Jean-Luc Mélenchon, candidato alle presideziali francesi per “France Insoumise” (estrema sinistra), ha cominciato la sua campagna elettorale con un comizio in ologramma (che a breve ripeterà moltiplicato per sei), l’ha proseguita con due notevoli performance ai dibattiti televisivi [qui e qui] e la sta concludendo con un video-game online, “Fiscal Kombat“, in cui prende soldi ai ricchi.
Questo percorso, che potrebbe far sorridere o far pensare ad un candidato “virtuale”, in realtà lo ha condotto a raggiungere, secondo il sondaggio più recente, il 19% delle intenzioni di voto, superando Fillon e attestandosi dietro i soli Macron e Le Pen, entrambi sul 23%. Come si può intuire, in questo momento chi riceve le maggiori pressioni è Hamon, il candidato socialista, al quale alcuni chiedono di ritirarsi dalla competizione (che, però, giuridicamente non può fare) per far convergere i suoi voti su Mélenchon e, così, dargli concrete possibilità di ballottaggio. Se restasse tutto così, sarebbe straordinario, ma arrivare al secondo turno risulterebbe un vero e proprio prodigio. Ciò che possiamo dedurne già ora è che la Francia è enormemente polarizzata e con fortissime tensioni anti-sistema: un eventuale ballottaggio tra Mélenchon e Le Pen sarebbe una sfida apertissima, ma anche il primo incubo per l’Europa, come commenta la “Süddeutsche Zeitung“.
Nel grafico qui sopra – tratto dall’ultima newsletter di Francesco Maselli – è particolarmente indicativa la tendenza di Mélenchon e Fillon. Le prossime due settimane, evidentemente, saranno infuocate e, per seguirle al meglio, consiglio di seguire le cronache e le analisi di Francesco Maselli, qui.
Sul fenomeno-Mélenchon segnalo questi altri due recenti articoli:
- Federico Iarlori, “Il fenomeno Jean-Luc Mélenchon“, in “Linkiesta”, 11 aprile 2017 (o su “Eddyburg“).
- Paola Peduzzi, “Mélenchon è così popolare grazie a Sophia Chikirou“, in “Il Foglio”, 11 aprile 2017.
[Ho publicato questo post anche su Fb]