Godere di Paesaggio. Dal dire al fare

«La Campania ha 40 paesaggi» (Antonio di Gennaro), ognuno «è lo scenario della vita di ciascuno di noi» (Vito Cappiello), perché «il paesaggio è un diario collettivo» (Giovanni Gugg), «è il frutto del lavoro di secoli» (Antonino De Angelis), «quotidiano e caparbio» (Vittoria Brancaccio) e può rappresentare «la strada per uno sviluppo sostenibile» (Peter Hoogstaden): «il paesaggio è tutto» (Annunziata Berrino).

Sabato 5 marzo 2016 a Sorrento (Napoli) si è tenuto il convegno “Godere di Paesaggio. Dal dire al fare”, organizzato dalla “Associazione italiana di architettura del paesaggio” (AIAPP) e dal FAI-Fondo Ambiente Italiano [locandina e comunicato stampa]. L’appuntamento, presso la Sala Consiliare del Comune, ha registrato una notevole partecipazione: dalle 9:30 alle 14:00, una folla di abitanti della Penisola Sorrentina, architetti, agronomi, studenti di Architettura, operatori locali del turismo e dell’agricoltura, studiosi e appassionati si è raccolta per ascoltare e intervenire su uno degli argomenti più sensibili del nostro territorio e del nostro tempo.
Dopo le presentazioni e i saluti da parte di autorità ed organizzatori, i relatori – accademici, studiosi, operatori – hanno delineato, da un lato, la poliedricità del concetto di paesaggio e, dall’altro, gli sforzi per mantenerlo e farlo conoscere, in una continua tensione tra “dire” e “fare”, al fine di “godere” dei luoghi in cui viviamo, nella continua ricerca di benessere e olismo.

Come hanno spiegato le organizzatrici Giulia de Angelis (rappresentante dell’AIAPP per Campania, Basilicata e Calabria) e Antonella De Angelis (responsabile FAI-Baia di Ieranto), «ogni intervento sul territorio, in generale, ma ancor più nella Penisola Sorrentina, deve generarsi da un approccio progettuale focalizzato sulle caratteristiche del paesaggio locale, frutto di una cultura contadina che nel tempo lo ha in gran parte generato, integrandosi con ambiti naturali di pregio e in dialogo con le aree urbanizzate».

L’intervento di Vito Cappiello, docente di Architettura del Paesaggio all’Università “Federico II” di Napoli, ha inquadrato i termini su cui si è poi dipanato il convegno: l’idea di paesaggio in varie discipline come la geografia, la filosofia e l’architettura, nel tempo: dall’età romantica ai nostri giorni, con particolare attenzione al percorso, anche legislativo, che, specie in Italia, si è avuto nel corso del Novecento, dalla legge sui beni culturali del 1939 al più recente codice del 2008 e, soprattutto, alla Convenzione Europea del Paesaggio del 2000.

Nel suo contributo, Antonio di Gennaro, agronomo territorialista, ha presentato lo sfaccettato e ricchissimo quadro della Campania, la regione con più paesaggi d’Italia, ben 40, tra costieri, marittimi, collinari, montani, lacustri, pianeggianti, vulcanici, urbani e rurali. Una pluralità che va conosciuta e sostenuta, anche per ribaltare l’infausta e ingiusta immagine mediatica che la regione ha nel resto del Paese.

Successivamente, Giovanni Gugg, docente di Antropologia Urbana all’Università “Federico II” di Napoli, si è focalizzato sulla dimensione simbolica e relazionale del paesaggio, sulla sua importanza storica e identitaria, per cui la prima forma di tutela è la sua conoscenza: «Vivere in un paesaggio significa essere immersi – in maniera più o meno consapevole – dentro un “testo” in continuo divenire». Il paesaggio, ha spiegato, è una narrazione che richiede sempre più di essere interpretata conoscendone la sua grammatica: visuale, ambientale, naturalistica, storica, identitaria, simbolica.

Vittoria Brancaccio, agronoma e imprenditrice agricola, e, a seguire, Peter Hoogstaden, ingegnere e agente turistico, hanno presentato le loro esperienze “sul campo”, ovvero di operatori che quotidianamente “costruiscono” e proteggono il paesaggio e che con il (bel) paesaggio ci vivono e producono ricchezza. Nella Penisola Sorrentino-Amalfitana i pergolati di agrumi, i terrazzamenti con gli oliveti e tutte le strutture di architettura rurale, come muretti a secco e sentieri, sono una trama di elementi che permettono un riconoscimento necessario sia a chi vi abita, sia a chi vi cerca una dimensione di benessere psicofisico, estetico, gastronomico, relazionale.

A questo punto, riconoscendo il ruolo-chiave del turismo (che è, sì, consumatore di paesaggi, ma anche possibile volano per una loro coerente rigenerazione), Annunziata Berrino, docente di Storia Contemporanea all’Università “Federico II” di Napoli, ha tracciato lo sviluppo del fenomeno turistico in Italia e nella Penisola Sorrentina, evidenziando ritardi e potenzialità di questo settore “economico-industriale” che, oggi, è parte integrante di quel diffuso bisogno di olismo, presente in larga parte dell’Occidente e che, altrove, è già ampiamente offerto dalle località turistico-culturali più avanzate.

Infine, l’intervento di Antonino De Angelis, presidente del Centro Studi e Ricerche “F. M. Crawford”, si è concentrato sul percorso intrapreso in Penisola Sorrentina negli ultimi decenni da coloro che avvertono il paesaggio come l’elemento essenziale per scongiurare lo stravolgimento del territorio, nonché per promuovere una reale giustizia sociale che tenga lontani gli speculatori: un cammino faticoso, raramente sostenuto dagli amministratori locali, che vede la cittadinanza attiva molto più avanti e “indipendente” rispetto alla retorica politica.

A questo punto la parola è passata alla platea, ovvero alla cittadinanza che, attenta al tema e spesso già impegnata ad applicare, in silenzio e in solitudine, le buone pratiche di cura e custodia dei paesaggi e della loro promozione, chiede di fare rete, di restare uniti, di continuare il discorso pubblico impostato oggi. Nell’ordine, hanno preso la parola Giovanni Marino, presidente del Consorzio di Tutela del pomodorino del piennolo del Vesuvio dop e coordinatore del Movimento Cittadini per il Parco, Donato Aiello, presidente dell’Associazione Pro Loco di Vico Equense, e Mariano Vinaccia, titolare della Cooperativa agrumicola Solagri.

In conclusione, gli organizzatori hanno ricordato altre tre occasioni che nei prossimi mesi affronteranno i medesimi temi collegati al paesaggio: ad Amalfi e a Sant’Agnello dal 14 al 16 aprile 2016 per il convegno “Viaggi e soggiorni in Europa nel primo Ottocento”, a Torino dal 20 al 22 aprile 2016 per il 53mo Congresso Mondiale IFLA (International Federation for Landscape Architects) e a Massa Lubrense dal 13 al 15 maggio 2016 per il workshop “A scuola di paesaggio”, che porterà nella pratica i concetti espressi con il convegno sorrentino.

Penisola-Sorrentina_agrumeto

Quest’ultimo appuntamento,in particolare, si svolgerà presso l’azienda agricola biologica e agriturismo ‘Le Tore’ e il Bene FAI-Baia di Ieranto, a Massa Lubrense (Napoli). Obiettivo del corso, rivolto a studenti di architettura, agraria e ingegneria, architetti paesaggisti, imprenditori e operatori agricoli, contadini, giardinieri o semplici appassionati, è quello di permettere ai partecipanti – con lezioni teoriche frontali, con esperti del settore sia architettonico che agronomico e pratica sul campo, guidati da chi gli elementi del paesaggio agrario li realizza e li cura quotidianamente – l’approfondimento della modalità e delle tecniche di realizzazione e conservazione degli elementi caratteristici del paesaggio rurale della penisola sorrentina: terrazzamenti in muratura a secco, tecniche di potatura e innesto degli olivi e degli agrumi, realizzazione degli elementi di protezione degli agrumeti: pagliarelle e frangivento.
Il workshop prevede una quota di partecipazione e circa 50 posti disponibili.
Il termine per le prenotazioni è il 22 aprile.
Maggiori informazioni sui costi e sulle modalità di partecipazione al numero di telefono del FAI-Baia di Ieranto: 3358410253.

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Studio il rapporto tra gli esseri umani e i loro luoghi, soprattutto quando si tratta di luoghi "a rischio"
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