La più bella festa popolare della Penisola Sorrentina è quella di San Pietro a Crapolla. Si tratta di una sorta di pellegrinaggio “al contrario”, in cui invece di ascendere ad un monte sacro, si discende ad una marina incantata. Ogni 29 giugno si parte alle 6 di mattina da Torca, il villaggio in cima alla falesia, si celebra la messa alle 7 all’aperto, si gustano dolci fatti in casa e si respira l’alba senza alcuna bancarella commerciale. Il culto sembra più rivolto alla superba natura circostante che, come dice un mio caro amico, all’«incolpevole Padre della Chiesa». Lo spirito della festa è molto ben sintetizzato in questa fotografia di Lello Acone (29 giugno 2013):
Crapolla è una piccola e antica marina di pescatori/contadini, quella – racconta la leggenda – dove San Pietro sbarcò per cristianizzare la Penisola Sorrentina. Disabitata o, comunque, frequentata da pochi e con misura, la Marina di Crapolla (o Fiordo di Crapolla) si trova sul versante meridionale del territorio di Massa Lubrense, ovvero sulla costa più ripida e verticale, quella che affaccia sul golfo di Salerno. Per giungervi, bisogna discendere oltre 700 scalini, con un dislivello di circa 300metri. Il percorso, dunque, è unico e sembra condurre indietro nel tempo, ricalcando i passi di generazioni arcaiche e immortali.
Da qualche anno, nei pressi della minuscola cappella costruita nel 1949 da un emigrato rimpatriato, sui resti di una ben più antica e fastosa abbazia, la parrocchia che ne amministra il culto ha installato un grande crocifisso che deturpa la magnificenza e la sacralità del luogo. Tuttavia, al di là di questo, a Crapolla si continua ad essere soli con il creato e il giorno della festa di San Pietro si torna a vivere una rara esperienza di comunità.
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INTEGRAZIONE del 29 maggio 2016:
La sera del 27 maggio 2016 ho scritto il seguente post per i miei amici su fb, linkando il post qui sopra:
Se andate a Crapolla ne rimarrete incantati, ma se ci andate il 29 giugno (tra un mese), allora parteciperete alla festa religiosa popolare più bella della Penisola Sorrentina e quell’esperienza farà parte per sempre di voi. Al link qui in basso ne trovate una breve presentazione che ho scritto tre anni fa.
Oggi l’Amministrazione comunale di Massa Lubrense ha invitato a segnalare quel luogo al Governo per l’operazione “Bellezza”, di cui probabilmente avete sentito parlare. Certamente Crapolla lo merita perché, come scrivono i promotori dell’appello, oltre ad essere uno «straordinario patrimonio culturale» è anche un «paradiso ambientale – archeologico – spirituale». Tra le parole utilizzate, però, ce n’è una che mi ha messo i brividi: “valorizzazione”. Non c’è termine più abusato e travisato, a meno che non sia declinato come sottrazione: per “valorizzare” Crapolla, ad esempio, basterebbe rimuovere quell’enorme croce apposta alcuni anni fa dalla parrocchia del villaggio più vicino, un’ostentazione che in un paesaggio di impareggiabile armonia non è altro che una nota stonata, un urlo nel bel mezzo di un anfratto di silenzio e meditazione.