Si sono inaugurati i settimi “Jeux de la Francophonie” (ne avevo scritto qui) e la cerimonia è stata come tutte le cerimonie d’apertura di manifestazioni sportive internazionali: retorica e pomposa. «W la pace, l’uguaglianza, il fair-play, l’onestà: benvenuti in questa splendida città di gioia e felicità…». Ok, ci sta, fa parte del rituale, d’altra parte si tratta di una recita. Però può capitare che qualcosa si inceppi e arrivi un rapper («imposto dal governo», hanno poi dichiarato degli incavolatissimi amministratori nizzardi) che “sporchi” la cartolina.
Tra inni e sorrisi, ad un certo punto sul palco è piombato Kery James, che ha cantato «Banlieusards», un lungo rap in cui afferma che oggi ci sono due Francia: «qui peut le nier ? Et moi je serai de la 2eme France, celle de l’insécurité, des terroristes potentiels, des assistes» (testo).
In un tweet, il presidente della regione Eric Ciotti ha scritto: «Hollande et Benguigui imposent une chanson scandaleuse et inappropriée sur la révolution des banlieues aux Jeux de la Francophonie». E, ancora, insieme al sindaco Christian Estrosi, ha continuato con il seguente comunicato: «Cette chanson qui appelle à la révolution dans les banlieues n’avait pas sa place ce soir. Au delà de tout, quelle image donne-t-elle au monde francophone de notre pays?!». Le reazioni «indignate» per la «scandalosa» canzone di Kery James, tuttavia, sono molte: qui e qui.
Dal canto suo, il Ministro della Francofonia Yamina Benguigui ha rivendicato con orgoglio la scelta di aver scritturato Kery James: «La chanson soit-disant scandaleuse de Kery James est tout à fait républicaine, beaucoup plus en tout cas que les commentaires lamentables de Ciotti et d’Estrosi. Qu’ils écoutent un peu mieux cette chanson qui incite la jeunesse des quartiers à travailler, à se retrousser les manches. C’est un titre qui appelle à l’unité» (qui).
Il testo di «Banlieusards», in effetti, non incita ad alcuna rivolta, bensì ad una “rivoluzione interiore” attraverso la quale spingere i ragazzi delle periferie a battersi per trovare un lavoro e non essere dipendenti dal sistema: «On n’est pas condamné à l’échec», non siamo condannati al fallimento.
Tornando alla cerimonia, nel suo discorso, il Presidente della Repubblica François Hollande ha detto due cose che, sebbene di maniera, mi sono sembrate particolarmente importanti: una di livello antropologico-culturale, l’altra di politica internazionale (con esplicito riferimento all’attuale situazione della Siria e del Vicino Oriente).
1) «La langue française n’est la propriété d’aucun peuple, d’aucun pays, mais appartient à toutes celles et à tous ceux qui nous font l’honneur de la parler».
2) «Partout dans le monde où les droits des populations sont bafoués nous devons apporter solidarité et concours. […] J’ai une attention toute particulière pour le Liban, pays que nous devons protéger et sauvegarder dans cette région du monde».
Video dell’intervento di Hollande:
Ouverture des 7ème Jeux de la Francophonie par elysee
Al termine dei 7imi Giochi della Francofonia, questo è il “film” dei Jeux di Nizza:
7èmes Jeux de la Francophonie à Nice – 52 minutes par JeuxFrancophonie-Nice2013