Dopo il sisma del 23 novembre 1980 in Campania e Basilicata, il grande gallerista Lucio Amelio chiese un’opera ai suoi amici artisti di tutto il mondo (amici come Andy Warhol, Keith Haring, Jannis Kounellis, Gilbert & George, Robert Mapplethorpe, Mimmo Paladino, Mario Schifano, Ernesto Tatafiore…). Negli anni si formò una collezione che prese il nome di “Terrae Motus”, patrimonio stabile della Reggia di Caserta dal 1994.
Dal 1° giugno 2016 è possibile riammirarla nel nuovo allestimento (provvisorio) proposto dal direttore Mauro Felicori, presso le sale che fino alla fine del 2015 erano occupate dall’Aeronautica militare.
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PS: sebbene il terremoto dell’80 non abbia alcun legame col Vesuvio dal punto di vista geologico, molte delle opere esposte fanno riferimento al vulcano napoletano. Questo parallelo, tuttavia, è stimolante, così voglio mantenerlo anch’io, per cui ricordo che domani, 24 agosto, è l’anniversario della sua eruzione più celebre.
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Nota a margine: nella Reggia di Caserta non possono accedere i passeggini, a meno che il bambino o la bambina non vi stia dormendo (perché questo divieto? “L’ha deciso il direttore“); in ogni caso, l’ascensore è utilizzabile solo dai disabili (si, loro posso accedere in carrozzina), ergo il passeggino col bébé dormiente dev’essere portato di peso su per lo scalone monumentale (senza svegliarlo!).
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