Abbiamo sentito parlare del dramma ecologico e umano dei laghi che si prosciugano, tra i casi più noti ci sono quelli del lago d’Aral e del Ciad, ma se ne potrebbero fare molti altri. “Haaretz” ha pubblicato un lungo e interattivo articolo sul ritiro del Mar Morto, il lago salato tra Israele e Giordania. Il prosciugamento del bacino provoca delle voragini (nel 1996 ce ne furono 220, l’anno scorso 5548), per cui sono state abbandonate spiagge e attività commerciali e la stessa strada statale è stata chiusa al traffico.
La ragione principale è nelle dighe che hanno bloccato le acque del lago di Tiberiade e del fiume Giordano per essere deviate verso i campi agricoli: in Israele verso il deserto del Negev, in Giordania verso gli appezzamenti paralleli al fiume e, più a nord, anche in Siria.
Oltre a mettere in crisi l’ecosistema locale, questo sistema sta progressivamente distruggendo l’agricoltura di sussistenza dei contadini palestinesi della valle del Giordano, la più fertile della Cisgiordania.
Per il Mar Morto è stata proposta la costruzione d’un canale di collegamento con il mar Rosso, finanziato dalla Banca Mondiale, ma il risultato non è certo e, soprattutto, questo cambierebbe la natura dell’acqua (tra le più salate, come è noto) e altererebbe la già fragile biodiversità. Inoltre è fondamentale un accordo tra Israele, Giordania e Autorità palestinese, che al momento, però, non sembra all’orizzonte.
[Su Fb ne ho scritto qui]