Nel corso del Novecento abbiamo imparato che i mass-media sono il primo strumento su cui qualsiasi potere mette le mani pur di diffondere propaganda e ricevere consenso. A volte sono i giornali ad essere occupati, altre volte i proseliti passano attraverso le musicassette. Da noi il “verbo” discende dalla televisione, mentre in Cina è il web a preoccupare la nomenklatura e in Africa sono le radio.
Basta dare uno sguardo al barometro della libertà di stampa tenuto da “Reporters sans frontières” per farsi un’idea dell’importanza della questione: ad oggi, nel 2008, i giornalisti uccisi nel mondo sono 35, quelli imprigionati 127 e i cyberdissidenti incarcerati sono 69.
Una mia amica mi ha raccontato dell’arresto di Alexis Sinduhije avvenuto una settimana fa a Bujumbura (Burundi). Si tratta di una notizia gravissima perché Alexis è il fondatore di “Radio Publique Africaine”, nonché un giornalista da sempre impegnato dalla parte dei «senza voce». Da quando i suoi sforzi sono diventati anche politici, però, i suoi problemi sono ulteriormente aumentati e acuiti.
Qui sotto pubblico l’e-mail della mia amica, scoprirete quanto sia delicata la situazione.
Infine, segnalo il testo di una lettera che tutti coloro (spero molti) che ne condividono i contenuti (preoccupazione per la sorte di Alexis e richiesta di spiegazioni per il suo arresto) possono firmare e inviare via-fax al Presidente della Repubblica del Burundi Pierre Nkurunziza: QUI.
«Nel 2005 una non poco tormentata tornata elettorale aveva messo fine ad una lunga e sanguinosa guerra civile in uno dei più piccoli e devastati stati africani. L’elezione del nuovo governo era stata salutata con favore e ampie speranze da tutta la comunità internazionale e dallo stesso popolo burundese, segnando l’inizio di un nuovo ciclo nella storia del paese. Il Burundi era stato considerato un esempio per tutta la regione dei Grandi Laghi, e un’era di pace e democrazia sembrava schiudersi su questo giorno colmo di attese. Un governo di unità nazionale metteva finalmente insieme vecchi nemici e lasciava alle spalle grandi antagonismi etno-politici tra i gruppi etnici hutu e tutsi. I segnali di pace si manifestavano in una discreta libertà d’espressione e nella nuova vivacità di una comunità che faceva sentire la sua voce grazie al proliferarsi di radio e associazioni che si battevano per un futuro migliore [*+*].
Alexis Sinduhije è nato in uno dei quartieri più poveri della capitale circa 40 anni fa, e ha assistito ai momenti più drammatici della storia del paese.
Durante la guerra ha perso amici e parenti, ma non la speranza e la sete di verità e giustizia, che lo hanno portato ad intraprendere la strada del giornalismo, uno dei lavori più difficili e pericolosi soprattutto in un paese come il Burundi. Come giornalista lancia una serie di inchieste volte a proteggere il popolo dalle menzogne e le manipolazioni etniche degli uomini al potere. La rabbia si trasforma in una passione prudente ma coraggiosa e in una lotta pacifica per la riconciliazione e l’unione, per la liberazione dalle catene di un odio insensato e distruttivo. “I giornalisti non devono essere impiegati o voci dello stato – dichiarava Alexis – ma al servizio della popolazione. E il cammino della verità è l’unico che può mettere insieme hutu e tutsi e impedire ai politici di manipolare la loro stessa gente“. Nel 2001 nasceva la Radio Pubblica Africana (RPA) perché “nella parte del mondo in cui vivo – affermava Alexis – il potere delle parole è usato per armare le persone. L’esempio più devastante è Radio Mille Colline in Ruanda, che incitò al genocidio nel 1994. La mia Radio nasce dalla convinzione della necessità opposta: usare il potere delle parole per costruire una società non violenta, giusta e realmente democratica“. L’obiettivo di Alexis, e di tutti quelli che lo hanno appoggiato, era “umanizzare le relazioni tra i gruppi etnici e costituire un esempio che inciti a lavorare insieme per la pace“.
A causa delle sue denunce, delle sue inchieste, delle sue verità e delle sue parole senza paura, perché, come ama dire, “la paura è l’alleata della tirannia“, è stato minacciato e costretto a abbandonare il suo paese varie volte, la radio è stata chiusa altrettante, ed è scampato ai vari tentativi di farlo fuori. Tutta la sua famiglia è attualmente rifugiata in Europa.
Nel 2004 riceve il Premio Internazionale per la libertà di stampa. Un premio prestigioso, conferito ogni anno dal Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) ai cronisti più coraggiosi nelle aree travagliate del mondo.
Sfortunatamente, lo spiraglio democratico apertosi nel 2005 è durato poco, il neo-governo è piombato in un forte autoritarismo. Alexis e la RPA hanno condannato senza esitazione, apertamente e a voce alta, il mancato rispetto dei diritti umani, gli arresti arbitrari e altri fatti di sangue. Questa politica aperta ha procurato non pochi problemi. E’ per questo che Alexis, deluso e arrabbiato dal comportamento degli uomini al potere in cui aveva creduto e confidato, cosi come avevano creduto e confidato tutti i burundesi, decide di lasciare il giornalismo e di entrare in politica. E nel dicembre 2007 crea un partito di opposizione, il Movimento per la Difesa della Democrazia (MSD), deciso a candidarsi alle elezioni presidenziali del 2010, per dimostrare a tutti che la corruzione e il clientelismo non sono dati culturalmente innati ai popoli africani, e che, al contrario, un altro modo, un altro mondo, fatto di giustizia e trasparenza è possibile.
Il suo partito ha avuto un grande sostegno, interno e internazionale, e Alexis è stato citato dal “Time” tra le prime 100 persone più influenti al mondo, accanto a nomi come Al Gore, Noam Chomsky, Nelson Mandela, Barack Obama, etc. […]
L’MSD non è ancora stato riconosciuto dal governo, e Alexis e i suoi sostenitori hanno subito accuse e pressioni di diverso tipo, ma non si sono mai arresi.
Fin quando, il 3 novembre scorso, 12 poliziotti armati hanno fatto incursione nella sede del partito e hanno arrestato 38 esponenti del movimento, compreso Alexis.
Una serie di accuse infondate si sono succedute giorno dopo giorno. Alexis è in prigione perché teneva “meetings clandestini“, perché “inviava ribelli in Congo“, perché ha insultato il Capo dello stato criticando le “politiche di sviluppo del governo“. Attualmente 28 persone sono state liberate, gli altri restano in prigione. Alexis non ha il diritto di incontrare nessuno, né di parlare col suo avvocato, ma ha il sostegno di molti burundesi e della comunità internazionale che si è ribellata contro il suo arresto arbitrario e fa pressione per la sua liberazione.
“Human Rights Watch” ha aspramente condannato la violazioni dei diritti civili e politici in un paese che si sperava democratico ma che, in realtà, è piombato in un cieco autoritarismo.
Alexis non è l’unica vittima. Altri esponenti dell’opposizione, cosi come giornalisti e rappresentanti della società civile, sono minacciati e arrestati, nei casi peggiori uccisi.
Questo che leggi è un appello a sostenere la causa di quest’uomo e di tutti quelli che, come lui, rischiano la vita al servizio del loro paese, per un sistema più giusto, libero e democratico.
Un amico ha avuto un’idea a cui ti prego di aderire: in allegato trovi una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica burundese. La preghiera è di sensibilizzare quante più persone conosci ed inviare la lettera per fax al numero indicato qui sotto. Sarebbe preferibile indicare nome, cognome e paese di provenienza, ma se vuoi basta un solo il tuo nome.
Ti prego poi di segnalarmi via mail l’avvenuto invio del fax, al fine di comunicare il nostro risultato agli enti che collaborano alla sua liberazione, tra cui Human Rights Watch e le agenzie di stampa in Burundi.
L’obiettivo è sostenere la sua lotta, dargli coraggio, fargli capire che non è solo, e fare pressione per la sua liberazione. Quest’iniziativa è una goccia nel mare ma non è l’unica goccia, la sua forza risiede nella rete che l’ingloba. Altre iniziative simili sono partite e partiranno da vari paesi d’Europa e del mondo, ambasciatori e difensori dei diritti umani si sono mobilitati, molti fanno pressione per la sua liberazione, L’Unione Europea sta preparando un comunicato. Gli Stati Uniti hanno già definito “inaccettabile” la sua detenzione [Whashingtonpost (*)+Afriklive].
In questa rete il tuo contributo diventa importante e acquista un senso, perché non è solo, ma è rafforzato e al tempo stesso rafforza le azioni di tutti coloro che sperano e credono che fare qualcosa sia sempre meglio che restare a guardare.
Ma ancora, ti invito a contattare radio, giornali, e tutti i mezzi di comunicazione che conosci per provare ad impedire alla violenza, all’ingiustizia e all’autoritarismo di vincere o, quantomeno, di passare indisturbati.
Ho incontrato Alexis varie volte. Qualche settimana fa gli ho posto due domande: “C’è qualcuno a cui potresti dare fiducia al 100% in Burundi?“. Ha esitato un attimo per poi rispondere: “No, al 100% non credo“. Gli ho chiesto allora perché facesse tutto questo, e lui ha subito risposto: “Perché in fondo credo nell’essere umano“.
Un grosso abbraccio a tutti, confido nel vostro aiuto!
I numeri di fax:
Presidenza della Repubblica del Burundi: 00257-22227490
Ministero degli Affari Esteri del Burundi: 00257-22223970 o anche 00257-22244116».
PS: On-line sono numerosissime le pagine dedicate ad Alexis. Ne segnalo alcune: Charlie Rose Show (video-intervista, ottobre 2008), Peacereporter (articolo del 2005), Don’t Get Fooled Again (blog di Richard Wilson, vari post), Irin (articolo del 5 novembre 2008 col resoconto di una telefonata di Alexis dal carcere).
AGGIORNAMENTO (11 novembre 2008):
Ieri sera “Burundi News” ha diffuso un comunicato dell’Unione Europea (datato 7 novembre 2008) sull’arresto di Alexis. Il testo originale è qui, ma l’ho copiato anche al commento #4.
AGGIORNAMENTO (25 dicembre 2008):
Il 19 novembre scorso anche Amnesty International ha diffuso un comunicato in cui considera “arbitrario” l’arresto di Alexis e di “prigioniero d’opinione” la sua condizione: QUI.
Purtroppo non ho notizie più recenti. Credo che la sua situazione giudiziaria non sia grave, ma venga trascinata per le lunghe con una strategia di logoramento. Tuttavia, a giudicare dal suo sguardo in alcuni filmati che ho trovato su YouTube, mi sembra che lui resista molto bene.
Si tratta di quattro spezzoni di pochi secondi girati tra la fine di novembre e gli inizi di dicembre: 1] in galera col sostegno degli altri detenuti, 2] in arrivo al tribunale, 3] in aula coi suoi avvocati e, infine, 4] di ritorno in prigione scortato dalla polizia.
AGGIORNAMENTO (17 gennaio 2009):
Qualche giorno fa è stato aperto il blog “Alexis SINDUHIJE : Prisonnier politique au Burundi”. Il sottotitolo è “LIBERATION D’ALEXIS SINDUHIJE : Alexis Sinduhije, homme politique burundais, président du Mouvement pour la Solidarité et la Démocratie, fondateur et ancien directeur de la Radio Publique Africaine, arrété le 3 novembre 2008 à Bujumbura, détenu à la prison centrale de Mpimba”. Tra i link viene segnalato “il Taccuino dell’Altrove” come blog italiano che s’è occupato (e continua a occuparsi) della vicenda.
L’ultimo aggiornamento, di giovedì 15 gennaio 2009, parla dell’impegno di Charles Michel, ministro belga della cooperazione allo sviluppo, per la liberazione di Alexis: QUI.
AGGIORNAMENTO (19 gennaio 2009):
Corona Perer, direttore di Sentire, lo aveva scritto proprio qui sul Taccuino (commento #9) e ha mantenuto l’impegno: sul suo giornale on-line c’è un articolo su Alexis: qui.
AGGIORNAMENTO (3 febbraio 2009):
Su “Sentire” c’è un ricco dossier su Alexis. Oltre all’articolo di Corona Perer già presente da alcune settimane, ora è possibile leggere un intervento di Valeria Alfieri e un’intervista di Manu Gerosa, Salvador Muoz e Ana Izquierdo. E’ presente, infine, uno spazio dedicato alla rete intorno al caso di Alexis in cui è citato anche il Taccuino.
AGGIORNAMENTO (28 febbraio 2009):
Il Dossier su Alexis Sinduhije di “Sentire” è sempre in aggiornamento.
Un paio di settimane fa si era diffusa la notizia di una condanna tramite un web-site burundese (2 anni e 6 mesi di reclusione, giusto il tempo che resta alle prossime elezioni presidenziali).
Ma lo scorso 19 febbraio la seconda udienza ha posto il caso in deliberazione. Insomma, si continua a sperare.
Infine, segnalo che l’appello di “Sentire” viene ripreso da sempre più media: «E’ un momento cruciale per aumentare gli sforzi e sensibilizzare l’opinione pubblica, le testate giornalistiche e le istituzioni nella speranza di fare pressione sul governo burundese. SENTIRE proseguirà nella sua azione: al momento dalla carta stampata ha risposto SETTIMANA il giornale delle Dehoniane. Pare intanto che anche l’amministrazione Obama si stia interessando al caso. Più sensibile la rete che ha rilanciato i nostri servizi (“Il dialogo“, “Africanews“, la newsletter “Abitare la terra“)» [QUI].
12 marzo 2009: ALEXIS SINDUHIJE È LIBERO!
«Alexis est sorti de la prison ce matin à 10h00», ha annunciato stamani il blog di sostegno alla scarcerazione di Sinduhije.
“Sentire” di Corona Perer subito ha rilanciato e argomentato la notizia: «Ad accoglierlo fuori dal carcere molti sostenitori. La Corte ha dunque rigettato la richiesta dell’accusa a 2 anni e mezzo di reclusione per “vilipendio al capo dello Stato” per aver parlato apertamente della svolta antidemocratica nel suo paese. Il sogno di Alexis quindi riparte» (come si può vedere anche in QUESTO video).
Ora, però, c’è da fare ancora più attenzione.
AGGIORNAMENTO (18 marzo 2009):
Quella attualmente al potere in Burundi è una cricca autorefernziale bieca e volgare (spesso violenta) cui non si può concedere alcuna attenuante e alcuna speranza democratica. Ieri sera Alexis è stato nuovamente arrestato a Ngozi, nel nord del Paese. La notizia è stata diffusa da Bujumbura News.
LIBERO!
Oggi è stata una giornata convulsa con un’estenuante altalena di notizie.
Nel pomeriggio, però, la nuova liberazione di Alexis.
Ne ha dato notizia il blog del Comitato di sostegno:
18/03/09
Alexis de nouveau “Libre” !
Dans l’après-midi, Alexis SINDUHIJE est sorti des locaux de la police, Libre.
Ovviamente la notizia ha avuto grande risonanza in Italia…a proposito di media!
CONTINUARE a informare, a denunciare per illuminare quelle zone buie del pianeta! Questa è l’unica cosa giusta, sensata da fare!Per far sentire che loro non sono soli e che insieme cambieremo il loro, il nostro futuro! Grazie mille Gianni!
Buon lavoro,
Ivana
Firmerò!!
AGGIORNAMENTO:
Ieri (10 novembre 2008) il web-site “Burundi News” ha diffuso il comunicato (datato 7 novembre 2008) dell’Unione Europea sull’arresto di Alexis Sinduhije:
DECLARATION DE LâUNION EUROPEENNE
1/ L’Union Européenne a pris connaissance avec surprise de l’arrestation le 3 novembre à Bujumbura, en compagnie dâune trentaine de militants et de sympathisants, de M. Alexis Sinduhije, Président du Mouvement pour la Sécurité et le Développement (MSD), actuellement en cours d’agrément, et fondateur de la Radio Publique Africaine.
2/ L’Union Européenne constate avec regret que cette interpellation intervient alors même qu’un journaliste, M. Kavunbagu, Directeur de l’Agence Net Press, un syndicaliste, M. Juvénal Rududura, Vice-président du syndicat du personnel non magistrat, et plusieurs anciens parlementaires sont également détenus depuis plusieurs semaines sans jugement.
3/ L’Union Européenne, qui rappelle que le Burundi est partie au Pacte International relatif aux Droits Civils et Politiques, considère que ces interpellations ne correspondent pas aux principes qui devraient présider à la reconstruction d’un Etat en sortie de crise, à savoir la nécessaire liberté d’expression ou d’association pour toutes les sensibilités politiques, en particulier dans la perspective dâune préparation harmonieuse des futures échéances électorales de 2010.
4/ Ces arrestations ne correspondent pas davantage aux principes démocratiques et pluralistes qui sous-tendent l’important partenariat entre l’Union Européenne et le Burundi en faveur du développement économique et social au cours des dernières années.
5/ Dans ce contexte, l’Union Européenne appelle les autorités burundaises à veiller scrupuleusement au respect de ces principes et à l’esprit de dialogue inclusif qui doit prévaloir dans un Etat de droit.
Bujumbura, le 7 novembre 2008
(fonte: qui)
Alexis è in prigione a Mpimba, ma le pressioni internazionali continuano. Questo appello deve continuare ad avere voce.
Ecco l’ultimo aggiornamento:
http://www.time.com/time/world/article/0,8599,1858784,00.html
molto utile e interessante il tuo blog!
Speriamo che torni libero presto.
AGGIORNAMENTO (25 dicembre 2008):
Il 19 novembre scorso anche Amnesty International ha diffuso un comunicato in cui considera âarbitrarioâ lâarresto di Alexis e âprigioniero dâopinioneâ la sua condizione: QUI.
Purtroppo non ho notizie più recenti. Credo che la sua situazione giudiziaria non sia grave, ma venga trascinata per le lunghe con una strategia di logoramento. Tuttavia, a giudicare dal suo sguardo in alcuni filmati che ho trovato su YouTube, mi sembra che lui resista molto bene. Si tratta di quattro spezzoni di pochi secondi girati tra la fine di novembre e gli inizi di dicembre: 1] in galera col sostegno degli altri detenuti, 2] in arrivo al tribunale, 3] in aula coi suoi avvocati e, infine, 4] di ritorno in prigione scortato dalla polizia.
sono il Direttore di SENTIRE
sono interessata a pubblicare notizie sul caso di alexis_sinduhije
Potete scrivermi qui:
direttore@giornalesentire.it
http://www.giornalesentire.it
sono contenta di scrivere due palore per salutarvi e La ringrazio del suo blog. è molto interessante anche importante per me
spero tanto che Alexis sia liberato in fretta.
La paura dei dittatori è assurdo, cioè è vegognosa i governi non piacciono incoraggiare le mass media perchè hanno paura di ciò che fanno che non venga scoperto,per fortuna ci sono le mass media , ci sono malgrando tutto ,bisogna fare coraggio a dare notizie, bisogna dirvi grazie.
Siete per il popolo e grazie di cuore.
Beatrice Umuhevyi
Murakoze cane, Beatrice.
Il suo intervento mi fa un enorme piacere. E mi è di grande supporto.
Spero di incontrarla ancora tra le pagine del mio Taccuino.
AGGIORNAMENTO (17 gennaio 2009):
Qualche giorno fa è stato aperto il blog âAlexis SINDUHIJE : Prisonnier politique au Burundiâ. Il sottotitolo è âLIBERATION D’ALEXIS SINDUHIJE : Alexis Sinduhije, homme politique burundais, président du Mouvement pour la Solidarité et la Démocratie, fondateur et ancien directeur de la Radio Publique Africaine, arrété le 3 novembre 2008 à Bujumbura, détenu à la prison centrale de Mpimbaâ. Tra i link viene segnalato âil Taccuino dellâAltroveâ come blog italiano che sâè occupato (e continua a occuparsi) della vicenda.
Lâultimo aggiornamento, di giovedì 15 gennaio 2009, parla dellâimpegno di Charles Michel, ministro belga della cooperazione allo sviluppo, per la liberazione di Alexis: QUI.
“Vorrei ringraziare per queste notizie. Ho preso la libertà per mandare il “link” verso il blog del comitato di appoggio di Sinduhije Alexis.
Sperando che la mobilitazione sarà efficiente! e che la petizione sarà firmata dal più grande numero di ognuno dei nostri paesi o la libertà di espressione é riconosciuta”.
AGGIORNAMENTO (19 gennaio 2009):
Corona Perer, direttore di Sentire, lo aveva scritto proprio qui sul Taccuino (commento #9) e ha mantenuto lâimpegno: sul suo giornale on-line câè un articolo su Alexis: qui.
AGGIORNAMENTO (3 febbraio 2009):
Su “Sentire” c’è un ricco dossier su Alexis. Oltre all’articolo di Corona Perer già presente da alcune settimane, ora è possibile leggere un intervento di Valeria Alfieri e un’intervista di Manu Gerosa, Salvador Muoz e Ana Izquierdo. E’ presente, infine, uno spazio dedicato alla rete intorno al caso di Alexis in cui è citato anche il Taccuino.
Ho visto il dossier su SENTIRE
e’ molto accurato leggetelo
Maria Rosa, MIlano
AGGIORNAMENTO (28 febbraio 2009):
Il Dossier su Alexis Sinduhije di “Sentire” è sempre in aggiornamento.
Un paio di settimane fa si era diffusa la notizia di una condanna tramite un web-site burundese (2 anni e 6 mesi di reclusione, giusto il tempo che resta alle prossime elezioni presidenziali).
Ma lo scorso 19 febbraio la seconda udienza ha posto il caso in deliberazione.
Insomma, si continua a sperare.
Infine, segnalo che l’appello di “Sentire” viene ripreso da sempre più media: «E’ un momento cruciale per aumentare gli sforzi e sensibilizzare l’opinione pubblica, le testate giornalistiche e le istituzioni nella speranza di fare pressione sul governo burundese. SENTIRE proseguirà nella sua azione: al momento dalla carta stampata ha risposto SETTIMANA il giornale delle Dehoniane. Pare intanto che anche l’amministrazione Obama si stia interessando al caso. Più sensibile la rete che ha rilanciato i nostri servizi (“Il dialogo“, “Africanews“, la newsletter “Abitare la terra“)» [QUI].
ALEXIS SINDUHIJE Ã LIBERO!
«Alexis est sorti de la prison ce matin à 10h00», ha annunciato stamani il blog di sostegno alla scarcerazione di Sinduhije.
âSentireâ di Corona Perer subito ha rilanciato e argomentato la notizia: «Ad accoglierlo fuori dal carcere molti sostenitori. La Corte ha dunque rigettato la richiesta dell’accusa a 2 anni e mezzo di reclusione per “vilipendio al capo dello Stato” per aver parlato apertamente della svolta antidemocratica nel suo paese. Il sogno di Alexis quindi riparte».
Ora, però, câè da fare ancora più attenzione.
Liberato Alehis Dinduhije[..] ALEXIS SINDUHIJE È LIBERO! «Alexis est sorti de la prison ce matin à 10h00», ha annunciato stamani il blog di sostegno alla scarcerazione di Sinduhije. “Sentire” di Corona Perer subito ha rilanciato e argomenta [..]
BURUNDI FREE PROMINENT POLITICAL ACTIVIST
Thu Mar 12, 2009 3:02pm GMT
BUJUMBURA (Reuters) – A political activist jailed in Burundi four months ago for insulting President Pierre Nkurunziza was freed on Thursday and thanked Western nations which had pushed for his release.
Alexis Sinduhije, a prominent former journalist who founded a political party in 2007, was named in Time magazine’s 2008 list of the 100 most influential people in the world, under the category “Heroes & Pioneers”.
Hundreds of supporters, some diplomats and several human rights activists gathered from early morning outside the main prison in the capital Bujumbura. Some waved placards bearing his picture alongside U.S. President Barack Obama.
“I would like to thank particularly European countries like Britain, France, Germany and Belgium,” Sinduhije told reporters after his release. “I have got back my freedom because those countries put a lot of pressure on the Burundian authorities.”
Burundi was seen as an African success story after a long U.N.-backed peace process led to the election in 2005 of former rebel leader Nkurunziza. But the central African nation is often criticised for the way it deals with dissent, and Sinduhije had been especially harsh about its record on human rights.
[Fonte: Reuters]
RELEASE OF ALEXIS SINDUHIJE
Gordon Duguid
Acting Deputy Department Spokesman, Office of the Spokesman
Bureau of Public Affairs
Washington, DC
March 13, 2009
The United States welcomes yesterday’s release from prison of Burundian journalist Alexis Sinduhije, after he was found not guilty of the charge of insulting the President. We commend Burundi’s Provincial Tribunal for its decision in Mr. Sinduhije’s case. We remain concerned about the continuing detention of journalist Jean-Claude Kavumbagu and labor leader Juvenal Rududura, and urge the Government of Burundi to process their cases quickly and justly.
[Fonte: U.S. Department of State]
RELEASE OF ALEXIS SINDUHIJE
(March 12, 2009)
Rama Yade, Secretary of State for Human Rights to the Minister of Foreign and European Affairs, welcomes this morningâs release of Alexis Sinduhije.
Alexis Sinduhije, acquitted by Burundiâs High Court of the State Prosecutor in Bujumbura, had been imprisoned for several months in Bujumbura.
During an interview with the President of the Republic of Burundi, Pierre Nkurunziza, on the occasion of her recent visit to the country (25-27 February), Rama Yade had urged the Burundi authorities to take all measures to guarantee the freedom of thought, the freedom of speech, and the protection of journalists, and to specifically address the issue of Alexis Sinduhije.
[Fonte: France Diplomatie]
BURUNDI: LIBÃRATION DâALEXIS SINDUHIJE
12/03/2009
Le Ministre Charles Michel se félicite de l’acquittement et de la remise en liberté de l’ancien journaliste Alexis Sinduhije.
Il s’agit d’un signal positif pour l’évolution du respect des droits de l’homme au Burundi.
Cette question, ainsi que les cas de Jean-Claude Kavumbagu et Juvénal Rududura, avait fait l’objet de plusieurs de ses entretiens à haut niveau lors de sa visite au Burundi les 24 et 25 février dernier.
[Fonte: Affaires étrangères, Commerce extérieur et Coopération au Développement (Service Public Fédéral Belgique)]
UNE FOULE EN LIESSE POUR ACCUEILLIR ALEXIS SINDUHIJE, PRÃSIDENT DU PARTI MSD Ã LA SORTIE DE LA PRISON DE MPIMBA
Par Egide Niyongabo
13 mars 2009-LDGL
Bujumbura. Lâesplanade de la prison centrale de Mpimba était noire de monde en attente de la sortie de la prison de Mpimba, de M. Alexis Sinduhije, président du parti « mouvement pour la solidarité et le développement » (MSD). Câétait ce matin 12 mars 2009. Très tôt le matin, les militants de ce parti en attente dâagrément, sâétaient donnés rendez-vous au siège national du parti, sis à Kinanira II pour prendre ensuite la route vers la prison Mpimba, à moins de 3 km. De nombreux bus faisaient la rotation pour ramasser les militants du parti.
En plus des membres du parti, des sympathisants, des parents, des journalistes, des militants des droits de lâhomme et des diplomates (ambassades des USA, de France, de Grande Bretagne,â¦) avaient également fait le déplacement à Mpimba pour accueillir M. Sinduhije à la sortie de la prison. Lâattente a été on ne peut plus longue et câest à 11 heures 40 minutes que M. Sinduhije est apparu, non pas par lâentrée officielle de la prison, mais par lâentrée qui donne accès au corps de police pour éviter tout débordement éventuelle au milieu de la foule en liesse à son apparition. La foule sâévaluait en termes de milliers, pouvant atteindre 2500 à 3000 personnes.
La colonne sâest alors sâébranler en traversant Musaga en direction de la permanence du parti à Kinanira. La colonne de fidèles jalonnés par des corps de police faisait plus de 2 km. Les chansons et les slogans animaient la marche joyeuse de militants et proches de M. Alexis Sinduhije. Ils avaient également des photos à lâimage dâAlexis Sinduhije et brandissaient des pancartes annonçant la victoire et souhaitant le changement : « We need Change », pouvait-on lire.
Une bonne foule nombreuse était déjà là , tandis que dâautres militants étaient restés pour sâassurer de la sécurité des lieux. Des tambourinaires peuvent alors commencer à battre le tambour qui commencent à réveiller le quartier silencieux et les élèves de lâEcole Internationale de Bujumbura qui jouxte le siège du MSD. Un signal que M Sinduhije apparaît au public au sortir de la prison.
Dans un premier temps, les policiers qui avaient essayé de devancer la foule trouvent déjà lâenceinte du siège déjà comblée. Ils tentent de bloquer lâaccès aux autres militants qui arrivaient encore, sans succès. Ils essayeront de bloquer le cortège dans lequel avait pris part M. Alexis Sinduhije, mais câétait sans compter avec la détermination des militants du MSD qui, malicieusement, sont parvenus à foncer en douceur sur le barrage des policiers qui ont alors cédé laissant un grand nombre de gens entrer avec M Sinduhije.
Alexis Sinduhije est entré triomphalement au siège de son parti sous lâovation de ses militants qui lui ont déroulé un tapis de pagnes jusquâà la tribune où il devait prendre place. Mais là , il a été envahi par une foule de journaliste qui lui posaient des questions. A la presse, il a exprimé ses sentiments de joie pour sa libération. Il a exprimé sa gratitude à lâendroit de tous les Burundais qui lâont soutenu ; à la magistrature qui a dit le droit sans se soucier des injonctions quelconques. Il nâa pas manqué dâimplorer la magistrature afin quâelle fasse la même chose pour les autres détenus politiques en détention préventive très prolongée. Et de citer les dossiers de quelques membres du Palipehutu-Fnl qui viennent de passer plus de 10 ans sans jugement. Il a également cité les cas des prisonniers politiques tels que ceux de lâancien président du Cndd-Fdd, M. Hussein Radjabu et ses co-détenus ainsi que dâautres détenus préventifs peu connus du public et qui sot très nombreux à Mpimba.
Le président du MSD sâest alors adressé à la foule de gens qui étaient présents au siège du parti. Avant son discours, il a dâabord demandé à la foule dâobserver une minute de silence en mémoire des miliaires burundais tués le 22 février 2009 en Somalie et ceux morts dans lâaccident dâavion dans le lac Victoria le 9 mars 2009.
Dans son discours, M. Sinduhije a présenté ses remerciements à tout le monde qui lâa soutenu dans ses moments de détention. Il a cité notamment les pays de la sous-région, les organisations des droits de lâhomme, les journalistes, les pays occidentaux dont lâAngleterre, la France, la Hollande, la Norvège et les USA. Il a particulièrement remercié Le ministre belge Jean Michel qui nâa pas mâché ses mots en condamnant sa détention ainsi que la ministre française, Rama Yade. Il est revenu sur le travail louable de la justice dont ses magistrats ont honorablement rempli leur mission en lâacquittant. Il a rappelé à a foule que le travail de la justice reste incomplet et il lui a demandé dâaccélérer les dossiers des autres prisonniers politiques.
Il a poursuivi en montrant le grand défi auquel le pays est confronté, à savoir la soif de la justice. Et de déplorer que le Burundi est entrain de construire sur le mal quâest le mensonge. Il a fait savoir que le problème burundais nâest ni un problème ethnique entre les Hutu et les Tutsi, ni entre les pauvres et les riches, mais un problème entre le mal et le bien, la vérité et le mensonge. Et de proclamer que son parti cherche le triomphe de la vérité sur le mensonge et le bien sur le mal.
On rappellera ici que câest ce mercredi 11 mars 2009 que le tribunal de grande instance (TGI) en mairie de Bujumbura avait rendu le verdict en annonçant lâinnocence de M. Alexis Sinduhije. Il a été acquitté après 4 mois de détention préventive. Il avait été arrêté par la police le 03 novembre 2008 à la permanence de son parti. Il était accusé dâavoir organisé et tenu une réunion dâun parti non encore agréé et sans permission. Il était également accusé dâoutrage au chef de lâEtat et dâatteinte à la sûreté intérieure de lâEtat.
Egide Niyongabo/Burundi
[Fonte: Ligue des Droits de la personne dans la région des Grands Lacs]
Su YouTube c’è un toccante video della liberazione di Alexis: non perdetelo!
Sul gruppo di sostegno ad Alexis Sinduhije su Facebook è arrivato un saluto del giornalista burundese liberato qualche giorno fa:
Jâaimerais remercie tout le monde qui a soutenu Alexis pendant son séjour à la prison. Vous vous connaissez. Il y une a qui ont envoyé de lâargent, il y une a qui ont envoyé des lettres aux ambassades et ministères â ou des autres qui ont appelé dâici et la bas. Les chanteurs qui ont fait des chansons, les volontaires qui ont mis à jour toujours facebook, les autres qui ont organisé « le blog », le pétition, les manifestationâ¦â¦. Les petits messages dâencouragement ont toujours aidé Alexis de se tenir dans la lutte. Merci pour vos appels, vos messages, vos prières, vos visites à la prison, les repas, les livres, etc. Câest difficile de remercier tout le monde pour tous les gestes et efforts parce quâils sont énormes â mais on essaie â merci a tous – a Ruyigi et Paris, Ottawa et Rumonge â par tout merci.
I would like to thank everyone that supported Alexis during is time in prison. You know who you are. There are those that sent money and others that sent letters to Ambassadors and ministries of those that called here and there. The singers that produced songs such as « peace and justice – free Alexis » the volunteers that kept facebook updated, those that organised the blog, the petition site, the demonstrations. The small messages of support always helped Alexis to stay strong in the battle. Your calls, your messages, your visits to prison, the meals, the books, etc. It is difficult to thank everyone for all the efforts as there were so many â but we try â thank you everyone from Ruyigi to Paris and Ottawa to Rumonge â everyone thank you.
ALEXIS E’ STATO NUOVAMENTE ARRESTATO
E’ snervante e disarmante. Alexis è stato nuovamente arrestato ieri sera a Ngozi, nel nord del Burundi. Almeno così m’è stato comunicato poco fa da “Bujumbura News“:
Alexis Sinduhije arrêté à Ngozi.
Alexis Sinduhije, président du MSD, a été arrêté à Ngozi sur la route en provenance de Kirundo cette nuit du 17 mars 2009. A peine sorti de prison sous la pression internationale, le pouvoir met tout en marche pour l’arrêter au mieux, au pire l’éliminer.
A Kirundo, les boulons des pneus de ses voitures ont été déréglés pour causer un accident. Heureusement qu’ils ont eu la présence d’esprit de tout vérifier. Parti de Kirundo, le procureur de Kirundo les a suivis accompagné de policiers.
A l’entrée de la ville de Ngozi, les policiers les ont arrêtés avec les armes au poing comme si c’étaient des terroristes. La police a affirmé avoir pris une arme dans une des voitures qui accompagnaient Alexis Sinduhije. Ces policiers n’ont pas montré cette arme jusqu’à ce matin. Ils veulent apporter une arme pour dire que c’est une arme saisie dans la voiture. Ces pauvres policiers attendent des ordres ce matin pour savoir ce qu’ils vont faire d’Alexis Sinduhije. Sinduhije est toujours gardé sur une station d’essence à Ngozi.
La sortie de prison d’Alexis Sinduhije a été combattu par un général qui fait la pluie et le beau temps. Il a juré d’en découdre. De quelle façon? A suivre. Dans tous les cas, tout est connu. Ce dossier risque de poser des problèmes au pouvoir. On se demande qui dirige réellement le pays.
LIBERO!
Oggi è stata una giornata convulsa con un’estenuante altalena di notizie. Nel pomeriggio, però, la nuova liberazione di Alexis.
Ne ha dato notizia il blog del Comitato di sostegno:
18/03/09
Alexis de nouveau “Libre” !
Dans l’après-midi, Alexis SINDUHIJE est sorti des locaux de la police, Libre.
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