La chiusura della frontiera franco-italiana tra Liguria e PACA (Provence-Alpes-Cote-d-Azur) produce, da tempo, morte e ingiustizia, ma anche solidarietà, puntualmente repressa dalle autorità dei due Paesi.
Un mese fa raccontai l’esperienza di Cédric Herrou, indagato per aver aiutato, nella parte francese della valle della Roya, alcuni migranti, trasformando la sua fattoria in un centro di accoglienza.
Ieri è circolata una lettera aperta di sostegno a Pierre-Alain Mannoni, Ingénieur d’Etudes presso la facoltà di Scienze dell’Université de Nice Sophia Antipolis (la versione in italiano è qui). Pierre-Alain è stato arrestato alcuni giorni fa per aver accolto tre donne eritree nella sua auto mentre attraversavano la valle della Roya, ormai soprannominata “maledetta” per i solidali coi migranti. Lui stesso ha spiegato le sue motivazioni in un post su “Mediapart”.
La lettera aperta di sostegno a Mannoni è indirizzata al Président de la République, al Premier Ministre e al Ministre de l’Intérieur ed esprime una forte preoccupazione da parte degli universitari francesi (e non solo) contro la condanna morale e giuridica di tutte le forme di assistenza e solidarietà ai migranti.
La lettera può essere firmata inviando un’email entro stamattina [22 novembre 2016] all’indirizzo univpaca@gmail.com (specificando nome e istituzione d’appartenenza). Oppure si può firmare la petizione online in suo sostegno, già sottoscritta da oltre 40mila persone.
Intanto, Pierre-Alain Mannoni ed altri solidali saranno processati domani, 23 novembre, presso il tribunale di Nizza.

Clicca sullo screenshot per accedere alla petizione online.
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Il 22 novembre 2016 una piena del fiume Roya a Ventimiglia ha trascinato con sé alcuni migranti accampati sulla riva; uno di loro è disperso e le ricerche sono state interrotte.
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AGGIORNAMENTO del 24 novembre 2016:
Ieri [23 novembre] a Nizza si è tenuto il processo a Cédric Herrou e Pierre-Alain Mannoni, accusati di essersi sostituiti al potere pubblico perché solidali coi migranti sulla frontiera franco-italiana. Le sentenze saranno emesse il 4 gennaio 2017 per il primo e il 6 gennaio per il secondo.
Durante l’udienza di ieri, davanti al tribunale si sono radunati circa mille manifestanti, tutti solidali con chi assiste persone in pericolo.
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