Qualche mese fa è uscito un film locale, che ovviamente ha difficoltà di distribuzione, su una delle zone d’Italia più “oscure” e “ignote” (ma proprio per questo affascinanti e stimolanti). Si intitola «Aspromonte. Tutta un’altra storia». E’ diretto da Hedy Krissane, un regista italo-tunisino, e si basa su un soggetto di Tonino Perna.
Non ho visto la pellicola, ma a intuito mi sembra che rientri in quel filone di cine-marketing territoriale che ha in «Basilicata coast to coast» [una mia analisi, qui] il suo esempio più noto (e riuscito). Partendo dagli stereotipi dell’area in oggetto (zone arcaiche di un Sud ambiguo e, talvolta, pericoloso perché terra di “onorata società” e di rapimenti) e utilizzando l’espediente della narrazione on the road, dunque di progressiva scoperta dei luoghi che – visivamente – si traduce in ricorrenti sequenze panoramiche di grande impatto emotivo (paesaggi naturali, profili di paesi abbandonati, villaggi arroccati), questo genere di film propone una nuova immagine (un nuovo stereotipo?) del Mezzogiorno italiano, quale terra in cui natura, cultura, economia, tecnologia, tradizione e innovazione convivrebbero in maniera equilibrata.
Ripeto, non ho visto il film e mi auguro di poterlo fare presto. Intanto, però, queste sono le mie impressioni iniziali, dopo aver visionato il trailer.
Sinossi: «Un imprenditore brianzolo (Franco Neri) arriva in Aspromonte per far firmare urgentemente al fratello musicista, in tournée estiva, un importante contratto. Dopo un primo incontro, il fratello scompare nel nulla e, temendo che sia stato rapito come accadeva negli anni Ottanta per richiedere un cospicuo riscatto, l’imprenditore comincia a cercarlo per mari e monti, con l’aiuto di un agente investigativo del corpo forestale. L’attraversata on the road dell’intera Calabria si trasforma per lui in un’occasione per riflettere sul senso della vita e sui rapporti umani».
Ulteriori informazioni sono fornite dal backstage del film (23’06”):
(Dal minuto 13’35” ci sono scene girate al Santuario di Polsi)