L’autostrada “dei Fiori” (A10) unisce Savona e Ventimiglia. Dopo il Confine di Stato e alcuni tunnel, sul territorio francese quella strada prende il nome di “La Provençale” (A8) e va da Menton ad Aix-en-Provence, passando per Nizza.
Tra le gallerie e i viadotti a cavallo della frontiera franco-italiana, negli ultimi mesi si sono registrati molti drammi, al punto che oggi la A8 è definita «via della speranza e della disperazione».
- Nella notte tra il 7 e l’8 settembre il corpo di un giovane è stato trovato sotto il viadotto Sainte Agnes, caduto probabilmente per lo spostamento d’aria dovuto al passaggio veloce di auto e camion.
- Il 7 ottobre, alle 18h15, la 16enne eritrea Milet Tesfamariam è stata fatalmente investita da un camion mentre camminava in una galleria.
- Nella notte tra il 21 e il 22 ottobre un giovane migrante è stato investito da un’auto mentre camminava su un viadotto, morendo.
- Il 5 dicembre una giovane donna di origine africana è rimasta gravemente ferita all’altezza di Eze mentre percorreva a piedi l’autostrada, investita da un’auto (attualmente è ricoverata all’ospedale Pasteur di Nizza).
Nel solo tratto italiano dell’autostrada, la centrale operativa riceve 3-4 segnalazioni al giorno di migranti a piedi lungo l’asse viario, a cui vanno aggiunte le chiamate che arrivano direttamente alle forze dell’ordine.
Sul tratto francese, invece, sono stati apposti dei pannelli luminosi che indicano agli automobilisti la possibile presenza di pedoni, specie di notte quando al visibilità è ridotta.
Intanto, nella parte alta della valle della Roya (che a monte è francese, mentre sulla costa è italiana), alcuni tentano di aiutare i migranti più bisognosi, ma vengono arrestati e processati (le sentenze a carico di due solidali nizzardi saranno emesse ai primi di gennaio).
Sul piano politico-istituzionale francese, invece, la caccia ai migranti e ai solidali è sempre più cinica: il Presidente del Dipartimento delle Alpes Maritimes, Eric Ciotti, ha detto che «nella valle della Roya sono in corso pratiche intollerabili ad opera di delinquenti che sfruttano sofferenza umana ogni giorno, soprattutto dei minori, trasformandosi in “passeurs” (trafficanti di esseri umani)». La replica dei solidali è stata, comprensbilmente, sdegnata.
Dal punto di vista giornalistico, ci sono vari reportage dalla valle della Roya; ne segnalo due particolarmente accurati, anche visivamente: uno di “Libération” (dell’11 ottobre), l’altro di “Le Monde” (del 23 novembre).
Il disegno è di Edmond Baudoin (di ieri, 6 dicembre 2016) e la didascalia recita: «Ci sono degli abitanti della valle della Roya che hanno il torto di aver imparato a scuola il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”».
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Sulla militarizzazione delle frontiere europee e sui mutamenti concettuali (e pratici) da “smuggling” (trasporto illegale di migranti) a “trafficking” (tratta di esseri umani), segnalo l’articolo di Sine Plambech pubblicato da “WOTS Magazine”: “Militarizzare le frontiere per proteggere i migranti“.
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AGGIORNAMENTO del 5 febbraio 2017:
Stamattina alle 7 un ragazzo – di cui non si conoscono ancora le generalità – è deceduto in un tunnel ferroviario tra Ventimiglia e Nizza.
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