Le violenze contro gli Oromo in Etiopia

11 agosto 2016

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Tratto da: “Human Rights Watch”, 29 giugno 2016

Gli Oromo sono la principale minoranza etnica etiope: circa 30 milioni di persone che da anni denunciano una progressiva marginalizzazione e persecuzione da parte del governo centrale. Dal 2011 al 2014, scrive Amnesty International, almeno 5000 oromo sono stati arrestati per ragioni politiche; dal novembre 2015 al gennaio 2016, almeno 140 persone sono state uccise dalla polizia durante manifestazioni di protesta nella regione dell’Oromia, ma l’ultimo rapporto di Human Rights Watch (16 giugno 2016) porta questo numero ad oltre 400; in generale la libertà di espressione e di associazione sono fortemente limitate (l’informazione etiope è classificata come “Not free” da Freedom House), così come invece sono largamente praticate la tortura e le detenzioni arbitrarie.
La scintilla delle proteste più recenti è stata un progetto urbanistico volto all’espansione di Addis Abeba sulle terre degli oromo, ma sebbene tale piano sia stato (temporaneamente) accantonato, la crisi è continuata, perché in Etiopia lo spazio che manca è innanzitutto quello politico: l’anno scorso la coalizione al potere da 25 anni ha preso il 100% dei seggi disponibili alle ultime elezioni e gli oppositori sono stati incarcerati.
L’ultima violenta repressione è di pochi giorni fa, quando la polizia ha aperto il fuoco sui manifestanti, uccidendone circa 100 e ferendone diverse centinaia. L’ONU ha annunciato l’invio di osservatori per effettuare una indagine.

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Studio il rapporto tra gli esseri umani e i loro luoghi, soprattutto quando si tratta di luoghi "a rischio"
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