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L’insegnamento di un naufragio: cosa resta a Meta di Schettino e della Costa Concordia
La sera del 13 gennaio 2012 una nave immensa, con più di 4000 persone a bordo, colpì uno scoglio a pochissima distanza dal litorale dell’isola del Giglio, nel mar Tirreno toscano; alcuni minuti dopo, in seguito ad una manovra che … Continua a leggere →
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Contrassegnato 2012, 2013, 2017, accanimento, accuse, allegoria, campanilismo, caricatura, casina dei capitani, casualità, cautela, codardia, comandante, come se, comunità, condanna, corporativismo, corte di cassazione, costa concordia, crisi, crociera, delusione, denigrazione, dignità, disastro, empatia, ex-voto, fanatismo, feriti, galera, genova, giustizia, giustizialismo, gogna mediatica, grasso aldo, identità, imbarazzo, immaginario collettivo, imputato, infame, insulti, intolleranza, isola del giglio, italia, limbo, livorno, mar tirreno, mare, marinai, marineria, meta, metafora, minimizzazione, morti, narrazione, naufragio, nave, oceano, odio, onta, orgoglio, parbuckling, penisola sorrentina, prigione, processo, ripudio, rivendicazione, sacrificio, schettino francesco, sentenza, shock, silenzio, solidarietà, storia, tirreno, titanic, toscana, tragedia, trauma, tribunale, umanità, vergogna, vignetta, vignette, viltà, voltaire
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“Home”, la poesia di Warsan Shire tradotta in italiano
8 febbraio 2017 «capisci, / nessuno affida i propri bambini ad una barca / a meno che l’acqua non sia più sicura della terra» Questo è un verso tratto da “Home”, una poesia di Warsan Shire che sta circolando molto … Continua a leggere →
Pubblicato in alterità, antidoti, citazioni, guerra e pace, letto-visto-ascoltato, migranti, segnalazioni, taccuino 2.0
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Un parcheggio nell’agrumeto
Mi è stata segnalata una notizia allarmante: a Massa Lubrense si progettano box auto nello storico e meraviglioso agrumeto “Il Gesù”: «Il 7 maggio [2013] il Comune ha rilasciato il permesso a costruire che autorizza la costruzione di box interrati» … Continua a leggere →
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Salva un antropologo
Tre giorni fa una ragazza palermitana ha postato su Facebook una sua foto con un cartello: «Ogni volta che viene usata l’espressione “famiglia naturale” un antropologo muore fra atroci sofferenze». Dopo 24 ore, probabilmente in seguito alla condivisione che ne … Continua a leggere →