Un inizio d’anno con arte e bellezza.
A Roma:
- Sulla Via della Seta. Antichi sentieri tra Oriente e Occidente, Palazzo delle Esposizioni, fino al 10 marzo 2013: un tema interessante sulla “globalizzazione del mondo antico” messo in mostra dall’American Museum of Natural History di New York e con una sezione italiana a cura di Luca Molà, Maria Ludovica Rosati e Alexandra Wetzel. L’esposizione “ripercorre il lungo viaggio da oriente verso occidente nel periodo tra il VII e il XIV secolo d.C, rappresentando la moltitudine di culture che animavano la Via della Seta attraverso la ricostruzione di quattro città simbolo: Chang’an, l’odierna Xi’an, la capitale cosmopolita della dinastia cinese dei Tang; Turfan, città-oasi del deserto del Gobi; Samarcanda, grande centro mercantile e culturale; e infine Baghdad, capitale del mondo islamico e sede del califfato“. A dispetto del fascino e dell’importanza dell’argomento, l’esposizione non è soddisfacente, soprattutto nelle integrazioni effettuate per l’allestimento italiano. La prima sala, ad esempio, vorrebbe essere di contestualizzazione storica, ma si risolve in un’amalgama confuso di nozioni date per scontate o non approfondite. Discutibile – ma è uno stile museografico nordamericano – la scelta iperrealista di allestire un mercato con voci di venditori e ragli d’asino o di esporre alcune riproduzioni di cammelli a grandezza naturale. La traduzione in italiano delle didascalie americane è talvolta letterale e non contenutistica, ci sono degli errori ortografici e lo stile linguistico tra una tipologia e l’altra di pannelli è contraddittoria (alcuni sembrano una narrazione, altri sono a carattere storico, altri ancora di natura più tecnica: a volte in terza persona, altre in seconda). L’illuminazione è piuttosto sciatta, con ombre sulle didascalie e con fari posti alle spalle dei visitatori, i quali sono costretti a trovare la posizione giusta per non oscurare i pannelli e gli oggetti esposti. L’interattività, per contro, è curata bene e presenta soluzioni variegate: in un angolo, ad esempio, sono presenti dei vasi in cui odorare i profumi d’oriente commercializzati lungo la via della seta e in un’altra sezione c’è un tavolo multimediale, navigabile in touch-screen da più utenti contemporaneamente, in cui è raffigurata una mappa euro-asiatica e su cui si possono evidenziare alcune notizie geografiche, storiche, culturali e così via (molto ben fatto). Altre info: QUI e QUI.
- Robert Doisneau. Paris en liberté, Palazzo delle Esposizioni, fino al 3 febbraio 2013: uno dei più celebri fotografi del Novecento, che con le sue immagini ha contribuito a costruire e a cementare il fascino romantico della capitale francese. L’esposizione non segue un andamento cronologico, ma tematico tra i vari soggetti dell’opera di Doisneau e questo ne rappresenta il principale pregio: si snoda tra più stanze, ma il cuore è un’ampia sala al cui centro sono state allestite quattro pareti a forma di croce che permettono di avere 8 superfici in più su cui sistemare le fotografie e che danno, inoltre, movimento al percorso (si ha la sensazione di passeggiare tra le fotografie). E’ presente un video con interviste sull’autore e sue fotografie di commento e, infine, ci sono dei box a se stanti (anche il colore delle pareti è diverso: azzurro piuttosto che bianco) dedicati a temi precisi, come ad esempio il mercato di Les Halles. Proprio questi “approfondimenti” sono, a mio avviso, il punto più alto della mostra: gli spazi in cui Doisneau viene presentato non solo come un esteta o un romantico, ma soprattutto come un documentatore della vita quotidiana. Ulteriori info: QUI.
- Vermeer. Il secolo d’oro dell’arte olandese, Scuderie del Quirinale, fino al 20 gennaio 2013: la prima volta a Roma di una rassegna su Johannes Vermeer, massimo esponente della pittura olandese del XVII secolo. Considerato l’esiguo numero di quadri dipinti dall’artista olandese (36 in tutto, ma qui ne sono presenti 8), la mostra include opere di contemporanei di Vermeer in quello che è considerato “il secolo d’oro della pittura olandese”: Carel Fabritius, Pieter de Hooch, Emmanuel de Witte, Gerard ter Borch, Gerrit Dou, Nicolaes Maes, Gabriël Metsu, Frans van Mieris, Jacob Ochtervelt e Jan Steen e altri (per circa 50 opere esposte). L’esposizione – curata da Sandrina Bandera, Walter Liedtke, Arthur K. Wheelock Jr. – è ricca e raffinata, con spiegazioni esaustive ma non eccessivamente lunghe e stancanti. La gran folla, come sempre alle Scuderie del Quirinale è ciò che può disturbare la visione delle opere, ma durante la settimana e verso la fine dell’esposizione la quantità di visitatori è sensibilmente minore e non reca particolari disagi. Ulteriori info: QUI e QUI.
- Don Chisciotte, musica per balletto di Ludwig Minkus (prima: 1869), diretto da Nir Kabaretti (coreografia: Marius Petipa e Alexander Gorsky), Teatro dell’Opera, 4 gennaio 2013: si tratta di un balletto in un prologo e tre atti (per una durata di 2h, più le pause), eseguito dall’Orchestra e dal Corpo di Ballo del teatro romano, che narra le vicende sentimentali della bella Kitri (Quitera), innamorata di Basil (Basilio), ma che subisce l’irruenza del ricco Gamache (Comacho) e solo marginalmente fanno capolino Don Chisciotte e il suo scudiero Sancho Panza. La musica, ottimamente eseguita, è stata interpretata dai ballerini in maniera molto rigorosa, quasi fossero dei mimi, “raccontando” col corpo in maniera chiara le tortuose vicende della storia, che tuttavia mostra i suoi anni e lo stretto legame con la sua epoca ormai sorpassata (pieno Ottocento). Insomma, un balletto classico che fa sempre piacere “sentire”. Ulteriori info: QUI e QUI. Il video completo di una rappresentazione in Giappone è QUI (2h).
A Genova:
- Acquario di Genova: un luogo affascinante per come riesce a trasportare su un mondo “altro” quale quello degli abissi del mare. Le ampie vasche, la cura delle didascalie e, soprattutto, le esaurienti spiegazioni delle guide rendono la visita molto piacevole e istruttiva. Il costo del biglietto (19 euro) può apparire elevato, ma invece, una volta usciti, sembra ampiamente giustificato dalla tipologia del “luogo espositivo” (i costi fissi di un acquario di quelle dimensioni devono essere enormi) e dalla cura del percorso. La presenza dei bambini e delle rispettive famiglie è numerosa, il ché fornisce all’itinerario un carattere giocoso e vivace. L’aspetto più interessante è stata l’interazione con una guida (una biologa marina), alla quale ho chiesto in cosa a suo avviso si distinguono lo zoo e l’acquario (la risposta è stata verosimile, ma non la riporto, così lascio aperto il dibattito: dite la vostra). Website ufficiale: QUI.
- Museo Luzzati a Porta Siberia: più che un museo, si tratta di uno spazio espositivo in cui periodicamente vengono allestite mostre tematiche sugli argomenti di cui si è occupato Emanuele Luzzati. Fino al 27 gennaio 2013 (biglietto 5 euro) è in esposizione Pinocchio, con opere di molti pittori e scultori, tra cui Jacovitti, Mimmo Paladino e, ovviamente, Luzzati. Si tratta di un viaggio emozionante in una delle favole più belle di sempre. Website ufficiale: QUI.