La reazione collettiva allo sconcerto

La stampa riferisce che la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini è stata contestata da alcune persone durante i funerali della coppia suicidatasi a Civitanova Marche perché immiserita dalla crisi economica.
Michele Serra ne ha scritto un’Amaca (7 aprile 2013):

amaca_serra_michele_2013.04.07

Michele Serra ha ragione, ma in parte. E’ vero che attualmente c’è disillusione e rabbia verso le istituzioni e, in particolare, verso la politica, ma quel che è successo a Civitanova Marche riguarda una condizione più generale, quella della gestione collettiva del dolore, anzi dell’angoscia. I momenti di cordoglio sono spesso anche di sconcerto, cioè si è così sconvolti che possono compiersi gesti irrazionali e scomposti per il bisogno di liberarsi della tensione, della pressione, dell’inquietudine. In questo momento storico Laura Boldrini è “lo Stato” – come l’autore specifica in apertura del suo commento – e lo Stato è qualcosa di superiore, che ha responsabilità e poteri non accessibili ai singoli (agli “umani”, verrebbe da dire). Dinnanzi ad uno sconvolgimento enorme (in-credibile) non abbiamo strumenti adeguati per gestire – nell’immediato – il disorientamento, allora sfoghiamo il turbamento e la confusione (che passano dalla dimensione individuale a quella collettiva) cercando un senso (ovvero: un responsabile) a ciò che riteniamo inammissibile. Un dramma enorme non può che avere un colpevole colossale e, per certi versi, esterni al nostro mondo esperienziale. Lo Stato, appunto.
La contestazione in oggetto, dunque, è piuttosto comprensibile (anche se, ad uno sguardo lucido, non certo giustificabile), considerando il disperato gesto dei due coniugi ridotti in miseria dalla crisi economica. Lo stesso meccanismo avviene in caso di disastro naturale, dove (spesso ma non sempre) le responsabilità umane e dello Stato sono parziali e limitate. 
Probabilmente, dunque, il dissenso non era né alla Presidente Boldrini, né allo Stato in sé, ma era una forma di elaborazione del lutto, una modalità con cui esprimere sconcerto nei confronti di un dramma enorme e “impensabile”.
Nell’eruzione vesuviana del 1872, ad esempio, ci furono contestazioni di alcuni abitanti verso il sovrano andato visita ai sopravvissuti e sui luoghi devastati. E lo stesso accadde nell’eruzione del 1944, come riporta “La Stampa” del 23 marzo di quell’anno:

La Stampa 24-3-44-p1

Ma forse il caso più noto è la protesta che subì il Presidente Sandro Pertini nel 1980 in Irpinia, quando alcuni terremotati gli urlarono di andarsene, tirandogli una pietra che gli sfiorò il viso (e va considerato che 30 anni fa fu l’unico politico ad andare di persona, e nell’immediato, sui luoghi disastrati, lanciando poi un appello alla solidarietà nazionale che risuona ancora nelle coscienze di molti) [qui e qui].
Cronologicamente, l’ultimo caso è di pochi mesi fa, all’indomani del terremoto in Emilia, quando il Primo Ministro Mario Monti fu oggetto di disapprovazione da parte degli sfollati già nella sua prima visita a maggio [qui].
La rabbia delle persone di Civitanova, dunque, non è contro Boldrini, forse nemmeno verso “lo Stato”, probabilmente non è verso nulla in particolare, piuttosto è solo il segno che la crisi è ormai disperata e che, dunque, i parlamentari neoeletti non possono perdere altro tempo.
Come disse nel 1980 Pertini, “il modo migliore di ricordare i morti è quello di pensare ai vivi“.

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Altri esempi di recenti contestazioni in seguito ad un disastro sono al primo commento.

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Ho scritto una prima versione di questa riflessione anche tra i commenti di un post di Laura Boldrini: QUI.

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AGGIORNAMENTO del 9 novembre 2014:
A Carrara, come già in altre località italiane in questo autunno, è stata inondata da forti piogge che il territorio non è stato in grado di far defluire e smaltire. I danni sono notevoli e la popolazione è esasperata: “L’ira di Carrara: 2.000 in Comune. Alta tensione e sassi al sindaco. La protesta in piazza tra fumogeni, cori e tafferugli con la polizia” (articolo di Simone Innocenti, in “CorSera”, 8 novembre 2014).

Informazioni su giogg

Studio il rapporto tra gli esseri umani e i loro luoghi, soprattutto quando si tratta di luoghi "a rischio"
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3 risposte a La reazione collettiva allo sconcerto

  1. giogg ha detto:

    Maggio 2012: Fischi a Monti. Oggi intanto nei comuni epicentro del sisma è arrivato il presidente del Consiglio. Giunto davanti al municipio di Sant’Agostino, paese dove sono morti 3 operai, Monti è stato accolto da un gruppo di sfollati che lo hanno fischiato e contestato aspramente. “Andatevene a casa – gli è stato urlato -. E’ incredibile che proprio adesso il governo pensi di togliere gli indennizzi dello Stato ai terremotati”. QUI
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    Ottobre 2011: E intanto attivo, ad Aulla, dove già dai primi momenti molti cittadini puntavano il dito contro il sindaco per il mancato allarme, oggi è scoppiata la rabbia. Una donna ha dato di «assassino» proprio al sindaco mentre qualcuno se l’è presa anche con il presidente della Regione Enrico Rossi. Poi, quando lungo l’argine del Magra alcune persone intente a ripulire i loro negozi hanno visto passare un corteo di 4/5 auto, è partita la contestazione. A bordo di una di queste c’era Matteoli. QUI
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    Ottobre 2009: Il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo è stato contestato al suo arrivo alla prefettura di Messina dove giungeranno anche Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso. Un gruppo di residenti ha urlato al governatore “Ci vogliono i morti per agire e fare qualcosa”. QUI

  2. giogg ha detto:

    Il commento che ho scritto sul profilo fb di Boldrini è questo:

  3. giogg ha detto:

    L’ha ribloggato su Paesaggi vulcanicie ha commentato:

    Dopo un disastro o un evento scioccante, è frequente che le popolazioni sinistrate contestino le autorità giunte in visita sui luoghi sconvolti. Ne scrissi l’anno scorso in seguito alle contestazioni subite dal Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, ai funerali di una coppia di imprenditori suicidatasi a Civitanova Marche a causa della crisi economica. Feci rapidamente altri esempi, come le contestazioni vesuviane ai sovrani nel 1872 e nel 1944 o quella dei terremotati irpini a Pertini nel 1980. Stamattina mi è tornato in mente quel post dopo aver letto della sassaiola contro il sindaco di Carrara da parte dei cittadini alluvionati. Naturalmente, si potrebbero citare numerosi altri esempi, a cominciare dalla recente alluvione di Genova e via via sempre più indietro, di disastro in disastro. (E’ quanto mi propongo di fare tra i commenti di questo post o in uno ex-novo che prima o poi scriverò).

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