Il Piano Paesaggistico della Campania

«Se davvero è così, è una pazzia», aveva dichiarato il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera [1].
Si riferiva, alcuni giorni fa, al piano “paesaggistico” campano presentato dalla giunta Caldoro al Consiglio Regionale e in discussione da ieri; un progetto che, così com’è, consente «l’indebolimento dei vincoli sulle zone ai bordi delle costiere sorrentina e amalfitana, finora protette da un Piano paesaggistico che risale alla metà degli anni Ottanta e che porta la firma di un maestro della pianificazione, Luigi Piccinato» [2].
Tra i tanti orrori prospettati da questa vera e propria deregolamentazione, il piano in discussione permette inoltre il ritorno del cemento nella zona rossa del Vesuvio, una responsabilità che segna una esplicita «eutanasia della sicurezza» [3].
La situazione è estremamente delicata e, forse proprio per questo, molto tesa. I lavori di ieri, infatti, si sono subito arenati: «Sul testo, dopo sospensioni e false partenze, alla fine viene a mancare il numero legale. Tutto rinviato, dunque, a data da destinarsi. Segno evidente, rileva il consigliere della Destra Carlo Aveta, di “una maggioranza confusa e senza guida”» [4].

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Studio il rapporto tra gli esseri umani e i loro luoghi, soprattutto quando si tratta di luoghi "a rischio"
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