Sono passate 24h dalle frasi nazifasciste di Matteo Salvini («Ci vuole una pulizia di massa; via per via, quartiere per quartiere e con le maniere forti se serve») e mi chiedo se vi siano state reazioni da parte delle istituzioni comunitarie e nazionali. Ad esempio, e in ordine di priorità, il Presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, ha ammonito quel membro del suo Emiciclo? I Presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, hanno dichiarato qualcosa? Il Primo Ministro, Paolo Gentiloni, ha manifestato disappunto? Silvio Berlusconi, che fa prove di alleanza con Salvini, ha fatto almeno un sospiro di sconforto?
Mi direte che bisogna ignorare gli imprenditori della paura e i seminatori di odio (ed è quel che mi aspetto facciano, da subito, i massmedia più seri, a cominciare dalla Rai), tuttavia certi fenomeni non li si può solo evitare, perché è necessario anche porre degli argini chiari e solidi, altrimenti, come con la crepa di una diga, tutto crollerà in pochi istanti.
Come ha twittato Stathis Kalyvas due giorni fa sui populisti al governo: «A lungo si pensa che si sia visto il peggio, ma in realtà non si è visto ancora nulla». Similmente, ieri Sergio Zavoli ha ricordato: «Perché quando i bambini ebrei furono cacciati dalle scuole nessuno si oppose o quasi? Perché prima, con le false verità, si era affermata la tesi che fossero pericolosi. Le false verità preparano il terreno su cui compiere le azioni più tremende».
A sentire l’aria che tira, sembrerebbe che la relazione degli italiani e degli europei col fenomeno della migrazione sia di esasperazione, sospetto, diffidenza, stanchezza. In realtà è solo il risultato della retorica che si è diffusa di più e più facilmente, perché, come invece dimostra l’enorme manifestazione di ieri a Barcellona, l’accoglienza e la solidarietà non sono affatto battaglie impopolari; il sindaco della capitale catalana, Ada Colau, infatti ha detto: «I miei concittadini non solo capiscono, ma mi chiedono sforzi ulteriori. Vedere i bambini morire in mare, mentre le mafie si arricchiscono, non è sopportabile».
E noi – io, la mia famiglia, i miei amici, tu, tuo figlio, tuo padre, i tuoi parenti, i nostri studenti, i tuoi vicini di casa -, da che parte stiamo?
INTEGRAZIONI:
- Saverio Tommasi giudica le parole di Salvini “un punto di non ritorno“: “Matteo Salvini è un mostro sociale“.
- Makkox ha realizzato un fumettone molto intenso per “Gazebo”: “Vedete cosa sta succedendo?“.
- Cécile Kyenge Kashetu condanna le parole di odio di Salvini: QUI.
- Anna Foa ha scritto un editoriale su “Avvenire” del 19 febbraio 2017: “Parole da brivido“.
- Dopo una settimana, un altro episodio, stavolta a Follonica. E, ancora una volta, silenzio istituzionale. Lo sottolinea Gazebo in questo video: «I giornali non ne parlano, Mattarella non ne parla, Gentiloni non ne parla, Renzi l’avete sentito voi? Qualcuno ha detto qualcosa? Io mi chiedo: “Che cosa dobbiamo fare di più di questo?”».
- Alcuni giorni fa è uscito il “Rapporto 2016-2017” di “Amnesty International” (pubblicato in Italia da Infinito Edizioni). Come racconta Riccardo Noury, vi è «una dettagliata analisi della situazione dei diritti umani in 159 paesi e segnala che gli effetti della retorica del “noi contro loro”, che sta dominando l’agenda in Europa, negli Usa e altrove nel mondo […]. Il 2016 è stato l’anno in cui il cinico uso della narrativa del “noi contro loro”, basata su demonizzazione, odio e paura, ha raggiunto livelli che non si vedevano dagli anni Tenta dello scorso secolo».
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INTEGRAZIONE del 12 marzo 2017
Emma Bonino è stata invitata alla convention politica del PD al Lingotto di Torino per parlare del fenomeno migratorio in Italia e in Europa, nonché dei suoi sviluppi futuri, anche sotto il punto di vista demografico e del welfare state. Venti minuti illuminanti, durante i quali, en passant, cita anche una sua conversazione con Nelson Mandela:
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AGGIORNAMENTO del 15 marzo 2017:
Evidentemente è possibile censurare un discorso di odio: l’eurodeputato polacco Janusz Korwin-Mikke, che il 1° marzo fa aveva offeso le donne in Aula (aveva definito giusto che le donne prendessero stipendi inferiori perché «più deboli, più piccole e meno intelligenti»), è stato sanzionato e sospeso dal Parlamento Europeo. All’articolo 11, il regolamento dell’Eurocamera recita che «il comportamento dei deputati è improntato al rispetto reciproco e poggia sui valori definiti nella Carta dei diritti fondamentali». Come ha spiegato il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, «Offendendo tutte le donne l’eurodeputato esprime disprezzo per i nostri valori fondamentali». L’annuncio in aula di Tajani è stato accolto con un applauso.
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