La fine del mondo

Com’è possibile che il mito di una cultura lontana, per di più estinta, sia diventata di dominio mondiale? Com’è possibile che addirittura un governo – il governo di una nazione importantissima come la Russia – debba emettere un comunicato in cui smentisce ufficialmente che ci sarà la fine del mondo? Ne scrive oggi (5 dicembre 2012) Fabrizio Dragosei sul “CorSera”: Il governo russo rassicura: «Non ci sarà l’Apocalisse». Panico in tutto il Paese per la profezia dei Maya (QUI).
Il tema è davvero interessante e, personalmente, mi affascina non poco.
Le ragione di tanto “successo”, come sempre accade con le questioni complesse, sono molteplici. Semplificando, direi che da un lato dipende dalla globalizzazione della comunicazione (e la pervasività con cui è atteso il prossimo 21 dicembre ci dà la misura delle dimensioni planetarie della cultura di massa contemporanea: it’s a gangnam style…) e da un altro lato, nel caso specifico russo, c’è da considerare le ansie di quel popolo, i traumi del suo recente passato, le attese su un futuro incerto per tutti, ma con ogni probabilità, in quel contesto, particolarmente incontrollabile.
Non conoscendo la realtà russa, tuttavia, non mi ci dilungo e sottolineo, piuttosto, due aspetti generali della questione, ovvero del perché il “mito” del 21 dicembre 2012 è entrato così dentro il nostro immaginario.
Di questa storia ci colpiscono sostanzialmente due cose: una è nel significante, l’altra nel significato.
Da una parte, cioè, la “profezia” dei Maya proviene da una cultura misteriosa, in quanto antica, scomparsa, ma soprattutto esotica. E questo può essere ricondotto al fascino del diverso-da-me, che è sempre inquietante e magnetico allo stesso tempo. C’è una lunga letteratura in proposito.
Da un’altra parte è il contenuto stesso di quella predizione: la fine del mondo. Questo tipo di divinazione è presente in ogni cultura storica conosciuta e indica il definitivo esaurimento del tempo, ovvero il momento escatologico per eccellenza, quello in cui viene disvelata la verità sulle cose, quello della venuta del Messia. E’ proprio per questa ragione che predizioni di questo tipo vengono dette anche “messianiche” (talvolta prendono anche il nome di “millenarismi”, per la convinzione di origine cristiana che la durata delle ere è di mille anni, appunto: ricordate l’attesa e l’ansia per il 2000?).
Rivelando il senso profondo di come le varie culture hanno plasmato l’idea della precarietà umana e del destino (così come della colpa e del caso: «come ha precisato acutamente il patriarca d’Ucraina, “l’Apocalisse arriverà, ma sarà provocata dal declino morale dell’umanità, non da un allineamento di pianeti alla fine del calendario Maya”»), le catastrofi “finali”, ovvero le apocalissi che ciascuna società immagina per se stessa e per l’umanità intera, non sono, però, sempre escatologiche, non hanno sempre una funzione morale; talvolta, infatti, sono poste all’inizio del tempo umano, nel momento cioè in cui assumono la funzione di fondamento stesso dell’umanità e dell’ordine culturale. E’ così che, ad esempio, gli Sré dell’Indocina credono che l’umanità derivi da una catastrofe primordiale, da un’inondazione colossale (QUI). Un po’ come il diluvio universale che ci insegnano al catechismo, ovvero quell’evento straordinario che le religioni abramitiche (ma anche molte altre) ritengono contemporaneamente la fine di un mondo e l’inizio di un altro, ovvero questo in cui viviamo.
Insomma, il prossimo 21 dicembre il mondo non finirà. E se finirà, ricomincerà.

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Studio il rapporto tra gli esseri umani e i loro luoghi, soprattutto quando si tratta di luoghi "a rischio"
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23 risposte a La fine del mondo

  1. giogg ha detto:

    “Corriere della Sera”, 5 dicembre 2012, QUI

    Per riportare la calma le autorità sono intervenute con comunicati «sovietici»
    IL GOVERNO RUSSO RASSICURA: «NON CI SARA’ L’APOCALISSE»
    Panico in tutto il Paese per la profezia dei Maya
    di Fabrizio Dragosei

    MOSCA – Diverse persone in tutto il mondo credono veramente che il 21 dicembre il mondo finirà, quando giungerà al termine un ciclo di 5.125 anni previsto dal calendario Maya. In Russia però la cosa è stata presa assai seriamente da un popolo che dopo il crollo dell’ideologia comunista ha cercato nuovi punti di riferimento, anche nelle sette più stravaganti. Così c’è chi fa incetta di beni di prima necessità, dai fiammiferi alle scatolette di salmone. E chi semplicemente non regge alla pressione psicologica, rendendo necessario l’intervento di psicologi e sacerdoti.
    Le autorità sono spaventate e per cercare di riportare la calma non hanno pensato a nulla di meglio che a dichiarazioni apodittiche in puro stile sovietico. Qualcosa tipo «noi lo sappiamo, non ci sarà assolutamente nessuna catastrofe». A parlare è stato il ministro della protezione civile in persona: «Ci sono metodi per monitorare quello che succede nel mondo», ha dichiarato Vladimir Puchkov. Poi si è imbarcato in uno stranissimo ragionamento (tutto da dimostrare): «Catastrofi globali avvengono una volta ogni dieci, quindici milioni di anni e gli ultimi cataclismi seri si sono verificati alcune centinaia di anni fa». Quindi, per ora, nessun rischio. Naturalmente questo non vuol dire che non ci saranno inondazioni, tornado e carestie. Ma il mondo non finirà.
    Le rassicurazioni, comunque, non sembrano aver tranquillizzato tutti. Nella prigione femminile del paese di Gornoye, vicino Vladivostok, i discorsi sulla profezia avevano creato un profondo turbamento delle recluse, alcune delle quali erano riuscite a evadere. Così è stato convocato un sacerdote, padre Tikhon.
    La chiesa, naturalmente, non nega che un giorno ci sarà la fine del mondo. Ma come ha precisato acutamente il patriarca d’Ucraina, «l’Apocalisse arriverà, ma sarà provocata dal declino morale dell’umanità, non da un allineamento di pianeti alla fine del calendario Maya».
    A Chelyabinsk, in Siberia, si sono comunque dati da fare per costruire un arco di ghiaccio in stile Maya. E l’hanno piazzato nella centrale via Karl Marx. A Ulan Ude, la capitale della repubblica di Buryatiya tra il lago Bajkal e la Mongolia, l’attesa per il 21 dicembre è diventata frenetica a causa delle predicazioni di un monaco tibetano chiamato «l’oracolo di Shambhala». La gente si è affrettata ad accumulare provviste di candele e pesce secco per sopravvivere a un lungo periodo di buio e carestie. Lo stesso panico ha colpito anche la cittadina di Omutninsk, ai piedi degli Urali, dopo un articolo scherzoso del giornale locale sulla profezia dei Maya: nei negozi non si trova più una candela.
    Alcuni russi prendono molto sul serio le profezie: qualche anno fa 35 persone si chiusero in una galleria scavata sottoterra per dar retta alla parole di un santone che (anche lui) aveva predetto la fine del mondo. La polizia ci mise sei mesi a convincerli a uscire fuori.
    Nelle grandi città c’è invece chi ha preso l’intera questione come una buona occasione per farsi quattro risate. Un agente di viaggi ha messo in vendita biglietti per il paradiso e per l’inferno. Una azienda di Tomsk, nella Siberia occidentale, ha lanciato un kit di sopravvivenza da 20 euro con cibo in scatola, l’immancabile bottiglia di vodka e anche corda e sapone per chi pensasse di non riuscire a reggere allo stress.
    Ma le autorità, come abbiamo visto, non prendono la cosa sottogamba. Un gruppo di deputati ha chiesto alle televisioni di non parlare più della profezia. E il direttore dell’Istituto di Sanità ha proposto di trascinare in tribunale chi continuerà a diffondere queste voci. Naturalmente il 22 dicembre, se non sarà successo nulla
    .

    • giogg ha detto:

      “Brescia Oggi”, 6 dicembre 2012, QUI

      DATA MAYA, PSICOSI IN RUSSIA. IL PARLAMENTO: NIENTE ALLARMI
      Verso il 21 dicembre. I timori per la fine del calendario dell’antica civiltà precolombiana. I ricchi si fanno il bunker In Siberia si vende il kit-apocalisse La Duma avverte i media
      di Redazione

      Si diffonde in Russia, ma anche in Ucraina, la psicosi da fine del mondo legata ad una interpretazione del calendario Maya, che avrebbe come ultimo giorno il 21 dicembre 2012. In alcune regioni, in particolare quelle siberiane, la gente fà scorte di viveri, acqua, candele, fiammiferi, sale, zucchero. I più ricchi, invece, starebbero costruendosi dei bunker. Non mancano le scene di isteria collettiva, le reazioni incontrollate, la corsa a saldare i debiti e a chiedere perdono per tutti i peccati. A nulla per ora sono serviti gli appelli degli scienziati a non cadere nell’irrazionalità, o le previsioni del capo meteorologo Roman Vilfand. Non sono bastate neppure le rassicurazioni del ministero della protezione civile: «In base al monitoraggio del comportamento della Terra possiamo assicurare che il mondo non finirà a dicembre», ha garantito tra il serio e il faceto visitando la redazione di un tabloid. Ma i media ci marciano, tanto che i deputati della Duma hanno scritto una lettera ai giornali e alle tv chiedendo di non trattare questo tema in modo allarmistico. Anche i rappresentanti delle tre religioni principali invitano a non credere alla profezia Maya. Ma nella Russia postcomunista l’esoterismo prolifera, come conferma il gran numero di sette esistenti. C’è però anche chi sfrutta l’occasione in chiave commerciale o semplicemente come motivo per divertirsi. Nella città siberiana di Tomsk, per esempio, è stato messo in vendita un kit apocalisse con un pacchetto di grano saraceno, una scatoletta di pesce, candele e fiammiferi, penna e block-notes, medicinali, compresi quelli per il cuore. Immancabile la bottiglia di vodka. C’è inoltre una carta di identità da compilare a mano nel caso si smagnetizzi quella tradizionale. E un elenco di giochi per alleviare la monotonia da apocalisse: costo 890 rubli (circa 20 euro). Lo hanno già comprato in mille la scorsa settimana, ma molti lo usano come regalo aziendale di fine anno. Tra i più creativi comunque gli ucraini: a Sinferopoli, in Crimea, sono spuntati dei corsi gratis per preparare la gente ad affrontare la fine del mondo, mentre un tour operator si è messo a vendere viaggi per il paradiso (15 dollari) e per l’inferno (più caro, 18 dollari): il pacchetto prevede, il 21 dicembre, voli in prima classe per raggiungere posti già prenotati tra gli angeli serafini o tra le bolge dei dannati.

    • giogg ha detto:

      “Telegraph”, 6 dicembre 2012, QUI

      RUSSIAN RESIDENTS BUY UP TINNED GOODS AND MATCHES AHEAD OF APOCALYPSE
      Russian residents have been buying up cereals, tinned meat and boxes of matches in anticipation of the pending apocalypse.
      by Tom Parfitt (Moscow)

      In a widely reported – and derided – prediction, it has been claimed across the globe that the world will end on December 21 when the Mayan “long count” calendar comes to an end.
      The head of a chain of hardware stores in Chita, Siberia, told reporters that demand had trebled the prices of candles.
      Some shopkeepers have taken a tongue-in-cheek approach, flogging “Meet the End of the World” kits which include a tot of vodka, a bar of soap, and a piece of rope. But others appear to be awaiting a genuine cataclysm.
      In Barnaul, close to the Altai Mountains, panic-buyers snapped up all the torches and Thermos flasks, while locals in Omutninsk in Kirov region rushed to buy kerosene and other supplies after an article supposedly written by a Tibetan monk appeared in the local paper confirming the prediction of a December 21 catastrophe.
      The industrial city of Novokuznetsk, meanwhile, has seen a run on salt and a disgruntled resident wrote to local authorities demanding they prepare themselves for the electricity cuts and looting which will surely accompany the planet’s final moments.
      The impending sense of doom spurred a group of MPs in Russia’s lower house of parliament to write to the heads of federal television channels this week asking them not to disseminate “pseudoscientific information about the end of the world”.
      In an editorial on Friday, the Moscow broadsheet Vedomosti said the atmosphere of unease reflected something deep in the Russian character. “Your average American will run for salt and matches only under the real threat of a storm or tornado, announced by the authorities for the next day.
      “Our Russian psychosis has two curious features. Firstly, that an 80 per cent Christian Orthodox society for some reason reacts to a Mayan calendar which no one has even seen. And secondly, that the end of the world is perceived as an economic crisis that can be survived on the banal level of consumption.”
      Speaking in a live interview to five television channels on Friday, Prime Minister Dimtry Medvedev seized on a chance reference to the Mayan prediction to express his scepticism. “I don’t believe in the end of the world,” he said, before adding mysteriously: “At least, not this year”
      .

    • giogg ha detto:

      “La Voce della Russia”, 7 dicembre 2012, QUI

      LA MALEDIZIONE DEI MAYA SULLA STAMPA ITALIANA
      di Aurelio Montingelli

      Che fare il corrispondente a Mosca sia un lavoro ingrato e’ cosa risaputa. Incorrere nell’ira del direttore e’ facile. E’ quanto sara’ successo al corrispondente del Corriere della sera il quale ieri avra’ ricevuto una telefonata concitata in cui lo si accusava di esser fatto battere dal collega del Foglio quotidiano che ventiquattro ore prima aveva sparato la notizia che la Russia versava nel panico e attendeva la fine del mondo facendo incetta di fiammiferi e candele.
      Un articolo tanto circostanziato quanto rigorosamente falso anche perche’ l’autore lo aveva scritto fra una paella e un sangre de toro in quanto prudentemente era rimasto a Madrid dove vive da una decina di anni.
      Nel suo lavoro precedente a Repubblica aveva imparato pero’ che la fantasia non conosce confini e cosi’ ci era andato pesante.
      Il Corriere si e’ dovuto accodare, ma con un pizzico di eleganza in piu’. Dragosei ha tralasciato certi rituali della russofobia ed ha fatto un po’ di colore con le scatolette di salmone e gli immancabili fiammiferi del kit di sopravvivenza.
      E forse avra’ addirittura letto l’ultimo numero della Pravda in cui con rigore marxista si afferma che tutta la storia del calendario Maya sarebbe un’operazione di marketing, probabilmente per vendere le scatolette di salmone scadute.
      Eppure sono tante le parole che non dice, cioe’ gli articoli che non scrive.
      I lettori del Corriere e di tutti gli altri giornali, per non parlare poi della televisione, non sapranno mai cose forse piu’ importanti della fine del mondo. Per esempio che nei quattro anni di crisi globale la Russia ha avuto una crescita economica del 4%, che le pensioni sono state triplicate, gli stipendi degli statali pure e che nei primi dieci mesi di quest’anno sono stati creati piu’ di un milione di posti di lavoro.
      Questo infatti potrebbe essere il vero kit di sopravvivenza che la Russia indica al mondo perche’, in controtendenza con la maggioranza dei paesi, ha capito che una crescita economica e’ impossibile senza il potenziamento del mercato interno e che questo e’ fatto da milioni di pensionati, di impiegati e di operai. Aumentare gli stipendi e non tagliarli.
      Una ricetta semplice semplice come ripete Renatone.
      Ma i corrispondenti da Mosca hanno fatto il voto del silenzio.
      Hanno tutti famiglia
      .

      • giogg ha detto:

        “La Voce della Russia”, 7 dicembre 2012, QUI

        LA FINE DEL MONDO E’ RINVIATA
        di Marina Volkova

        La fine del mondo, annunciata dai Maya, e’ al centro dei media di tutto il mondo e man mano che ci avviciniamo al fatidico 21 dicembre l’attesa si fa spasmodica e convulsa.
        In questi giorni Julia Gillard ha annunciato senza nascondere il sorriso che avrebbe difeso il suo popolo contro qualsiasi minaccia. Lo scherzo era evidente, ma non pochi l’hanno presa sul serio.
        In Polonia il giornale “Super Express” ha dedicato alla fine del mondo un apposito sondaggio i cui risultati inducono al piu’ nero pessimismo.
        Dice il direttore Radek Malinovskij:

        “Noi abbiamo chiesto ai nostri lettori, se avessero paura della fine del mondo ed inoltre se la volessero. Con stupore abbiamo constatato che il 56% avrebbe voluto proprio l’Apocalisse.”
        Il pessimismo dei polacchi e’ largamente condiviso nel mondo dove sono stati costruiti rifugi con riserve di viveri. I piu’ ricchi hanno voluto addirittura autentici bunker con cantine e sale da biliardo. I piu’ intraprendenti hanno deciso di guadagnare sulle paure della gente. In Ucraina vengono venduti i biglietti per il paradiso o per l’inferno, ma a prezzi scontati. Ridere su tutto questo e’ troppo facile. La fine del mondo non e’ una categoria razionale, ma attiene alla sfera della religione.
        Petr Grammatikov, ierodiacono di Plovdiv, in Bulgaria, cosi’ ha detto ai suoi parrocchiani:

        “Il passato, il presente e il futuro dell’uomo e’ stato sempre un tema di attualita’. Non possiamo non prestare attenzione all’euforia e all’isteria intorno al 21 dicembre. Ovviamente nessuno puo’ conoscere la data della fine del mondo e cercarla non rientra nei nostri compiti. Essa verra’ all’improvviso, come un ladro nelle tenebre della notte e noi dobbiamo essere pronti ad affrontarla con la vita che abbiamo vissuto.”
        Sulla stessa linea si muove Alain Cirou, il giornalista francese che ha appena licenziato il libro “La fine del mondo non ci sara’“.
        “Questa e’ una storia vecchia – egli dice . Dalla caduta dell’impero romano per ben 183 volte l’umanita’ ha atteso come imminente la fine del mondo. L’unica differenza e’ che oggi viviamo nel secolo delle alte tecnologie e in un mondo senza frontiere.“
        Gli scienziati che hanno studiato il calendario Maya tentano di calmare l’opinione pubblica. Dice Galina Ershova, direttore del Centro studi della storia e della cultura Maya.
        “Tutti questi discorsi sulla fine del mondo non sono altro che il tentativo di guadagnare sull’ignoranza della gente. Nel calendario Maya non c’e’ alcuna previsione e chi dice il contrario e’ soltanto un ciarlatano.”
        Aggiunge a questo proposito Gloria Guevara Manzo, ministro del Messico per il turismo:
        “Penso che pochi sappiano che fu uno studioso russo, Juri Knorosov, a decifrare la lingua maya. Il suo lavoro rappresenta un altissimo contributo alla storia della cultura universale. In base al calendario maya il 21 dicembre non arriva la fine del mondo, ma inizia una nuova era.”
        Calma, dunque. La fine del mondo e’ rinviata.

      • giogg ha detto:

        “La Voce della Russia”, 6 dicembre 2012, QUI

        LA FINE DEL MONDO IL 21 DICEMBRE: TEST PER L’APOCALISSE
        di Serghei Duz

        Il tema dell’apocalisse a dicembre ha avuto molta risonanza in Russia. In alcune regioni, tra scherzi e battute, si comprano fiammiferi, sale e beni di prima necessità, anche se dopo la fine del mondo, descritta in particolare da Giovanni Teologo, non sarebbe possibile per nessuno condire vivande o illuminare stanze.
        Nemmeno è dato conoscere in anticipo quel giorno. Se anche fosse possibile sopravvivere alla fine del mondo, si sarebbe allora testimoni di una catastrofe.
        Mosca, uno degli ingressi delle tipiche case a pannelli, alla porta un annuncio: “A causa dell’imminente fine del mondo richiediamo il pagamento dell’affitto prima del giorno 21.12.2012”. È più o meno così, soffocando la paura nel riso, che si percepisce lo scalpore sull’apocalisse, che sarebbe prevista per il 21 dicembre di quest’anno.
        Gli americani hanno superato i russi nel prepararsi al Giorno del Giudizio, il 21 dicembre. In massa e seriamente stanno comprando armi e munizioni organizzandosi per la cosiddetta apocalisse degli zombie, ispirato tema hollywoodiano dei “morti viventi”. Intanto i sacerdoti consigliano ai cristiani, ortodossi, cattolici, protestanti o luterani che siano, di studiare le Sacre Scritture, unico modo per trovare la via della salvezza, non correndo al supermercato per comprare batterie per la torcia.
        Gli studiosi, a loro volta, consigliano di aumentare il livello della formazione. Secondo il docente di storia Jurija Poljuchoviča, i Maya non percepivano la fine del mondo come interpretata dalla cultura europea. Galina Eršova, Direttore del centro per gli studi di storia e cultura Maya “Knorozov”, afferma che nel calendario dei Maya non esiste assolutamente nessuna previsione o profezia sulla fine del mondo. Il calendario si presenta come una lastra di pietra con l’incisione delle date, legate molto probabilmente al movimento della Luna e non sono presenti testi scritti. Il professore dell’Accademia delle Scienze Evgenij Aleksandrov si pone la domanda: c’era un simile trambusto sulla fine del mondo durante, per esempio, la guerra? Forse ci mancano emozioni forti, dato che milioni di persone si fanno così volentieri coinvolgere in diverse fandonie, conclude l’accademico.
        Il Direttore del centro meteorologico nazionale russo Roman Wilfand, osserva ironicamente che in alcune regioni russe la fine del mondo c’è già stata. Per esempio a Murmansk e Norilsk il giorno di luce è pari a zero ore e zero minuti, ma questa fine del mondo finirà in modo relativamente veloce. “A Norilsk la luce del giorno comparirà l’11 novembre” ha detto il capo del Centro meteorologico.
        L’apocalisse teoricamente può avvenire il 21 dicembre così come in qualsiasi altro giorno, anche domani, è solo questione di fede. Viviamo in condizioni tali da non sapere cosa avverrà nei prossimi cinque minuti, per non parlare di alcuni giorni né tantomeno dei decenni innanzi. Questo significa che bisogna essere pronti all’apocalisse (o alla morte, in pratica) in ogni momento? Tutte le religioni rispondono a questa domanda affermativamente. L’ipotesi che l’oggi possa diventare l’ultimo giorno per un uomo è un pensiero che alleggerisce la vita di molto. Forse solo in queste ultime ore si può davvero sentirsi liberi e cercare di mantenere la dignità, anche se poi si scopre che l’indomani non sono comparsi in cielo i cavalieri dell’apocalisse.

  2. giogg ha detto:

    Dopo le rassicurazioni del governo russo di qualche giorno fa, oggi è giunta la notizia che anche la polizia cinese è impegnata a calmare le ansie da fine del mondo.

    “La Stampa”, 8 dicembre 2012, QUI

    CONTRO LA PSICOSI DA FINE DEL MONDO
    LA POLIZIA CINESE INTERVIENE SUL WEB

    Dopo una lunga serie di chiamate e di allarmi la decisione di annunciare su Weibo, il Twitter cinese che la profezia Maya non si avvererà
    di Redazione

    La polizia di Shanghai è dovuta intervenire per assicurare molti cittadini che la fine del mondo, prevista dai Maya, non avverrà. È stata la stessa polizia ad annunciare l’intervento, avvenuto sul suo profilo di Weibo, il Twitter cinese, dopo che in una sola giornata hanno dovuto rispondere ad oltre 30 richieste di aiuto in tal senso.
    Alcuni post su Weibo e su altri servizi di microblogging, sempre su profili della polizia di Shanghai, spiegano ai cittadini che non ci sarà alcuna fine del mondo, non bisogna credere che il 21 dicembre 2012 si avvererà la profezia dei Maya.
    «La fine del mondo è solo fantasia» è scritto nel post della polizia, «non ci credete, non vi fate truffare». La paura che il mondo cada in una tre giorni di buio a cominciare dal 21 dicembre, ha spinto i cittadini di un villaggio rurale del Sichuan, nella Cina meridionale, ad acquistare migliaia di candele all’inizio di questa settimana, come ha scritto lo Shanghai Daily. A Nanchino, invece, una donna di 54 anni ha chiesto ed ottenuto un prestito di un milione di yuan (oltre 130.000 euro) sulla sua casa, per donare i soldi ai bambini poveri, dicendo di sperare di fare qualcosa di buono prima che il mondo finisca
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    • giogg ha detto:

      “Il Secolo XIX”, 8 dicembre 2012, QUI

      PROFEZIA MAYA, L’ANSIA DILAGA IN CINA
      di Redazione

      Shanghai – La polizia di Shanghai è dovuta intervenire per assicurare molti cittadini che la fine del mondo, prevista dai Maya, non avverrà. È stata la stessa polizia ad annunciare l’intervento, avvenuto sul suo profilo di Weibo, il Twitter cinese, dopo che in una sola giornata hanno dovuto rispondere ad oltre 30 richieste di aiuto in tal senso.
      Alcuni post su Weibo e su altri servizi di microblogging, sempre su profili della polizia di Shanghai, spiegano ai cittadini che non ci sarà alcuna fine del mondo, non bisogna credere che il 21 dicembre 2012 si avvererà la profezia dei Maya. «La fine del mondo è solo fantasia» è scritto nel post della polizia, «non ci credete, non vi fate truffare».
      La paura che il mondo cada in una tre giorni di buio a cominciare dal 21 dicembre, ha spinto i cittadini di un villaggio rurale del Sichuan, nella Cina meridionale, ad acquistare migliaia di candele all’inizio di questa settimana, come ha scritto lo Shanghai Daily.
      A Nanchino, invece, una donna di 54 anni ha chiesto ed ottenuto un prestito di un milione di yuan (oltre 130.000 euro) sulla sua casa, per donare i soldi ai bambini poveri, dicendo di sperare di fare qualcosa di buono prima che il mondo finisca
      .

    • giogg ha detto:

      “Telegraph”, 7 dicembre 2012, QUI

      CHINA FEARS END OF THE WORLD IS NIGH
      China is taking the date of December 21 – the day the world is due to end – seriously, with panic buying of candles sweeping through counties.
      by Malcolm Moore

      China’s most famous book of prophecies, the 7th century Tui Bei Tu, makes no direct mention of the end of the world.
      But in Sichuan province, panic buying of candles has swept through two counties in the fear that an ancient Mayan prediction that the world will end on December 21 proves to be true.
      “Candles are selling by the hundreds, with buyers constantly coming to the market. Many stores have run out,” said Huang Zhaoli, a shopper at the Neijing Wholesale Market, to the West China City Daily newspaper.
      Mr Li, the owner of the Guangfa grocery store in Chengdu, added: “Lots of people have been buying candles recently. At first, we had no idea why. But then we heard someone muttering about the continuous darkness”.
      The source of the panic was traced to a post on Sina Weibo, China’s version of Twitter, predicting that there will be three days of darkness when the apocalypse arrives.Since the beginning of December, the word “Mayans” has trended on Weibo as millions of normally phlegmatic Chinese speculate that the end is nigh. “If the Mayans are right, I won’t pay my credit card bill,” was one popular post.
      In Shanghai, the police have had to issue a public warning about doomsday. “The end of the world is a rumour,” the police said, in an internet post. “Do not believe it and do not be swindled”.
      A spokesman said they had handled 25 apocalypse-related cases in one 24-hour stretch. Most of the scam artists took advantage of credulous pensioners, encouraging them to hand over their savings for one last act of charity.
      In Nanjing, a 54-year-old university professor’s wife took out a £100,000 mortgage on her £300,000 home, saying she would donate the money to underprivileged children, saying she hoped to “do something meaningful before the world ended”.
      Last month, a man in the far west province of Xinjiang made news when he spent his life savings of £100,000 to build an ark for 20 people.
      Lu Zhenghai began building the 65ft ship in 2010. “When the time comes, everyone can take refuge in it.” However, as the deadline approaches, Mr Lu has reportedly run out of cash to finish the boat.
      He said if the apocalypse failed to materialise, he would use the boat to take tourists on sightseeing tours.
      In Chengdu, a web company has given its workers a tongue-in-cheek two-day break on Dec 19 and 20. “We suggest you take advantage of this ‘final’ time to spend more time with your closest family. We wish everyone a meaningful doomsday,” it said.
      China has no history of preoccupation with the apocalypse, and the current wave of paranoia can be traced to the 2009 Hollywood disaster film “2012”. While the movie received a tepid welcome elsewhere, it was a smash hit in China, as viewers were seduced by a plot that saw the Chinese military build arks to save humanity.
      Lu Jiehua, a professor with the Department of Sociology at Peking University, told the Global Times, meanwhile, that the paranoia reflects a general anxiety running through Chinese society.
      “This panic buying [in Sichuan] not only shows people’s fear of an upcoming apocalypse, but also reflects their sense of uncertainty toward life and society,” he said
      .
      (Additional reporting by Valentina Luo)

    • giogg ha detto:

      “La Stampa”, 3 dicembre 2012, QUI

      CINA, IN ATTESA DELLA FINE DEL MONDO SI COSTRUISCE UN’ARCA COME NOE’
      Lu Zhenghai ha speso 100mila euro per la costruzione di una casa galleggiante. “Quando arriverà l’uragano e la mia abitazione sarà travolta, io mi salverò e chi vuole può venire con me”
      di Claudia Nardi

      Cosa si fa mentre si attende la fine del mondo? Si costruisce un’Arca di Noè, ovviamente. Se davvero il prossimo 21 dicembre, come sostengono i Maya, tutto scomparirà, Lu Zhenghai non si farà certo trovare impreparato. Per l’occasione, infatti, il cinese ha speso i risparmi di una vita, circa 100mila euro, per costruire una sorta di casa galleggiante che gli dovrebbe garantire la sopravvivenza. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, le proporzioni dell’arca non sarebbero propriamente “bibliche”, infatti «la barca misura 21,2 metri in lunghezza, 15,5 metri di larghezza e 5,6 metri di altezza e può resistere a 140 tonnellate d’acqua».
      «Ho paura che quando arriverà la fine del mondo un’inondazione distruggerà la mia casa – ha dichiarato l’uomo che ha iniziato la costruzione del battello nel 2010, in seguito alle notizie allarmanti sulla presunta catastrofe – Così ho speso tutti i soldi che avevo per realizzare la barca. Quando arriverà l’ora, sarò disposto a ospitare a bordo chiunque me lo chieda». Una costruzione che, però, non è stata ancora portata a termine: come dimostrano le foto pubblicate sul giornale britannico, infatti, l’arca “made in china” è ancora incompleta per via delle difficoltà economiche che impediscono al proprietario di ultimare i lavori. Una vera e propria psicosi da Apocalisse che sta pervadendo l’intera Cina: lo scorso agosto Yang Zongfu, di fatto, un imprenditore della provincia dello Zhejiang, ha fatto costruire una capsula d’acciaio di 4 metri di diametro, dotata di 75 airbag in grado di sostenere urti derivati da terremoti e inondazioni. Il progetto, che è costato al cinese più di 150mila euro, ha riscosso successo tra i ricchi industriali che hanno voluto ordinare la particolare Arca di Noè. Ai comuni mortali sprovvisti di arche o bunker avveniristici non rimane altro che trasferirsi nel villaggio francese di Bugarach, ovvero nell’unico posto dove, si pensa, sarà possibile sopravvivere alla fine del mondo
      .

  3. giogg ha detto:

    La “Profezia dei Maya” sta dando l’occasione di organizzare anche molti appuntamenti cultural-ricreativi (e di business). Qui ne elenco alcuni che incontro durante le mie navigazioni on-line o che mi vengono segnalati da amici. L’elenco è in aggiornamento.

    30 nov: Milano, è in mostra la fine del mondo. Ventuno illustratori italiani tra gioco e scaramanzia hanno provato a immaginare come sarà la fine del mondo. Le loro opere sono in mostra dal 3 dicembre alla Libreria internazionale Ulrico Hoepli, “Repubblica”: QUI

    4 dic: 21 Dicembre 2012 a Cagliari, il TOUR contro la fine del mondo. Una passeggiata notturna alla ricerca di forti emozioni, con la storia della superstizione da conoscere, si terrà venerdì 21 alle ore 20, “Sardegna Sotterranea”: QUI

    7 dic: Le stelle del Righi: dicembre tra visite e “profezie” Maya. Si parlerà anche del calendario Maya nei prossimi incontri con gli astronomi all’Osservatorio del Righi, “Genova Oggi Notizie”: QUI

    8 dic: I Maya e la fine del mondo al Festival dell’Appennino. Due appuntamenti a dicembre. Risate, escursioni e buona cucina a colle San Marco e ad Arquata, anche durante la stagione invernale, di Matteo Porfiri, “Il Resto del Carlino – Ascoli”: QUI

    8 dic: «Maya e Bef», la fine del mondo dentro la grotta. Escursionismo speleologico nella notte tra il 20 e il 21 dicembre, di Greta Rambaldini, “Giornale di Brescia”: QUI

    8 dic: Crisi e Maya, via all’esorcismo. Un brindisi alla fine del mondo. La cantina sociale abruzzese più amata dagli italiani, celebra l’arrivo del 21 dicembre vestendo a festa un bottiglia, ispirata giusto alla profezia che fa paura, di Giovanna Colantonio, “Affari Italiani”: QUI

    9 dic:

  4. giogg ha detto:

    Altro tema che scatena la fantasia popolare è quello degli scherzi sulla fine del mondo. Ecco anche qui un elenco (in aggiornamento) di quelli di cui sono venuto a conoscenza.

    7 dic: Il premier australiano: «I Maya hanno ragione». Si tratta di uno scherzo cui ha partecipato la stessa Julia Gillard, che ha recitato un finto discorso alla nazione per l’emittente “Triple J”, dimostrando così una buona dose di ironia, “Il Secolo XIX”: QUI

    8 dic:

  5. giogg ha detto:

    Ulteriore tema legato alla fine del mondo profetizzata dai maya è quello del merchandising e del business:

    29 ott: Panico da apocalisse, in Francia scatta la corsa ai cibi liofilizzati. Adesso i privati che ammassano provviste in attesa della catastrofe rappresentano il 40% della clientela, di Alberto Mattioli, “La Stampa”, 29 ottobre 2012, QUI

    6 dic: Capodanno: da ‘Insigne’ a ‘Maya’, a Napoli i nuovi ‘botti’ accanto agli evergreen, “Libero”: QUI

    7 dic: “Bomba Maya”. La guardia di finanza ha sequestrato a Napoli un ordigno di due Kg così chiamata prevista per i festeggiamenti di fine anno, “NewsRaider”: QUI

    7 dic: A Napoli arriva cravatta “anti Maya”: cornetti e date fortunate. L’ironica creazione di un negoziante napoletano, “TMNews”: QUI

    8 dic: Un kit di sopravvivenza per vincere i Maya. Cibi liofilizzati, maschere anti gas, tute anti radiazioni. Così Raffaele Scalise, un calabrese trapiantato in Svizzera, sta facendo i soldi sulla paura della profezia, di Davide Illarietti, “Lettera 43”: QUI

    9 dic:

  6. giogg ha detto:

    Elenco dei “fenomeni sociali” emersi con la profetizzata fine del mondo del 21 dicembre 2012 (in aggiornamento):

    7 dic: Apocalisse Maya. La fine del mondo fa raddoppiare i tradimenti. Un sondaggio lanciato dal sito incontri-extraconiugali.com che ha raccolto i pareri di 2.000 persone tra i 18 e i 65 anni, “Il Moderatore”: QUI

    8 dic:

  7. giogg ha detto:

    Il caso dei luoghi che (straordinariamente) verranno risparmiati dall’apocalisse del 21 dicembre 2012. Il paese più celebre è certamente Bugarach, sui Pirenei francesi. Qui l’elenco (in aggiornamento) delle notizie che riguardano questo e gli altri luoghi “miracolati”:

    7 dic: Maya, la “fine del mondo” salva Bugarach. Villaggio dei Pirenei invaso dai pellegrini. La profezia è chiara: il pianeta terra svanirà il prossimo 21 dicembre, ad eccezione di un pizzo in Francia. Un paese che è diventato meta di migliaia di creduloni e gli abitanti ne approfittano: affittati terreni e stanze a prezzi esorbitanti, di Giampiero Martinotti, “Repubblica”: QUI

    8 dic: Maya, fine del mondo: tutto esaurito a Bugarach, affitti alle stelle, “Excite – Viaggi”: QUI

  8. giogg ha detto:

    “Telegraph”, 7 dicembre 2012, QUI

    MAYAN APOCALYPSE: PANIC SPREADS AS DECEMBER 21 NEARS
    Fears that the end of the world is nigh have spread across the world with only days until the end of the Mayan calendar, with doomsday-mongers predicting a cataclysmic end to the history of Earth.
    by Nick Allen (Los Angeles), Malcolm Moore (Beijing), Tom Parfitt (Moscow)

    Ahead of December 21, which marks the conclusion of the 5,125-year “Long Count” Mayan calendar, panic buying of candles and essentials has been reported in China and Russia, along with an explosion in sales of survival shelters in America. In France believers were preparing to converge on a mountain where they believe aliens will rescue them.
    The precise manner of Armageddon remains vague, ranging from a catastrophic celestial collision between Earth and the mythical planet Nibiru, also known as Planet X, a disastrous crash with a comet, or the annihilation of civilisation by a giant solar storm.
    In America Ron Hubbard, a manufacturer of hi-tech underground survival shelters, has seen his business explode.
    “We’ve gone from one a month to one a day,” he said. “I don’t have an opinion on the Mayan calendar but, when astrophysicists come to me, buy my shelters and tell me to be prepared for solar flares, radiation, EMPs (electromagnetic pulses) … I’m going underground on the 19th and coming out on the 23rd. It’s just in case anybody’s right.”
    In the French Pyrenees the mayor of Bugarach, population 179, has attempted to prevent pandemonium by banning UFO watchers and light aircraft from the flat topped mount Pic de Bugarach.
    According to New Age lore it as an “alien garage” where extraterrestrials are waiting to abandon Earth, taking a lucky few humans with them.
    Russia saw people in Omutninsk, in Kirov region, rushing to buy kerosene and supplies after a newspaper article, supposedly written by a Tibetan monk, confirmed the end of the world.
    The city of Novokuznetsk faced a run on salt. In Barnaul, close to the Altai Mountains, panic-buyers snapped up all the torches and Thermos flasks.
    Dmitry Medvedev, the Russian prime minister, even addressed the situation.
    “I don’t believe in the end of the world,” before adding somewhat disconcertingly: “At least, not this year.”
    In China, which has no history of preoccupation with the end of the world, a wave of paranoia about the apocalypse can be traced to the 2009 Hollywood blockbuster “2012”.
    The film, starring John Cusack, was a smash hit in China, as viewers were seduced by a plot that saw the Chinese military building arks to save humanity.
    Some in China are taking the prospect of Armageddon seriously with panic buying of candles reported in Sichuan province.
    The source of the panic was traced to a post on Sina Weibo, China’s version of Twitter, predicting that there will be three days of darkness when the apocalypse arrives.
    One grocery store owner said: “At first, we had no idea why. But then we heard someone muttering about the continuous darkness.”
    Shanghai police said scam artists had been convincing pensioners to hand over savings in a last act of charity.
    Meanwhile in Mexico, where the ancient Mayan civilisation flourished, the end time has been seen as an opportunity. The country has organised hundreds of Maya-themed events, and tourism is expected to have doubled this year.
    Nasa has been aggressively seeking to dispel doomsday fears. It says there is no evidence Nibiru exists, and rumours it could be hiding behind the sun are unfounded.
    “It can’t hide behind the sun forever, and we would’ve seen it years ago,” a Nasa scientist said.
    The space agency also rejected apocalyptic theories about unusual alignments of the planets, or that the Earth’s magnetic poles could suddenly “flip.”
    Conspiracy theorists contend that the space agency is involved in an elaborate cover up to prevent panic.
    But David Morrison, an astronomer at Nasa, said: “At least once a week I get a message from a young person, as young as 11, who says they are ill and/or contemplating suicide because of the coming doomsday. I think it’s evil for people to propagate rumours on the internet to frighten children.”
    Mayans themselves reject any notion that the world will end. Pedro Celestino Yac Noj, a Mayan sage, burned seeds and fruits to mark the end of the old calender at a ceremony in Cuba. He said: “The 21st is for giving thanks and gratitude and the 22nd welcomes the new cycle, a new dawn”
    .

  9. giogg ha detto:

    “Blitz Quotidiano”, 5 dicembre 2012, QUI

    APOCALISSE MAYA, UN CILENO SU 4 NON ANDRA’ AL LAVORO IL 21 DICEMBRE
    di Redazione

    Santiago del Cile – Se deve venire l’apocalisse che sia apocalisse a casa. La pensano così, almeno in Cile, dove un lavoratore su 4 è deciso a non andare a lavorare il 21 dicembre, il giorno della fine del mondo, secondo una certa interpretazione del calendario Maya.
    Così, mentre in Messico cresce l’euforia per gli affari d’oro che scaturiranno, in occasione della paventata fine del mondo secondo il calendario Maya, in Cile non manca chi la teme: secondo un’inchiesta diffusa sui media, il 24% degli interpellati, dicendo la verità, cioè la paura che possa accadere qualcosa, o inventandosi una scusa qualsiasi, chiederà ai datori di lavoro di potere restare a casa il fatidico 21 dicembre. La riportano i media, precisando, inoltre, che il 33% chiederà anche lo stipendio in anticipo. Resta da capire per farci cosa, visto che finirà il mondo

  10. giogg ha detto:

    “Corriere della Sera”, 29 novembre 2012, QUI

    MILLE E ANCORA MILLE: COME PREPARARSI AL 21 DICEMBRE
    L’esperto di astrologia Cantamessa: «Il calendario dei Maya è interpretato male: non ci sarà alcun evento da fine del mondo»
    di Armando Torno

    La fine del mondo? La domanda, anche se quest’anno è entrata nuovamente nei discorsi e persino le alte gerarchie cattoliche hanno tranquillizzato gli animi, la rivolgiamo a un principe del foro. Scelta insolita, dirà qualcuno, ma si tratta di Leandro Cantamessa che, oltre ad essere una delle autorità nell’ambito del diritto sportivo, conosce le opere di astrologia e le mille profezie che si deducono intorno ad esse come nessun altro. Le sue parole non concedono appello, anzi sembrano tolte da una sentenza di Cassazione: «La profezia maya, come direbbe un avvocato, non prova alcuna fine del mondo». E allora? Semplice: il 21 dicembre prossimo non si verificherà un bel niente; meno che mai un evento di dimensioni planetarie, capace di rovinare o trasformare l’umanità. I fatti attesi, e da qualcuno paventati da tempo, sarebbero collegati al termine di uno dei cicli (b’ak’tun) del calendario maya. Ma gli studiosi del genere considerano questa faccenda senza alcun valore scientifico.
    Nulla però è nuovo sotto il sole. Nel crepuscolo del secolo X in tutto l’Occidente corse un’ondata di paura recata dal terrore che l’anno Mille coincidesse con il disastro per ogni cosa. Nelle strade e sui pulpiti si ripeteva la sentenza «Mille e non più mille», che qualcuno aveva ricavato da un’indicazione dell’Apocalisse (20, 1-3) ma che Gesù mai aveva proferito. E periodicamente l’idea ritorna. Cantamessa sottolinea che «nel XII secolo si annunciò un altro diluvio universale, allora considerato la vera causa della fine del mondo». L’idea tornò puntuale nel primo quarto del XVI secolo. Utilizziamo le sue parole: «Era prevista la fine del mondo anche nel febbraio 1524, allorché cento astronomi e astrologi litigarono tra loro perché alcuni sostenevano che avrebbe avuto luogo in quel mese il secondo diluvio universale: la catastrofe era prevista per il giorno 20, giacché una serie di sedici congiunzioni interessava il segno d’acqua dei Pesci». Altri, ovviamente, non ci credevano: professavano il contrario magari anche solo con finalità di pace sociale.
    E che dire delle predizioni di Nostradamus che qualcuno ha talvolta usato a questo scopo per l’anno 1999? Cantamessa ricorda che «non può essere considerato un profeta perché non ha corso rischi, non collocando le sue predizioni nello spazio e nel tempo; insomma non ha alcun valore». Aggiunge: «Nostradamus è altro. E il profeta, per essere tale, deve possedere due requisiti fondamentali: assoluta mancanza di senso critico e grandissimo coraggio». Comunque, non è il caso di preoccuparsi, giacché Nostradamus ha lasciato scritto nella lettera al figlio Cesare che le sue parole sarebbero state valide sino al 3797 della nostra era. All’umanità resta un po’ di tempo per verificare l’andamento delle cose.
    C’è da perdersi in tale materia. Harold E. Camping, un evangelico, dopo complessi calcoli ipotizzò che il 21 maggio 2011 sarebbero trascorsi esattamente 7.000 anni dal diluvio universale, e previde per quel giorno problemi seri; ma, pur avendo poi corretto la data al 21 ottobre, deve aver preso una cantonata con l’aritmetica delle catastrofi. Guardando avanti c’è anche il 16 marzo 2880, giorno in cui taluni ritengono che sarebbe possibile un impatto tra la Terra e un asteroide di un chilometro circa di diametro. Cambierebbe il clima, la biosfera ne sarebbe sconvolta. Per dirla con un pizzico di egoismo: ci sembra presto per occuparcene.
    Tra le previsioni fallite, ma rivelatesi poi utili agli studi, c’è quella che fece rumore nel 1954 in una cittadina del Kansas, dove la casalinga Marian Keech sostenne di aver ricevuto un avviso dagli abitanti del pianeta Clarion: il prossimo 21 dicembre – affermò trovando un certo credito – il diluvio colpirà di nuovo la terra. Chi avesse avuto fede nel messaggio, sarebbe stato portato in salvo sui dischi volanti che all’uopo gli alieni in questione si peritavano di predisporre. Non accadde alcunché, come al solito, ma Leon Festinger (psicologo sociale di notevole valore) e alcuni suoi collaboratori si mescolarono agli adepti riuniti in attesa della catastrofe (e della salvezza). Il saggio che nacque e che si pubblicò negli Usa nel 1956, osservando le dinamiche prima e dopo il 21 dicembre, firmato dallo stesso Festinger, da Henry W. Riecken e Stanley Schachter, è ora tradotto da il Mulino con il titolo Quando la profezia non si avvera (pp. 272, € 28). Vale la pena leggerlo. Per capire che c’è sempre qualcuno disposto a credere a un diluvio o alla fine del mondo
    .

  11. giogg ha detto:

    “Panorama”, 6 dicembre 2012, QUI

    PROFEZIA DEI MAYA: E’ SOLO BUSINESS
    Massimo Polidoro, “detective del mistero”. rassicura: il 21 dicembre non succederà niente. Ma attenti a non terrorizzare i bambini
    di Eleonora Lorusso

    Il punto di partenza è che i Maya non avevano la più pallida idea di predire la fine del mondo . Parola di Massimo Polidoro, scrittore e “detective del mistero”, uno dei massimi esperti internazionali nel campo della psicologia dell’insolito, del paranormale e dei misteri in generale, segretario nazionale e co-fondatore, insieme a Piero Angela, Margherita Hack e Silvio Garattini del CICAP (Comitato italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale). E l’Apocalisse, che sarebbe stata predetta dalla popolazione precolombiana per il 21 dicembre 2012, ha tutte le caratteristiche per rientrare nelle categorie citate.
    Ma allora perchè tanto clamore intorno a questa data?
    “L’unico aggancio reale ai Maya è il fatto che uno dei loro calendari termina il 21 dicembre. Per poi ripartire, però, il 22 dicembre!” spiega Polidoro a Panorama.it .
    Insomma, nulla di vero. Chi temeva di perdere tutto il prossimo 21 dicembre 2012 può stare tranquillo. Non servirà fare testamento, né tantomeno sperperare tutti i suoi averi perchè tanto poi tutto finirà, né cercare (inutilmente) un bunker dove rifugiarsi con scorte apocalittiche. Resta il fatto che sulla presunta profezia dei Maya si è detto tutto e il contrario di tutto. Perché?
    “Perché questa storia è stata messa in circolazione da alcuni cultori new age, soprattutto americani, e da appassionati di misteri poco informati o in mala fede, perchè questi argomenti tirano” spiega ancora Polidoro.
    In che senso?
    Nel senso che dal 2002, cioè da quando si è iniziato a parlare della profezia, sono stati pubblicati libri, realizzati documentari e molto altro materiale.
    Insomma, questione di business?
    Esattamente. Dal punto di vista scientifico non c’è nessun fondamento, non c’è nulla di cui preoccuparsi nè eventi pericolosi, come allineamento di pianeti, smottamenti o altro di cui si è sentito parlare nelle ultime settimane e negli ultimi mesi.
    Non è la prima volta che si fanno annunci apocalittici. C’è mai stato qualche reale pericolo?
    Nel 1999 si temeva che potesse accadere il peggio con il passaggio al 2000 e al nuovo millennio, soprattutto dal punto di vista tecnologico, perché si pensava che i computer non sarebbero stati in grado di “adeguarsi”. Ma non successe nulla. Quanto ad altre previsioni più o meno catastrofiche, ne esistono a migliaia. Noi del CICAP ne abbiamo raccolte a decine, ma l’unico caso di coincidenze che si sono verificate, a posteriori, è quello di Nostradamus, per il semplice motivo che si tratta di filastrocche prive di senso, ambigue e senza una data precisa. Per questo ciascuno può vederci quello che vuole.
    Negli ultimi giorni anche il governo russo è dovuto intervenire a tranquillizzare la popolazione, e anche dalla Nasa sono giunte rassicurazioni.
    Sì, ma se per molti la profezia dei Maya non è altro che un’occasione per chiudere l’anno in modo divertente, tanto altri sono davvero spaventati. C’è chi si è comprato un bunker chi fa scorte e si riempie la casa di provviste: si tratta di persone che si fanno suggestionare, che ci scrivono chiedendoci cosa devono fare. Non hanno gli strumenti per capire di cosa si stia parlando e purtroppo spesso si tratta di bambini.
    Bambini? In che senso?
    A me capita spesso, andando nelle scuole a parlare, di sentirmi chiedere cosa succederà con la fine del mondo. Io li tranqullizzo e spiego loro che non c’è nulla da temere. È proprio per loro che abbiamo messo a punto un programma tv, Big Bang! Un viaggio nei Misteri (dal 14 dicembre su DeAKids e su Sky 3D, condotto dallo stesso Polidoro e da Federico Taddia, NdR), per raccontare i grandi misteri della storia e in particolare la profezia dei Maya.
    Lei citava chi ha cercato un bunker. Lo sa, vero, che c’è un paesino sui Pirenei, Bugarach , che viene considerato l’unico posto sicuro in vista dell’Apocalisse, perché scelto dagli alieni?
    Sì e mi fa sorridere. È divertente che gli alieni abbiano scelto questo paesino, né romantico né famoso, per rifugiarsi, senza che si sappia chi lo abbia realmente scelto, né quando né come. Nonostante gli abitanti abbiano cercato di vendere i terreni, i prezzi non hanno subito alcun aumento, non c’è stato l’auspicato boom immobiliare.
    Dunque non resta che aspettare, senza temere nulla?
    Sì, certo. L’unica cosa che bisogna davvero sperare è che non ci sia qualche matto che commetta qualcosa di brutto, come quel gruppo di millenaristi (setta che crede nella fine del mondo) che a metà degli anni ’90 si suicidò in massa in Svizzera. La parola d’ordine è: non drammatizzare.

  12. giogg ha detto:

    “La Stampa”, 29 ottobre 2012, QUI

    PANICO DA APOCALISSE, IN FRANCIA SCATTA LA CORSA AI CIBI LIOFILIZZATI
    Adesso i privati che ammassano provviste in attesa della catastrofe rappresentano il 40% della clientela
    di Alberto Mattioli

    Inquieti per la possibile fine dello Stato sociale e quella, più improbabile, del mondo intero, forse preoccupati per le profezie millenaristiche e certamente per una crisi di cui non si vede l’uscita, stretti insomma fra l’incudine dei Maya e il martello della Merkel, i francesi si preparano al peggio facendo incetta di alimenti liofilizzati o disidratati, insomma quelli a lunghissima conservazione: da 2 a 25 anni. Non si sa mai. Già la fine del mondo è una seccatura, ma affrontarla a stomaco vuoto è intollerabile.
    Negli Stati Uniti è un fenomeno ben conosciuto, in Europa (specie nel Regno Unito e in Germania) un po’, in Francia finora per nulla. Ma «Le Figaro» ha scoperto, intervistando Ariane Pehrson, fondatrice del sito di vendite on line lyophilise.fr, che non solo è boom dei prodotti disidrati, ma che soprattutto sta cambiando il profilo di chi li compra. Una volta erano sportivi, militari, viaggiatori dell’estremo; adesso è anche il francese della porta accanto, preoccupato, più che per le fanfaluche sul 12.12.2012 e altre scempiaggini, che la paralisi economica porti a quella della distribuzione, con scene manzioniane di assalti ai forni e code davanti alle macellerie.
    O forse i cugini sono inquieti per una catastrofe naturale o, peggio ancora, nucleare. La tragedia di Fukushima ha dopato le vendite di liofilizzati in Francia, un Paese dove nelle 19 centrali sparse per il Paese (molte sui confini, un simpatico omaggio alla solidarietà europea) sono attivi 58 reattori nucleari, alcuni dei quali risalenti alla presidenza Pompidou.
    «Un anno fa, date le richieste, abbiamo introdotto dei prodotti a conservazione molto lunga, dai 10 ai 25 anni. E abbiamo venduto 85 mila pasti individuali destinati a essere immagazzinati», spiega madame Pehrson. Questo cibo è costoso (dai 4,50 ai 6,50 euro al pasto), perché è costosa e lunga la tecnica di liofilizzazione. E tuttavia è boom. Il record spetta a quel signore che ha fatto provviste per un totale di 30 mila euro: chissà, magari si è riempito la casa di cibo disidratato dopo essersi riempito il portafogli di Bot greci.
    Sta di fatto che adesso i privati che ammassano provviste in attesa della catastrofe rappresentano per lyophilise.fr il 40% della clientela. In Francia, le vendite di Katadyn, molto apprezzata griffe di liofilizzati svizzera, sono raddoppiate in un anno, mentre quelle di Mountain House, ditta made in Usa, sono quasi triplicate. I francesi devono essere davvero molto preoccupati per pensare di poter rinunciare all’ultimo dogma rimasto: quello della baguette sfornata tre volte al giorno
    .

  13. giogg ha detto:

    “L’Arena”, 9 dicembre 2012, QUI

    I MAYA E IL DESTINO DEL MONDO: «L’ERA SCADE IL 21 DICEMBRE»
    Si chiude il 13°Baktun, una fase millenaria indicata dall’antica civiltà precolombiana. Il calendario prevede un evento imprecisato di natura planetaria, una trasformazione globale. Gli scienziati: «È solo un ciclo»
    di Redazione

    Pochi giorni ancora, e poi sapremo se il mondo cambierà davvero. Sta per giungere al traguardo la cosiddetta profezia dei Maya, secondo la quale il 21 dicembre 2012 si dovrebbe verificare un evento, di natura imprecisata e di proporzioni planetarie o astronomiche, capace di produrre una discontinuità storica con il passato: una qualche radicale trasformazione dell’umanità in senso spirituale. Oppure la fine del mondo. Mistero. L’evento atteso viene collegato alla fine di uno dei cicli del calendario della civiltà precolombiana dei Maya. Il ciclo del calendario in corso, il quarto secondo la mitologia Maya, è iniziato l’11 agosto 3114 a.C. ed è molto vicino al termine: il nuovo ciclo inizierà appunto il 21 dicembre 2012. Questo dato è alla base della credenza, basata su interpretazioni di impronta New Age, che prefigura due diversi scenari sulla corrispondenza di questa data: o con eventi quali la fine del mondo oppure con trasformazioni radicali del mondo stesso come l’inizio dell’Era dell’Aquario, un periodo di pace globale e profonda evoluzione spirituale. Sono teorie criticate dalla comunità geofisica e astronomica e confutate anche dalla maggioranza degli studiosi della civiltà maya.
    I TURISTI DELLA CATASTROFE. Nel mondo però ci si prepara. Se in Russia è psiocosi, in agosto il governo del Guatemala ha convocato «leader mondiali, pensatori, filosofi e scienziati» per un «Vertice Mondiale dell’Umanità». «Il 13 Baktun, che corrisponde al 21 dicembre, si conclude un Grande Ciclo del calendario maya, e ha inizio una nuova era di 5.200 anni», aveva scritto il governo guatemalteco. Nell’area Maya – Messico, Guatemala, Belize, Honduras, El Salvador – si attende un boom di visitatori. Le due mete più ricercate dai «turisti della catastrofe» sono il complesso di Tikal, in Guatemala (dove Mel Gibson ha girato «Apocalypto»), e Tulum nello Yucatan messicano.
    GLI SCENZIATI NEGANO. Archeologi ed esperti della cultura Maya cercano intanto di dimostrare che, a conclusione del 13° Baktun (21/12/12), ne inizierà uno nuovo senza cataclismi o eventi di rilievo. «Le scansioni del calendario maya si concludono e si rinnovano senza nessuna visione catastrofica», ha affermato Eduardo Lopez, responsabile dell’Istituto di Antropologia e Storia del Messico nello Yucatan. La comunità scientifica inoltre smentisce cataclismi grazie ad una nuova scoperta fatta quest’anno: una stanza dipinta all’interno di un tempio scoperta nel complesso archeologico di Xultun, in Guatemala.
    IL CALENDARIO PIÙ ANTICO. La scoperta è stata annunciata su Science da un gruppo coordinato dall’archeologo William Saturno della Boston University al quale ha partecipato anche l’italiano Franco Rossi. I dipinti, che raffigurano figure umane in uniformi nere e cicli lunari e planetari, risalgono al nono secolo dopo Cristo e sono molto più antichi dei Codici Maya, risalenti al periodo fra 1300 e 1500 e le cui presunte previsioni fanno discutere. Alcune scritte murali riportano qui riferimenti temporali calcolati con l’osservazione delle fasi lunari e dei movimenti di Marte, Venere e Mercurio grazie alle quali è possibile conteggiare migliaia di anni. Il calendario di Xultun si estende infatti per oltre 7.000 anni, superando il 21 dicembre 2012. Secondo i ricercatori non vi è segno nei calendari Maya che il mondo finisca nel 2012 ma che termina solo uno dei cicli: «È come il contachilometri di una macchina, che si azzera e ricomincia da capo», ha osservato l’astronomo Usa Anthony Aveny, «così il calendario Maya termina e poi ricomincia da capo»
    .

  14. giogg ha detto:

    “Lettera 43”, 8 dicembre 2012, QUI

    UN KIT DI SOPRAVVIVENZA PER VINCERE I MAYA
    Cibi liofilizzati, maschere anti gas, tute anti radiazioni. Così Raffaele Scalise, un calabrese trapiantato in Svizzera, sta facendo i soldi sulla paura della profezia.
    di Davide Illarietti

    L’Apocalisse del 2012 sarà anche una baggianata, ma qualcuno ne ha fatto una faccenda serissima. E decisamente redditizia.
    Lo sa bene Raffaele Scalise, svizzero d’adozione e calabrese di origini: se le profezie dei Maya sulla fine del mondo il prossimo 21 dicembre dovessero rivelarsi veritiere, lui diventerebbe l’imprenditore più ricco del pianeta (o di ciò che ne resterebbe).
    Assieme a un socio, Scalise ha fondato Notvarrat24.ch, start-up con quartiere generale in Svizzera specializzata in kit di sopravvivenza.
    E se l’Armageddon 2012 dovesse rivelarsi un bluff, Scalise avrà comunque accumulato un discreto gruzzolo.
    L’azienda vende di tutto: dai cibi liofilizzati conservabili per 20 anni alle maschere anti-gas. Ma vanno molto anche le riserve di acqua e i fornelli a gas, e tutti quei prodotti necessari per la sopravvivenza in mancanza di elettricità e di acqua potabile.
    «In questo momento la richiesta è molto alta: abbiamo già avuto un picco di ordinazioni simile all’epoca della catastrofe di Fukushima», ha spiegato a Lettera43.it Scalise.
    3.200 EURO PER 12 MESI DI PROVVISTE. La psicosi da fine del mondo farà bene anche ai conti della giovane società.
    Il kit completo per una persona con tanto di provviste alimentari per un anno, arriva a costare 3.200 euro che scendono a 900 per provviste sufficienti per tre mesi. «Ci arrivano ordini dagli Stati Uniti al Giappone», ha detto il titolare. «Abbiamo aperto una filiale a Parigi, Stocksurvie.fr, e a breve ne apriremo due in Italia: a Bolzano e Ravenna».
    CLIENTELA VARIEAGATA. Ma chi acquista i kit per la sopravvivenza? Fanatici di ufologia, ricchi superstiziosi e, sempre più, persone comuni.
    «Con i terremoti, maremoti e catastrofi naturali che si sono susseguite negli ultimi anni, c’è poco da stupirsi»
    , ha spiegato Scalise.
    In Svizzera, bisogna dire, quella della prevenzione da «Day After Tomorrow» è una tradizione, per non dire una fissa, che non risale all’altroieri.
    Basti pensare che, fino al 2010, nella Confederazione Elvetica ogni abitazione, per essere a norma, doveva essere fornita di un rifugio atomico.
    E in un rifugio, qualcosa bisognerà pur metterci. «In Svizzera c’è la cultura della provvista» spiega Scalise. E, complici le profezie Maya, si sta diffondendo anche in Italia.
    LA MODA DEI BUNKER. Negli Stati Uniti, quella del doomsday bunker è addirittura una moda, sempre più alla portata di tutti. Si va dalla semplice camera di sicurezza, con porte d’acciaio e scorte d’acqua, cibo e munizioni per un mese, che costa «appena» 3 mila dollari al vero e proprio rifugio (il Vivos 8 è il modello più venduto) da 200 mila. In Italia, i prezzi sono più alti. Tra studio di valutazione del rischio, progetti e autorizzazioni, il preventivo di una ditta specializzata arriva fino ai 300 mila euro.
    INVESTIMENTI IN SICUREZZA. E anche qui il business è in crescita. La Matex Security Projects, azienda di Pontedera (Toscana) attiva da oltre 20 anni nella costruzione di rifugi militari, ha registrato nel 2012 «un aumento del 50% nelle richieste di informazioni per la costruzione di fortezze sotterranee» racconta il titolare, Leonardo Remorini.
    «La gente arriva con le richieste più strane, spesso attirata dai prezzi che, negli anni, si sono notevolmente abbassati». Poi però, non tutti vanno fino in fondo. «È una questione psicologica, spesso i clienti sono presi dalla foga del momento, poi ci ripensano: è comunque un costo». Insomma anche a un passo dall’Apocalisse, più che la paura, alla fine, poté la crisi
    .

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