandare una mail (emme.elle@virtualsorrento.com) facendo un copia-incolla del documento e aggiungendo nome e cognome: verrà inoltrata a chi coordina la raccolta.
Grazie, fin d’ora, a nome di tutti quelli che credono nella possibilità di far crescere la civiltà .
L’iniziativa di promozione della legalità a Sorrento sta avendo concreti sviluppi. Le adesioni all’appello, infatti, sono sempre più numerose e il gruppo promotore ha deciso di aprire un blog dove continuare la sottoscrizione e la discussione:
http://www.sorrentoprimomaggio.com.
L’indifferenza dei datori di lavoro é sconcertante… Non in quanto tale, ma poiché rivela l’assoluta indifferenza per la legalità (idem se si tratta di finanza creativa, diffusa ai bassi livelli quanto e peggio che agli alti)… Grazie all’assenza di un minimo di autoreovlezza dello Stato… La prossima é il tfr… Tremiamo, scomparirà , ingobato dallo stipendio (precario)… E zitti a pedalare…
Ho da poco fatto nuovamente visita al sito http://www.sorrentoprimomaggio.com e vi ho trovato ancora una volta un aumento di firme che sottoscrivono lâappello. Siamo giunti a 746, un numero stratosferico. à come se lâabbraccio fosse sempre più intenso. Certo, non riporterà in vita Claudia e Teresa, ma dà la speranza che non accadrà mai più.
Ci sono decine di commenti, tutti da leggere, tutti da ricordare. Stasera ne ho trovati due che mi hanno fortemente colpito, per commozione e per rabbia.
1.
Ad un mese dallâimmane tragedia che ci ha colpiti sento il bisogno di lasciare anche io un commento su questo sito.
Rimango di giorno in giorno più colpito dal numero di firmatari di questa petizione e per la discreta ma forte vicinanza che stanno mostrando.
Sono sinceramente sconvolto da chi giudica questo un atto di âitalianeità â, perchè i responsabili di queste morti esistono e anche se tutti noi confidiamo nel fatto che la giustizia faccia il suo corso non possiamo che gridare contro lâorribile silenzio in cui queste persone vogliono celare le loro colpe.
Esami di coscienza dovremmo farcene tutti i giorni ma chi di noi ha sulla coscienza la vita di due donne meravigliose? certe frasi andrebbero pensate prima di essere dette.
Questo sito è nato per amicizia, per solidarietà , per denuncia.. per rompere lâorribile silenzio.
Eâ proprio perchè delle regole non sono state rispettate che chi firma pretende che non si dimentichi.
E tra i firmatari una fila di ragazzi, rimasti senza nonna e zia, non possono che pretendere giustizia perchè mai riusciranno a dimenticare.
Nino Morelli
2.
OSSERVAZIONE DEI FATTI A POCO PIUâ DI UN MESE DALLA TRAGEDIA DI PIAZZA S. ANTONINO
– Non si è ancora tenuto un consiglio comunale sullâaccaduto o per ricordare Claudia e Teresa
– Nessuno della maggioranza che amministra Sorrento ha analizzato pubblicamente quanto accaduto
– Nessun imprenditore del settore turistico ha ipotizzato pubblicamente cosa sarebbe accaduto se la gru della ditta Donnarumma avesse falciato un gruppo di turisti
– Nessuno dellâopposizione si è dimesso per protestare
Il procuratore Marmo aveva detto: âCâè un clima di omertà che rende lâindagine più difficileââ¦
Tutto questo silenzio dei nostri rappresentanti come potrebbe definirsi?
Prudenza? Paura di perdere la poltrona? Timore di danneggiare lâimmagine di Sorrento?
Lâassenza di riflessioni di imprenditori, albergatori, ristoratori, etc. da dove viene?
Eâ alta stagione? Câè troppo da fare?
Meno male che câè almeno questo blog a salvare la faccia di Sorrento.
Meno male che câè ancora qualche cittadino che non rinuncia alla libertà di esprimere la propria opinione.
– Il Sindaco ha ricevuto un avviso di garanzia che ipotizza unâomissione dâatti dâufficio
Se qualche Sorrentino ha condiviso il suo manifesto ora dovrebbe difenderlo. Non trovate?
Vediamo se qualcuno dice qualcosa. Vediamo di che uomini è fatta Sorrento.
Infine, segnalo che giovedì prossimo, 7 giugno, alle 16.00 si terrà una seduta di Consiglio Comunale per âdiscutere e commemorare il tragico evento di piazza SantâAntonino del 1 maggio 2007â.
Il mio caro amico omonimo (capitano) Giovanni mi ha segnalato un articolo apparso il 4 maggio scorso su TeleStreetArcobaleno, una televisione on-line della Penisola Sorrentina.
Il testo (âLuminarie, feste patronali e feste sindacaliâ) è a cura del Coordinamento per la Pace Penisola Sorrentina e lo trovate nella sezione “Articoli” (ma anche al commento 38 di SorrentoPrimoMaggio).
Una riflessione sui piccoli poteri che si cementificano con la scusa della “tradizione”.
Il testo si conclude con lâaugurio del rilascio degli ostaggi italiani in Nigeria rapiti proprio il 1° maggio scorso â anchâessi nostri concittadini â e rilasciati due giorni fa:
http://www.repubblica.it/2007/05/sezioni/esteri/nigeria-sequestri-3/italiani-liberi/italiani-liberi.html
IL CONSIGLIO COMUNALE DI IERI, 7 GIUGNO 2007
A Sorrento ci son voluti 36 giorni perché finalmente il Consiglio Comunale si riunisse per discutere del tragico evento del 1° maggio e â come annunciava lâordinanza â per âcommemorareâ Claudia e Teresa.
Lâappuntamento era per ieri alle 16 presso il Municipio.
La seduta è cominciata con 45 minuti di ritardo (mi hanno detto che è ânormaleâ⦠io assistevo per la prima volta ad una simile riunione) e subito ha preso la parola il Sindaco, che ha tenuto un breve discorso sulla grave perdita subita dalla città e sulla consapevole scelta dellâAmministrazione di osservare un periodo di silenzio in seguito alla tragedia (36 giorni, appunto, escluso lâepisodio del manifesto del Primo cittadino in risposta allâintervista rilasciata dal Procuratore Diego Marmo). In chiusura ha avanzato due proposte:
– la prima, di intitolare il palazzetto dello sport alle due vittime;
– la seconda, di osservare immediatamente un minuto di silenzio.
Entrambe le idee, naturalmente, sono state accolte. E, dunque, tutti in piedi e capo chino (peccato per i soliti idioti che non spengono il telefono cellulare e rendono parodistico anche un momento di cordoglio con i loro trilli fastidiosi, insistenti e inopportuni).
Si è ripreso con gli interventi di due esponenti di minoranza (in tutto sono tre) che hanno sottolineato lâampia partecipazione di cittadini, sia presenti lì in Comune, sia â nelle settimane precedenti â nella capacità di aggregarsi attraverso un appello per il ripristino del senso di legalità diffuso tramite web (quello di SorrentoPrimoMaggio), che infatti è stato ampiamente citato.
A questo punto la parola è tornata al Sindaco, la cui risposta ha mostrato (almeno a me) il gap politico-culturale che può creare anche una terribile vicenda come quella che abbiamo vissuto: va bene lâattenzione alla legalità , ma quello del primo maggio â ha detto il Primo cittadino â è stato un problema di sicurezza.
Il termine âdisgraziaâ (ripetuto più volte) rimanda a scenari di impotenza, per cui è deresponsabilizzante.
à una visione del mondo. Forse di autotutela, forse di protezione delle proprie ragioni. Posso capirlo. Ma è una visione diametralmente opposta alla mia (e, penso, a quella delle 800 persone che hanno sottoscritto lâappello on-line), che invece ritengo che lâevento del 1° maggio sia lâesito di un comportamento diffuso.
Beh, le discussioni si basano proprio sul confronto di posizioni diverse, no?
Ebbene, ieri la discussione è finita lì.
Incredibile, ma vero.
Nessun altro ha preso la parola, nessuno delle decine di esponenti di maggioranza (tra Consiglieri e Assessori) ha sentito lâesigenza di esprimere un parere, un pensiero, un ricordo. Tutti appiattiti sullo scarno discorso del Sindaco (che in quanto coinvolto nella vicenda come indagato, comprensibilmente non si è esposto oltremisura).
Silenzio. Ancora silenzio. Come negli ultimi 36 giorni.
E come per i 60 minuti successivi in cui, dopo nemmeno una mezzora di lavori, si è tenuta una pausa di cui (probabilmente perché sono inesperto del campo) non ho capito il senso.
Alcune persone avrebbero voluto discutere. Noi tutti eravamo lì per quello. Perché non câera altro argomento possibile.
Invece.
Ma quando finalmente il Consiglio è ripreso, ormai câera da parlare dellâampliamento dello stadio e dellâemergenza munnezza.
Martedì scorso (12 giugno) in una strada di Sorrento è caduto un pino mediterraneo.
Se la tragedia (vera) del primo maggio ha comportato un assordante silenzio da parte dellâAmministrazione comunale, è facile immaginare che questa (solo sfiorata) andrà direttamente nel dimenticatoio.
Anche stavolta possiamo parlare di misure di sicurezza insufficienti. Qualche giorno prima, lâarea (che porta alla Marina Grande, il borgo dei pescatori) era stata transennata per consentire la ristrutturazione di un muro. Successivamente erano cominciati i lavori di fabbrica con lâestrazione dei mattoni di tufo che costituivano la struttura. Dopo una mattina di attività , il terreno e i quattro pini alti una quindicina di metri che vi affondavano le radici non avevano più alcuna protezione. Comâè intuibile, uno di questi – senza che nessuno pensasse ad imbracarli con un tirante dal lato superiore – ha ceduto ed è crollato su ben due strade. Nessun morto, nessun ferito. Ma si è trattato di un puro caso: quella zona è trafficatissima.
La soluzione che poi un poâ tutti hanno paventato è quasi scontata: abbattimento degli alberi superstiti! Però grazie alla sezione locale del WWF si è proceduto solo alla loro potatura.
Ieri, inoltre, tanto per restare in tema (di misure di sicurezza, ma anche di alberi) il blog âLeggeramente.itâ ha scovato un video su âYouTubeâ (lodi al suo inventore) girato da un turista straniero che immortala lâabbattimento di un albero su Corso Italia (pieno centro di Sorrento, forse nellâautunno scorso): un taglialegna che non porta alcuna protezione personale (e che lavora in una zona non transennata) usa una motosega tra le auto in sosta senza aver ridotto la chioma dellâalbero su cui sta lavorando; i suoi collaboratori (improvvisati come e quanto lui) sono un ragazzo alla raccolta della legna ed un pizzaiolo che in assenza di vigili urbani controlla il traffico cittadino.
QUI il filmato.
Infine, consentitemi unâautocitazione: su VirtualSorrento potete leggere âLa toponomastica non è unâopinioneâ, un mio articolo sul valore storico e simbolico degli alberi.
In un mondo che fa dellâeffimero la propria bandiera, la memoria è una forma di malattia. In questo senso io credo di essere profondamente malato (e il mio Taccuino lo testimonia con un intero tag ), per cui sono sempre molto contento quando incontro altri ostinati del ricordo che, tra lâaltro, si sforzano di non far dimenticare. Tra costoro ci sono le persone che curano il blog SorrentoPrimoMaggio, di cui io mi vanto di essere amico e sostenitore. Oggi ho ricevuto una loro e-mail che condivido fino in fondo:
«In questi giorni è stato affisso per le strade di Sorrento il MANIFESTO di http://www.sorrentoprimomaggio.com.
Il nostro manifesto è una raccolta di brani estratti dai commenti che sono stati inviati al blog nei primi giorni della sua apertura.
Su http://www.sorrentoprimomaggio.com è possibile leggere il manifesto ed eventualmente scaricarlo [QUI].
Nel frattempo Il blog si è arricchito di altri nuovi contenuti.
Molti pensano che la tragedia del primo maggio sia un incidente di percorso da dimenticare in fretta. Per molti le cose vanno bene così come vanno, la città non deve essere disturbata, gli affari non devono essere disturbati.
Con il nostro piccolo blog abbiamo invece voluto parlare della tragedia.
I commenti che sono arrivati denunciano il decadimento etico, culturale e anche tecnico-professionale che hanno reso possibile un evento così drammatico e assurdo, e hanno prodotto anche la scarsa collaborazione dei cittadini nell’inchiesta che ne è seguita.
Ma quei commenti mostrano anche che altri Cittadini rifiutano i modelli di comportamento che si sono diffusi negli ultimi anni, l’insofferenza verso le regole, l’arroganza, il pressapochismo, la noncuranza dei diritti degli altri, il convincimento che gli interessi collettivi debbano essere sempre sacrificati in nome del business.
Dopo la tragedia della gru, in pochi giorni a Sorrento ne sono state sfiorate altre due: il grande pino abbattutosi in pieno giorno in via del mare durante i lavori pubblici di sostituzione di un muro di contenimento ed il tiglio crollato di notte in piazza Tasso.
La sensazione è che stiamo messi anche peggio di come si pensava.
Se questo spazio web continuerà a vivere, la sua missione sarà fare in modo che i contributi e le riflessioni che abbiamo raccolto non scivolino via, che si trovino le idee, i modi e le occasioni per condividere con altre persone quegli argomenti e per promuovere la crescita di un nuovo senso civico.
E i tanti che hanno sottoscritto fino ad oggi il documento “per non dimenticare” dovranno sforzarsi di contrastare, nella vita di ogni giorno, quelle forme di comportamento che hanno reso possibile la ingiusta morte di Claudia e Teresa».
Ieri sera ho ricevuto dagli animatori di SorrentoPrimoMaggio la seguente e-mail, che personalmente sottoscrivo.
Vi invito a leggerla e, se ritenete, a firmarla (indicando anche il comune di residenza, inviando unâe-mail a info@sorrentoprimomaggio.com) e a contribuire alla sua diffusione.
Giovanni Gugg, Sorrento
——————————————-
LâAmministrazione Comunale di Sorrento ha deliberato di invitare il Presidente Napolitano a presenziare ad una manifestazione che si terrà a Sorrento il prossimo 1° maggio 2008 per commemorare i cittadini scomparsi a causa di incidenti di lavoro.
Abbiamo predisposto una lettera aperta al Capo dello Stato, pregandolo di non accogliere lâinvito.
I motivi per cui riteniamo inopportuna la sua visita in questo momento sono descritti nella stessa lettera, che riportiamo di seguito.
Se la condividi e vuoi sottoscriverla insieme a noi, rispondi quanto prima a questa mail, indicando nome, cognome e città di residenza tuo ed eventualmente di altre persone che vogliono aderire a questa iniziativa.
Ti preghiamo di diffondere questo messaggio tra i tuoi conoscenti.
Grazie.
——————————————-
Sorrento, 6 aprile 2008
Signor Presidente,
abbiamo appreso dai giornali locali che la Giunta Municipale di Sorrento, su proposta del Sindaco, ha deciso di invitarLa formalmente a presenziare ad una manifestazione, il prossimo 1 maggio 2008, con la quale intende commemorare il primo anniversario della tragedia che ha colpito la nostra città .
Come certamente ricorderà , quel giorno due donne furono uccise dallâimprovviso crollo del carro-gru di una ditta che installava luminarie per i festeggiamenti in onore del santo patrono. Lâavvenimento ebbe grande risalto nella cronaca nazionale, anche perché coincideva con la festa del primo maggio; festa, nel 2007, dedicata al gravissimo problema delle morti per incidenti sul lavoro.
Siamo un gruppo di cittadini che nei giorni successivi a quella vicenda ha condiviso alcune riflessioni, riassunte in un documento intitolato âPer non dimenticareâ (sottoscritto da quasi mille persone) e che intorno a quel documento ha dato vita allo spazio web âsorrentoprimomaggio.comâ.
Le scriviamo per sottoporLe alcune considerazioni su quellâavvenimento e per rivolgerLe lâappello che troverà in fondo alla lettera.
1) Lâincidente del 1 maggio 2007 non è stato esattamente un incidente sul lavoro. Lâaccadimento non è da ascrivere a carenze nella tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori. Alcuni lavoratori rimasero feriti dalla caduta del braccio della gru, ma a perdere la vita furono due donne che uscivano dalla messa. Ad ucciderle fu materialmente il braccio della gru che si spezzò ma la causa della loro morte, secondo i magistrati che hanno condotto le indagini, fu âil ripetuto posizionamento del braccio del predetto mezzo sulla piazza senza che fosse interrotto il traffico pedonale e veicolare e quindi in dispregio delle norme sulla sicurezzaâ (il testo è stato riportato dalla stampa). Un avvenimento così tragico poteva quindi essere evitato con una semplice transenna. Sulla piazza dove avvenne lâincidente si affacciano gli uffici del Municipio.
2) A nostro parere, quellâinaccettabile evento è un tragico esempio delle conseguenze che possono derivare dallâinosservanza di regole elementari e dalla mancanza di rispetto per il prossimo. E si può spiegare solo considerando quanto siano ormai diffusi e abitudinari i piccoli e grandi comportamenti illegali.
3) La stampa ha reso noto che la magistratura ha completato le indagini sullâincidente, contestando lâipotesi di omicidio colposo plurimo al titolare della ditta che stava svolgendo i lavori, al committente (il rettore della Basilica), ma anche agli stessi operai (familiari del titolare) che pure erano rimasti feriti, e al sindaco di Sorrento che secondo la procura âera pienamente consapevole del grave pericolo per lâincolumità dei cittadini costituito dallâirregolare svolgimento dei lavoriâ e al quale è stato contestato anche il reato di omissione di atti dâufficio.
Signor Presidente,
sarebbe un grandissimo onore riceverLa nella nostra città , non solo per lâaltissimo rilievo della Sua carica di Capo dello Stato, ma anche per lâapprezzamento profondo che nutriamo verso le qualità morali della Sua persona.
Tuttavia, ci permettiamo, da semplici cittadini, di invitarLa a stare con noi in un’altra occasione, dopo che le responsabilità dellâincidente saranno state accertate, e dando alla sua visita un contenuto più generale, quello di un forte richiamo per tutti al rispetto delle regole e della legalità , al rispetto dei diritti degli altri, alla difesa del bene comune.
Siamo sicuri che, in questo modo, la Sua presenza potrà essere di grande conforto per i familiari delle vittime.
Con grande stima, Le inviamo i nostri saluti.
(Seguono decine di firme, qui)
Da SorrentoPrimoMaggio ricevo il seguente avviso:
Ricorderemo Claudia Morelli e Teresa Reale con un concerto pubblico che si terrà giovedì 1 maggio 2008 nella chiesa della SS.ma Annunziata a Sorrento, alle ore 18.00.
Ti invitiamo a partecipare e a diffondere questa mail.
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UN CONCERTO PER CLAUDIA E TERESA
musiche di A.Vivaldi, G.B.Pergolesi, W.A.Mozart, E.Elgar, G.Rossini,
A.Piazzolla, G.Fauré, J.S.Bach, C.Gounod
Emma Innacoli â soprano
Maurizio Aiello â violino
Lauro Castellano â pianoforte
Wladimir Koçaqui â violoncello
GIOVEDà 1° MAGGIO 2008 â ORE 18:00
CHIESA SS.MA ANNUNZIATA â SORRENTO