In campagna elettorale è così, specie in quest’epoca: si dicono balle, senza ritegno, senza freni, perché l’unico fine è vincere, al di là delle idee, della preparazione e della coerenza. Già il giorno dopo, infatti, quelle gran frasi roboanti vengono tranquillamente smentite, senza che alcuno provi vergogna o imbarazzo. E’ quanto ha fatto Farage dopo Brexit, è quanto sta facendo Trump dopo il trionfo di un mese fa, è quanto fanno in queste ore alcuni italiani con l’Italicum (che prima era una legge elettorale antidemocratica ed ora, invece, è da utilizzare quanto prima; io non lo so, ma registro la fluttuazione). In Francia si sta procedendo sullo stesso schema: qualche ora fa Marine Le Pen, candidata dell’estrema destra alla presidenza francese, ha detto: «Basta con la scuola gratuita per i figli degli stranieri» (per la precisione, ha dichiarato: «Je n’ai rien contre les étrangers, mais je leur dis : “Si vous venez dans notre pays, ne vous attendez pas à ce que vous soyez pris en charge, à être soignés, que vos enfants soient éduqués gratuitement. Maintenant c’est terminé, c’est la fin de la récréation!”», qui e qui).
Non mi rasserena il fatto che potrebbe smentire se stessa il giorno dopo un’eventuale elezione all’Eliseo, perché nel frattempo avrà compiuto qualcosa di irrecuperabile: avrà squalificato ulteriormente il discorso pubblico. Sono sicuro, infatti, che su questo argomento indegno la seguiranno i suoi imitatori, di destra e di sinistra, regalandole punti su punti (perché l’originale attira comunque più delle copie, per quanti sforzi facciano costoro).
Bisognerebbe respingere questa logica alla base, rigettarla in radice, rifiutarsi di partecipare alla strumentalizzazione dei princìpi fondamentali, come la scuola e l’infanzia.
Bisognerebbe convincere Christiane Taubira a prendere coraggio e, finalmente, a candidarsi, smettendola di temporeggiare, come ancora ieri, nel suo ultimo bellissimo post, ma che tuttavia è anche il suo ennesimo rimando rispetto ad una sempre più forte richiesta popolare d’impegno personale.
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PS: Che poi ‘sta cosa della scuola gratuita in Francia… ma dove?
PPS: L’etica, come recita la citazione di Paul Ricoeur fatta da Taubira, è «l’auspicio del vivere bene, con e per gli altri, all’interno di istituzioni giuste».
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Sulla scellerata dichiarazione della leader frontista, la Licra dice che «Marine Le Pen plagia suo padre»:
«[…] Les propos de Marine Le Pen sont évidemment indignes et marquent une rupture avec la tradition républicaine de notre pays et les engagements internationaux de la France. Notamment, le droit à l’éducation est un droit fondamental, proclamé dans la Déclaration universelle de Droits de l’Homme, la Convention européenne des droits de l’Homme et à notre loi fondamentale qui dispose que « la Nation garantit l’égal accès de l’enfant et de l’adulte à l’instruction, à la formation professionnelle et à la culture. L’organisation de l’enseignement public gratuit et laïque à tous les degrés est un devoir de l’État. » […] Comme [son père], elle propose un programme antirépublicain fondé sur la xénophobie.»
Il giorno dopo, “Le Monde” ha pubblicato un fact-checking sulle ultime uscite di Marine Le Pen (che oggi dice di non avere “niente contro gli stranieri”, ma solo “contro i clandestini”, ovviamente): “Scolarisation, retraites, emploi : les intox de Marine Le Pen sur l’immigration“.
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Sul sistema scolastico francese, segnalo questo monologo di quasi 3h di Frank Lepage:
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