Ecco, magari qualcuno penserà che questo testo è per rimediare allo sconforto di ieri [qui], invece no, nasce spontaneo dal fatto che rifiuto l’indignazione come sguardo sul mondo. M’incavolo, certo, ma poi preferisco agire, ovvero «cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio». Pertanto oggi – con Vi – voglio dire con forza che
l’Italia è anche il Paese dove nei paesi le persone lavorano insieme per preparare la processione di Pasqua o il carnevale, che visto dall’estero ha un sapore e un valore inesplicabile.
L’Italia è anche il Paese dove ovunque ci sono musei bellissimi, paesaggi splendidi e luci struggenti, e molti si incatenano pur di proteggerne la trama.
L’Italia è anche il Paese dove, in una città povera e violenta e piena di criminalità, trovi persone che nonostante tutto restano oneste e, pur partendo svantaggiate, cercano comunque di rimboccarsi le maniche.
L’Italia è anche il Paese dove la cultura, sebbene vilipesa, osteggiata e calpestata, prova a resistere, e ancora molte persone vedono come una cosa importante studiare.
L’Italia è anche il Paese dove, in un’isola perduta nel Mediterraneo, la gente non ce la fa più a vedere i morti portati dal mare e si arrabbia perché si sente abbandonata dallo Stato e non perché i superstiti cercano di salvarsi sulle sue coste.
L’Italia è anche il Paese dove nonostante la lontananza dello Stato, le pensioni inesistenti, la disoccupazione, il welfare insufficiente, le persone cercano di organizzarsi e tirare avanti.
L’Italia è anche il Paese dove si sono formati tanti scienziati che poi, in giro per il mondo, danno lustro alla nostra tradizione accademica.
L’Italia è anche il Paese dove dei piccoli giornali, senza finanziamenti e pubblicità, compiono inchieste coraggiose e informano su conflitti dimenticati.
L’Italia è anche il Paese dove in una terra confiscata alla criminalità, dei ragazzi impiantano un vitigno strepitoso.
L’Italia è anche il Paese dove se crolla un soffitto affrescato da Giotto lo si ricostruisce e restaura perché ha la stessa importanza di una casa.
L’Italia è anche il Paese dove non mancano amministratori illuminati e coraggiosi, che sarebbe meglio sostenere in vita e non celebrare da morti.
L’Italia è innanzitutto vittima di se stessa. C’è un’Italia prepotente, urlona, approfittatrice, squallida, populista che schiaccia e mortifica un’altra Italia che è talmente affaticata dal vivere quotidiano che, temo, non ha più la forza neanche di protestare. E’ questa rassegnazione a spaventarmi di più, oggi, dell’Italia; un avvilimento che di tanto in tanto è anche mio, ma che faccio il possibile per scacciare ogni volta che si presenta, spesso grazie all’aiuto di amici e maestri.
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