Un anno fa pubblicai su Fb un reportage fotografico del cantiere lungo via Campanella, la strada che porta all’estrema propaggine della Penisola Sorrentina, nel territorio comunale di Massa Lubrense. Da alcune settimane erano cominciati i lavori per «l’abbattimento delle barriere architettoniche», finanziati con ben 3 milioni di euro. Mi mostrai subito contrario a quell’opera, perché temevo soprattutto la facilitazione dell’accesso dei mezzi a motore (come già in un altro straordinario sito sorrentino), che avrebbe snaturato il senso di quell’area, avrebbe modificato il valore antropologico del percorso, del distacco, dell’attraversamento, del raggiungimento. La mia voce era accanto a quella di tanti altri amici che, a loro volta, sottolineavano il fragile equilibrio botanico, naturalistico, architettonico, archeologico, artistico di un luogo estremamente denso di ricchezze. (Una esaustiva e preziosa cronologia degli interventi si trova su “Ateneo Lubrense“). Per l’importanza (anche simbolica) di Punta della Campanella e per il clamore suscitato, ci si sarebbe aspettati una cura maniacale dei dettagli, da parte degli appalatatori e dell’Amministrazione Comunale, invece già da un acceso dibattito su Radio Radicale l’impressione fu che il Sindaco non fosse pienamente convinto di quell’opera, per quanto la difendesse. Successivamente, a lavori conclusi, arrivarono le prime conferme della sciatteria: a metà maggio, dopo poche settimane dalla riapertura al pubblico della strada, il continuo passaggio di mezzi a motore aveva già causato i primi danni. All’amarezza delle immagini pubblicate, i politici locali assicurarono che sarebbe stata apposta una barriera (sarebbe dovuta essere la loro prima preoccupazione, invece…), ma da quanto Giovanni Visetti ha ulteriormente documentato oggi [7 ottobre 2016], quella soluzione non è stata mai adottata e ora l’antichissima via Campanella versa nelle condizioni che potete vedere su “Discettazioni erranti”:
Il 3 giugno 2016 l’Amministrazione Comunale di Massa Lubrense annunciò ufficialmente che: «al fine di salvaguardare il sito archeologico di Punta Campanella, ha richiesto alla Protezione Civile la collaborazione per controllare l’accesso alla località, con l’impiego di volontari che proibiscano il transito di qualsiasi veicolo o motoveicolo non autorizzato».
Sarebbe interessante sapere dal Sindaco se tale collaborazione sia stata effettivamente messa in atto e, in caso affermativo, come ne giudichi i risultati.
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AGGIORNAMENTO del 13 ottobre 2016:
Dopo mesi di proteste e di azioni da parte di singoli cittadini e di varie associazioni ambientaliste, una settimana fa tornava all’attenzione generale il caso di Punta della Campanella, in Penisola Sorrentina: sui socialmedia erano state pubblicate le fotografie dei danni alla strada – realizzata solo pochi mesi prima con un finanziamento europeo milionario – causati dall’incuria e dal passaggio (formalmente vietato) di mezzi a motore.
Tre giorni fa [l’11 ottobre 2016], poi, la situazione è arrivata sui giornali nazionali, ma per una faccenda ancora più grave: «i rifiuti provenienti dal cantiere [di via Campanella], che ufficialmente andavano in discarica autorizzata, in realtà sparivano nel nulla. L’impresa aggiudicataria dei lavori, però, chiedeva ed otteneva il pagamento dei costi dello smaltimento a discarica autorizzata, tramite false documentazioni ed artifici contabili».
Dalle verifiche effettuate dal Corpo Forestale sono risultate gravi anomalie nel trattamento e nella movimentazione dei materiali di scarto provenienti dai lavori, per cui – spiega Fabrizio Geremicca – «la Procura di Torre Annunziata ha chiesto ed ottenuto dal gip il sequestro di 90.000 euro sui conti correnti di un’azienda di Sant’Agnello».
L’indagine coinvolge pure l’Ufficio Tecnico del Comune di Massa Lubrense.
Ne hanno scritto anche vari webjournal locali [tra gli altri: Il Gazzettino Vesuviano, Sorrento Press, Stabia Channel, Il Corrierino, Politica in Penisola], ma per una rassegna stampa completa sull’intera vicenda segnalo due post del blog “Ateneo Lubrense”: qui e qui.
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