Paesaggi da ri-scattare. Percorsi visuali nelle immagini d’epoca della Penisola Sorrentina
Una mostra a cura di Giogg, Teresa Laudonia, Ludovico Mosca, Ausilia Trapani
Villa Fondi, Piano di Sorrento (Napoli), 1-10 settembre 2015
La Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana godono di un patrimonio iconografico immenso che – nel corso dei secoli – è stato prodotto da innumerevoli sguardi, culturali e tecnici. Provenendo da differenti sensibilità e realizzate mediante varie tecniche (pittoriche e litografiche, fotografiche e filmiche, per cartoline o depliant turistici, per documentazione amatoriale o tramite inchieste ufficiali), le immagini di questo vasto “racconto visuale” sono oggi diffuse tra musei e collezioni, tra studiosi e amatori, tra bibliofili e archivisti, senza dimenticare il web che – come un registro laterale – attualmente fornisce modalità inedite e plurali di fruizione e di interrogazione.
Prendendo spunto da una di queste collezioni private e dalla generosa condivisione che il curatore – Ludovico Mosca – ne fa con il suo blog, l’esposizione proposta in questa sala intende sollecitare percorsi visuali plurali, più che interpretazioni univoche, grazie alla versatilità propria del dispositivo fotografico. Questo, osserva Giovanni Fiorentino, ci aiuta a comprendere: «L’occhio dell’apparecchio individua e seleziona, nello scegliere esclude. Essenzialmente incornicia ed espone. Ma nello stesso tempo lavora intensamente per sottrazione, decontestualizzando, limitando lo sguardo». La fotografia – com’è noto – è polisemica; accanto alla sua intrinseca oggettività (quel che ritrae è accaduto o è esistito) vi è sempre, necessariamente, un punto di vista (quello del fotografo, ma anche dello spettatore). Ne deriva che ciò che una fotografia “dice” può essere letto in vari modi e che essa stessa può essere considerata un documento ripetutamente consultabile, perché suscettibile di domande diverse, per risposte sempre nuove.
Spaziando lungo un asse cronologico che va dall’Ottocento ai giorni nostri, la mostra si avvale di dati visivi – in gran parte inediti – provenienti da lastre fotografiche, diapositive a colori, fotografie da pellicola e digitali, filmati in 8 e 16 millimetri, cartoline e depliant. È nella varietà di tali supporti che risiede l’idea basilare di questa rassegna, nella consapevolezza che, sebbene tutti materiali visuali, ciascuno di essi è anche – a suo modo – un media differente, con sue specifiche caratteristiche tecniche e modalità espressive. Riguardarli e rileggerli ha comportato un re-interrogarli, da cui l’invito a “ri-scattare”, tanto le immagini quanto i luoghi raffigurati.
Polisemicità della fotografia e dei concetti di riscatto (con e senza trattino) e di paesaggio (la rappresentazione più ricorrente del nostro territorio) hanno permesso – così – di “giocare” con varie sfumature di senso, declinate in 5 percorsi tematici principali, ognuno sviluppato attraverso più pannelli illustrati, fino ad un totale di 12. Essi hanno assunto la veste di foto-schemi, cioè di veri e propri quadri originali, ciascuno focalizzato su una singola porzione del tema generale tramite una peculiare riorganizzazione del materiale iconografico, ovvero: accostamenti diacronici, ingrandimenti di particolari, estrapolazioni di contesti e moltiplicazioni di fotogrammi. L’itinerario proposto – dunque – segue un doppio binario: quello della ‘picture’ e quello della ‘image’, cioè del mezzo e di ciò che esso riproduce; per questa ragione vengono contestualmente esposti anche strumenti e supporti originali.
Se – da un lato – estrapolare dettagli da lastre d’epoca [sezione 1: “Riguardi”], costruire nuove panoramiche unendo fotogrammi di filmini amatoriali [sezione 3: “Riprese”] e scorgere la stratificazione di alcuni fotomontaggi promozionali [sezione 4: “Ritocchi”] invitano a decostruire lo sguardo per entrare più profondamente nelle immagini e individuarne la grammatica visuale, – dall’altro – le sequenze diacroniche di scatti dedicati a luoghi specifici offrono la possibilità di soffermarsi sul mutamento, sia quando concerne una parabola che dal degrado conduce al recupero [sezione 2: “Riqualificazioni”], sia quando attesta la compresenza nello spazio di memoria ed oblio [sezione 5: “Ricordi”].
Dall’insieme delle immagini selezionate per questa esposizione emerge un ritratto della Penisola Sorrentino-Amalfitana composito, sfaccettato, complesso. Soprattutto – però – risulta un argomento suscettibile di ulteriori approfondimenti ed analisi, sia storici che antropologici, sia visuali che paesaggistici. Ogni volta che guardiamo una fotografia ci attraversano la mente ricordi del passato e sensazioni del presente, perché, osserva Virginia Woolf, «Gli occhi sono collegati con il cervello, e il cervello con il sistema nervoso»; in altre parole guardiamo non solo con la vista, ma anche con la mente e con la cultura, con il cuore e con le emozioni. Ciò significa che quando il nostro sguardo si posa su tali immagini – e, a cascata, sui paesaggi peninsulari che esse ritraggono – reinventiamo il nostro immaginario, poniamo nuovi interrogativi e riceviamo nuove risposte.
Conservare e rendere fruibile in maniera organizzata il grande patrimonio iconografico del nostro territorio è ormai un’esigenza avvertita da un crescente numero di cittadini. La condivisione attraverso i social media di immagini d’epoca dell’area sorrentina è divenuta un fenomeno ragguardevole, per taluni un vero e proprio appuntamento pubblico. Si tratta di una pratica che tende ad autoalimentarsi, agevolata dalla capillarità della rete e dalla facilità dello scambio, ma dietro di essa si celano anche sentimenti, ambizioni ed esigenze come l’attaccamento ai luoghi, la voglia di conoscenza, la necessità di memoria. Premesso ciò, l’auspicio dei curatori di questa mostra è che si possa presto realizzare un grande archivio digitale, unitario ed in continua evoluzione, della sconfinata iconoteca diffusa tra famiglie e collezionisti della “Terra delle Sirene”; una inestimabile documentazione dello stato e dei mutamenti del paesaggio culturale sorrentino-amalfitano che fa parte dell’eredità che abbiamo il dovere di trasmettere alle generazioni future.
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Le immagini presentate nell’esposizione sono tratte dalla collezione privata di Ludovico Mosca. Alcune fotografie inserite nei pannelli sono state gentilmente concesse da Angie Cafiero, Stefania Dragonetti, Claudio d’Esposito e dalla famiglia Filangieri; altre immagini provengono dall’archivio del gruppo facebook “La Nostra Storia“.
L’ideazione dei foto-schemi e la redazione dei testi sono opera dei curatori. Elaborazione grafica dei pannelli a cura di Ludovico Mosca, stampa IDEATOP s.a.s. – Sorrento.
La mostra si avvale del patrocinio dell’Associazione Culturale Oebalus. Studi sulla Campania nell’Antichità e del sostegno del Comune di Piano di Sorrento.
Un ringraziamento particolare – oltre che al Sindaco prof. Giovanni Ruggiero – va al dott. Carlo Pepe (funzionario responsabile) che ha creduto ed investito in questa iniziativa, al prof. Felice Senatore (presidente di Oebalus) per il contagioso entusiasmo, nonché alla famiglia Mosca che ha ospitato numerose riunioni di redazione.
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Rassegna stampa:
- Comunicato stampa della Città di Piano di Sorrento: qui;
- Akmàios: qui;
- La Kermesse: qui;
- Stabia Channel: qui (via-Libero: qui);
- Geos News: qui;
- Il Gazzettino Vesuviano: qui;
- Eventi Oggi: qui;
- Sannio Portale: qui;
- Eventi e Sagre: qui;
- Vico Equense Online: qui;
- ECampania: qui;
- Corso Italia News: qui;
- Ottopagine: qui (l’articolo è consultabile scaricando una app);
- Metropolis: qui;
- Welcome in Campania: qui;
- Libreria L’Indice: qui;
- Corriere del Mezzogiorno: qui (via PressDisplay);
- Carottese: qui;
- Wherevent: qui.
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Reportage fotografici:
Immagini di Iole Filosa (Akmàios) del vernissage del 1* settembre e dell’incontro col sindaco il 5 settembre:
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Ho segnalato questo post sia sul mio fb, che sul gruppo “La nostra storia“.