Paolo Rumiz, il Vesuvio e la Circumvesuviana

13 luglio 2016

Nel 2002 Paolo Rumiz scrisse un diario di viaggio, che era anche reportage giornalistico a puntate, sulle linee ferroviarie locali d’Italia; partì dalla Sicilia e risalì lo Stivale. Qualche tempo dopo uscì anche il libro cartaceo.

13692620_665355800282983_1101420397454568770_n

Nella puntata sulla Circumvesuviana, in provincia di Napoli, scrisse:

«Il Vesuvio è un vulcano metropolitano. Tra il cratere e le rotaie c’è distanza minima. La gente lo vive con intimità, confidenza. E il treno passa tra gallerie e giardini di limoni, stratificazioni di terrazze, case e balconi “‘n coppa o mare”. L’intasamento è pazzesco. Una giungla irriformabile. Ma ogni cantoniera, ogni stazione, ogni passaggio a livello è guardato e abitato.
La Circumvesuviana è una creatura viva, piena. Anche di ladri. Ladri viaggianti. Colpiscono prima delle stazioni. Tutti lo sanno, e tutto il treno, quando rallenta, lampeggia di occhiate guardinghe. Così hanno istituito anche i vigilantes viaggianti. Ne passa uno, con stivaloni da motociclista e il telefonino con la suoneria da “Guerre Stellari”. Fantastico».

Sono passati 14 anni.

Informazioni su giogg

Studio il rapporto tra gli esseri umani e i loro luoghi, soprattutto quando si tratta di luoghi "a rischio"
Questa voce è stata pubblicata in alterità, citazioni, letto-visto-ascoltato, memoria, sud italia, taccuino 2.0 e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...