Dunque, la storia è questa.
C’era una volta un romanzo dal titolo stupendo, “Quando sei nato non puoi più nasconderti”, scritto nel 2003 da Maria Pace Ottieri, le cui opere sono caratterizzate sempre da un pizzico di antropologia culturale, ovvero dagli studi che più l’hanno appassionata al tempo dell’università. Quel libro tratta di migrazione attraverso il Mediterraneo e lo si può considerare un capostipite del genere, non solo nel campo letterario, ma anche per il giornalismo e la cinematografia, almeno per l’Italia. Infatti, un paio di anni dopo l’uscita del volume nelle librerie, Marco Tullio Giordana ne propose una versione per il grande schermo, che ebbe anche un discreto successo. Ovviamente amai entrambi, libro e film.
Ora fate un salto di oltre dieci anni e immaginate di ricevere un’email da quella scrittrice, che ha letto sul web alcuni vostri testi e che, trovandosi a Napoli per le festività di fine anno, vorrebbe fare una chiacchierata con voi. Ecco, è quanto è successo a me un paio di mesi fa e poi a fine dicembre; immaginate dunque la mia sorpresa e la mia soddisfazione.
L’ultima tappa di questa vicenda è oggi, almeno per il momento: Maria Pace Ottieri ha pubblicato su «Napoli Monitor» “Brevi viaggi intorno al Vesuvio. Appunti per un reportage“, una prima sistemazione delle informazioni e delle impressioni raccolte nelle settimane scorse, quando oltre ad aver incontrato me, girò intorno al Vesuvio con Antonio di Gennaro. Vi invito a leggere questo articolo, potrebbe essere l’embrione di un futuro libro di Ottieri, in cui è già riconoscibile uno stile: con uno sguardo esterno eppure immerso, parla del nostro territorio, ma, soprattutto, di noi, i suoi abitanti.
PS: non so voi, ma a volte vorrei nascondermi, specie dopo forti emozioni o discussioni intense; poi però mi accorgo di essere nato e, soprattutto, che il mio essere vivo si misura anche col resistere ai nascondigli.
PPS: su questo testo di Ottieri ho scritto anche una riflessione nel merito, disponibile su “Paesaggi Vulcanici“.