Sono stato 4 giorni tra Napoli e la Penisola Sorrentina, sono ripartito stamattina, come sempre con un misto di malinconia e sollievo. In questi 4 giorni ho respirato piombo e catrame sul corso Italia da Meta a Sorrento, ho impiegato 45′ per percorrere 5 km in auto, ho superato buche e rappezzi d’asfalto mettendo a dura prova gli ammortizzatori e la pazienza, ho evitato piloti di moto-gp in ritardo per il pranzo con mammà, ho tappato le orecchie per tentare di isolarmi da motori eternamente accesi e clacson ululanti, ho atteso un treno circumvesuviano per 55′, ma sono riuscito a fare anche un giro in collina, dove però ho trovato una specie di discarica edilizia diffusa. Sono stato 4 giorni, quanto un turista medio, ma non so se, in quanto turista, rimetterei piede in un posto così bello e maltrattato.
Sembrerebbe una terra affetta da un grave disturbo dissociativo, tra la realtà oleografica spacciata ai turisti (che, però, scemi non sono) e la realtà quotidiana dei residenti (che si ammalano nel traffico paralizzato e in città ogni giorno più puzzolenti). Il tutto è reso ancor più preoccupante da una ulteriore realtà, quella costruita da certa stampa locale disponibile a trasformarsi in strumento di propaganda, anziché di controllo.
Per fortuna, alcuni giovani se ne accorgono e ne parlano, così come altri tentano di porre il discorso in termini propositivi: pochi mesi fa, ad esempio, il Movimento “22 Dicembre” di Sorrento ricordò l’esistenza, fin dal 2000, di un “Piano Generale Intercomunale del Traffico”, ovvero uno strumento di coordinamento tra i comuni della Penisola Sorrentina, ma incredibilmente mai utilizzato. Che io sappia, malgrado un timido interesse momentaneo, quello strumento è ancora nel cassetto, in un’indifferenza istituzionale transcomunale che ormai vacilla tra l’imbarazzante e lo sfacciato.
Nel caso di Sorrento, inoltre, si aggiunge un vero e proprio scarto culturale, apparentemente incolmabile: ieri, dopo 8 mesi di promesse e rinvii, il Consiglio Comunale ha posticipato ancora una volta ogni decisione in merito ad una proposta popolare di indirizzo per la realizzazione di un parco verde nel centro urbano, sulle macerie di un agrumeto distrutto da un cantiere edile illegale.
L’aria della Penisola Sorrentina è irrespirabile, il traffico è insostenibile, i rumori sono assordanti, le possibilità di girare a piedi o in bicicletta sono praticamente inesistenti, le patologie respiratorie (e non solo) sembrano in aumento, lo stress è a livelli allarmanti. Nonostante ciò, alcuni cittadini avanzano possibili soluzioni, propongono determinati percorsi, suggeriscono specifici indirizzi; eppure non basta, sembra che non sia mai sufficiente a ridurre una distanza tra eletti ed elettori che assomiglia sempre più alla noncuranza decadente dell’Ancien Régime.
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Sorrento, via Capo. Immagine tratta da “Positano News”, 4 ottobre 2016.
Segnalazioni sul traffico eccessivo arrivano spesso e da più parti. Negli ultimi giorni ho trovato particolarmente pertinenti con i temi sollevati dal mio post questi due contributi:
4 ottobre, Salvatore Caccaviello: “Sorrento, è senz’altro Via Capo la vergogna delle vergogne di una città ormai al degrado. Volendo stilare una classifica delle situazioni degradanti del territorio sorrentino, lo stato in cui da anni versa la suggestiva strada, degli alberghi e del lungomare, senz’altro occupa un posto al top. Frutto di un lavoro irresponsabile da parte di amministratori incapaci ma probabilmente scaltri, a cui una popolazione, irresponsabile verso il proprio futuro, continua in modo vergognoso a dare consenso“. Continua: QUI.
5 ottobre, Michele Vitiello: “Un minuto fa, attraversando sulle strisce pedonali a Piazza Matteotti, stavo per essere investito da un motorino che sorpassava un camioncino. Per fortuna ero attento (come faccio sempre nonostante sia sulle strisce) e ho fatto un passo indietro. Lui ha avuto freni buoni e si è fermato a un millimetro. Ora cosa voglio dire, spavento a parte, per piacere RALLENTATE IN PROSSIMITÀ DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI. Guidate con prudenza cari concittadini della Penisola Sorrentina, perché stiamo imitando i comportamenti delle città che tanto critichiamo. E arrivare in un luogo un secondo dopo non vi fa la differenza.
Nel frattempo un #APPELLO agli amministratori comunali di tutti i paesi, da Vico Equense a Massa Lubrense, ripeto un’ovvietà: è il #traffico la causa della maggior parte degli incidenti, sia per la #quantità di veicoli su strade strette, sia soprattutto per lo #STRESS che genera, che aumenta la #distrazione e la voglia di correre. Quindi sedetevi a un tavolo #tuttiinsieme, abbandonate per un attimo le beghe politiche, CHIAMATE GLI #ESPERTI e pensate a soluzioni concrete e strutturali per creare strade alternative che alleggeriscano i flussi. Di traffico si muore.
Non si puó sempre fare affidamento sulla fortuna“. (C’è un’integrazione: QUI).
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INTEGRAZIONE del 17 gennaio 2017:
Il webjournal sorrentino “Agorà” ha pubblicato dei dati allarmanti: “In costiera sorrentina circola quasi un veicolo per abitante. Per la precisione, 0,78 mezzi ogni residente. In un fazzoletto di chilometri, da Vico Equense a Massa Lubrense, il parco veicolare Aci, preso in considerazione in base alle registrazioni al Pubblico registro automobilistico (Pra) a fine 2015, risulta mediamente superiore alle grandi metropoli come Napoli (0,73 veicoli per residente), Milano (0,69 veicoli per abitante), e di poco inferiore a Roma (0,82 veicoli per abitante). Ma si tratta pur sempre di città che hanno estensioni e popolazioni almeno (nella minore delle ipotesi) quindici volte superiori alla costiera sorrentina“. Come osserva su Fb Giuseppe Damiano, il giornalista, “non è solo una questione di mobilità, ma anche – e soprattutto – di vivibilità (e salute)“.
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