Les Jeux de la Francophonie

Una mini olimpiade per soli Paesi francofoni, questo sono, in breve, i Jeux de la Francophonie che avranno luogo a Nizza dal 7 al 15 settembre 2013. Si tratta della settima edizione di una manifestazione sportiva che si tiene ogni 4 anni, a partire dal 1989 e che presenta evidenti connotazioni culturali e politiche.
I Giochi (a Nizza parteciperanno 56 delegazioni da tutto il pianeta) sono solo un aspetto di quel sistema più ampio e complesso che è la francofonia, soprattutto nella sua veste istituzionale, l’OIF, ovvero l’Organizzazione Internazionale della Francofonia. Questo ente, istituito nel 1970 per riunire i Paesi in cui si parla (o si insegna) la lingua francese, ha un peso geopolitico che va ben oltre la comunanza dell’idioma. Nonostante venga ribadito ripetutamente che l’OIF non intende interferire nella politica interna dei singoli Paesi membri, la realtà è che la distanza tra le neutrali “politiche linguistiche” e le politiche neocoloniali, come – solo per fare un esempio – la cosiddetta “Françafrique“, è spesso breve, non di rado volutamente indefinita. In altre parole, sebbene i Paesi della francofonia affermino di condividere reciprocamente dei «valeurs universelles, et souhaitant les utiliser au service de la paix, de la coopération, de la solidarité et du développement durable», non è sempre molto chiaro come essi intendano impegnarsi nel concreto «à l’instauration et au développement de la démocratie, à la prévention, à la gestion et au règlement des conflits, et au soutien à l’État de droit et aux droits de l’Homme ; à l’intensification du dialogue des cultures et des civilisations ; au rapprochement des peuples par leur connaissance mutuelle…» (qui).
Dentro e fuori dall’OIF c’è una ricca e variegata articolazione di organi culturali, giuridici, politici, sportivi transnazionali come un’Agence universitaire, un’Assemblée parlementaire, l’Association des hautes juridictions de cassation e così via, a ribadire i legami commerciali, economici, politico-istituzionali e amministrativi. Malgrado i princìpi paritari generali, in esse la Francia ha – ed è difficile immaginare una realtà differente – un peso maggiore rispetto a qualsiasi altro membro dell’Organizzazione: il suo interesse a conservare e ad alimentare questo legame – innanzitutto culturale – tra essa e gli altri membri è indubbio. Il pensiero, dunque, non può che posarsi sul suo passato coloniale, ma, per quanto sia corretto sottolineare tale filiazione storica della francofonia, esso non è sufficiente a descrivere e a interpretare il contesto attuale in cui si muove ed opera l’OIF. La comunanza della lingua non è, cioè, un fine così decisivo, definitivo e determinante per tenere insieme delle realtà sociali tanto lontane e “altre”, spesso resesi indipendenti in maniera traumatica proprio a spese della potenza militare francese. La ragion d’essere della collettività francofona mondiale, pertanto, è da ricercare nello scenario globale contemporaneo così frammentato e cangiante, un panorama altamente instabile e in repentino mutamento che richiede una nuova strategia internazionale con cui sviluppare nuove alleanze e nuove connessioni. Evidentemente, la coesione del gruppo passa ancora, nonostante le enormi dimensioni di questa specifica “comunità”, attraverso l’individuazione di un elemento particolare, di una giuntura specifica (l’idioma, nel caso della francofonia) che ha finalità planetarie ben più ampie e complesse (economiche, politiche e simboliche), come si può cogliere dal motto dell’OIF: «Egalité, complémentarité, solidarité».

Intanto, in vista dell’apertura dei Giochi di Nizza, oggi è stato annunciato che l’inaugurazione dei settimi Jeux de la Francophonie sarà presieduta dal Presidente della Repubblica François Hollande.