- Vincenzo Caso, sindaco di Frattaminore (sospeso per una causa contro se stesso dovuta ad un divieto di sosta, quindi candidabile alle prossime elezioni regionali).
- Franco Alfieri, sindaco di Agropoli (idem).
- Nunzio Carpentieri, sindaco di Sant’Egidio del Monte Albino (idem).
- Pino Capasso, sindaco di San Sebastiano al Vesuvio (idem, ma qui il capo dell’opposizione ha pagato la multa ed ora si è sollevato un caso giuridico: è possibile pagare la multa per conto di chi non vuole pagarla?).
- Paolo Rossomando, sindaco di Giffoni Valle Piana (sospeso per una causa contro se stesso dovuta ad una buca stradale che gli ha rovinato l’auto).
- Gennaro Cinque, sindaco di Vico Equense (sospeso per una causa contro se stesso dovuta ad una ordinanza di demolizione per un piccolo locale adiacente alla sua casa).
- Tommaso Amabile, sindaco di Fisciano (sospeso per incompatibilità tra se stesso e il ruolo che ricopre nel consiglio d’amministrazione della Banca che gestisce la tesoreria del suo Comune).
Per queste ragioni, ieri Paolo Barbuto su “Il Mattino” ha lanciato il seguente appello (la cui versione completa è qui):
«partiti, evitate di candidare queste persone e voi, elettori, se ve li ritrovate in lista, per piacere non li votate».
Oggi ne scrive anche Francesco Merlo su “La Repubblica”. E, in particolare, su Capasso afferma:
«Non posso non citare tuttavia Pino Capasso, detto ‘o poeta’, che sindaco da venti anni di San Sebastiano al Vesuvio è sospeso e al tempo stesso non sospeso. La sua sospensione infatti è stata sospesa. ‘O bandito poeta’, come lo chiamerebbe Mario Merola, aveva pregato il capo dei vigili urbani di togliergli (sospendergli) una multa di ben 41 euro per divieto di sosta. Quindi ha denunziato se stesso aprendo il procedimento di sospensione. Mentre però il consiglio comunale decideva, il capo dell’opposizione ‘tomo tomo, cacchio cacchio’ raggiungeva l’ ufficio postale e pagava la multa del sindaco: tié.
Quesito giuridico: è lecito pagare la multa a qualcuno che non vuole pagarla? E la sospensione può essere sospesa ‘iuris et de iure’ o è necessario un procedimento di revoca emesso dall’autorità competente? Certo, la cazzimma che diventa Codice può sembrare divertimento. E invece è una smorfia dolorosa, una partita sospesa sull’Italia, quella dei notabili e dei capobastone, dei capitribù e degli stregoni di provincia, signori di una plebe affamata di favori. Cantava Pino Daniele: “Tengo ‘a cazzimma e faccio tutto quello che mi va / Pecché so’ blues e nun voglio cagnà”».
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AGGIORNAMENTO della serata:
Copio e incollo da un post su fb di “San Sebastiano al Vesuvio News“:
Nel duro articolo pubblicato ieri in prima pagina su “Il Mattino” e scritto da Paolo Barbuto, l’autore ha voluto richiamare una tematica di estrema importanza: quella del voto consapevole.
Se i politici non agiscono secondo coscienza, che almeno lo facciano gli elettori.
Non si è fatta attendere la risposta del Sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, Giuseppe Capasso, che ha inviato una lettera allo stesso quotidiano.
“Quello della multa è stato un errore tragico, che pagherò più caro degli altri, – scrive Capasso – essendo l’unico Sindaco già decaduto e, dunque, impossibilitato a dimettermi“.
Dalla vicenda personale il primo cittadino sposta poi l’attenzione sulla “lesione costituzionale” a suo avviso contenuta nella norma:
“Rimane però il tema di una legislazione elettorale ispirata, non già alla condivisibile esigenza di prevenire conflitti d’interesse e doppi incarichi, ma dal meno nobile proposito di limitare la partecipazione democratica degli amministratori locali, temendone la maggiore riconoscibilità da parte degli elettori“.
Amara e condivisibile la considerazione finale del giornalista che riporta la notizia: “Resta il fatto che la legge si può rispettare, criticare, impugnare. Ma non si può eludere un meccanismo che somiglia molto all’inganno se non a una truffa“.