Una settimana fa è uscito un articolo su un organo di informazione locale (che ho letto solo oggi: qui) in cui un agronomo se la prende con gli ambientalisti che avevano denunciato l’intenzione di tagliare un monumentale eucalipto nel centro di un comune sorrentino. Il website giornalistico è così caotico e macchinoso che i commenti agli articoli sono spesso trascurati. Nel mio piccolo voglio dare visibilità all’opinione della lettrice “Francesca” (17/09/2012, h23:25):
«Ha ragione!!! In effetti le statistiche parlano chiaro, in Campania migliaia di persone muoiono ogni giorno non a causa dell’inquinamento e dell’avvelenamento dell’aria, dell’acqua e della terra, non a causa di tumori, non per incidenti stradali, ma schiacciati da giganteschi alberi e aggrediti da terribili animali, gli ospedali pullulano di gente tranciata e mutilata dalle piante…folli questi ambientalisti innamorati di una natura estranea che ci minaccia continuamente, ci toglie ossigeno e ci fa ammalare, la loro pazzia é come un cancro in fase avanzata, paesi di cultura e razza inferiori quali la Norvegia, la Finlandia, la Svezia e l’intero nord Europa ne sono completamente divorati… solo noi napoletani ariani, resistiamo ancora a questa terribile epidemia.La Natura e gli ambientalisti ci stanno ammazzando, tramano alle nostre spalle per ledere alla nostra salute, alla nostra felicità, ma la camorra e i nostri politici lavorano incessantemente per noi, e alla fine il CEMENTO TRIONFERA’!!!»
Ogni realtà locale è specchio della nazione: in Penisola Sorrentina come nel resto d’Italia. La soluzione, dunque, è di cominciare a curare il microcosmo.
Laura Serloni ha scritto per “Repubblica” (7 ottobre 2012, ripreso da “Eddyburg”) un articolo sulle disfunzioni urbane nella gestione dell’ambiente, un problema presente in tutto il Paese.
Il verde perduto delle nostre città: alberi abbattuti e mai ripiantati, QUI.
Da non perdere anche la Postilla finale.